Eccole le nostre Farfalle! Come le rose sbocciano tra maggio e giugno, Chiara Badii, Sofia Sicignano (Raffaello Motto), Laura Golfarelli (Eurogymnica Torino), Alexandra Naclerio, Serena Ottaviani e Giulia Segatori (Aeronautica Militare), aprono i petali come ali per volare Via col Vento all’European Cup. E “Tara” Dragas - non quella amata da Rossella O'Hara nel celebre film del 1939, diretto da Victor Fleming - conquista i cuori di tutto il mondo, mentre Sofia Raffaeli lo aveva già fatto da tempo. Ed era proprio il tempo quello che serviva al nuovo sestetto per dimostrare il suo valore cristallino, un talento di cui tutti gli addetti ai lavori erano consapevoli. Siamo soltanto alla seconda uscita, dopo l’esordio in World Cup, sempre alla Milli Gimnastika Arenası, e la Generazione Holliwood nata sul Boulevard to Los Angeles fa già meglio della precedente. Infatti, nella manifestazione inaugurata solo lo scorso anno dall’European Gymnastics, Alessia Maurelli e compagne vinsero l’argento con i cinque cerchi, dietro ad Israele, e oggi le loro piccole eredi sono salite sul gradino più alto dei 5 nastri. Anche l’all-around virtuale è tricolore: nel concorso generale di qualificazione la FGI con 48.900 precede nell’ordine Estonia (45.400), Ucraina (45.200) e Bulgaria, quarta a quota 45.050. Questo grazie al bronzo nel misto, 3 Palle e 2 Cerchi, con 24 punti netti, a sette decimi dalle padrone di casa, le azere, prime con 24.700, e a poco più di tre dalle seconde, le ucraine, argento con 23.350. Ad inizio di maggio 2024, sulle rive del Caspio, salimmo sulla piazza d’onore con 3 Nastri e 2 Palle, come nel Completo, ma se già si possono fare paragoni tra quel gruppo, prossimo ai Giochi di Parigi, e l’attuale neonato significa che l’Italia c’è, sempre. Ma non serve poi andare così lontani per apprezzare il progresso delle ragazze guidate in Azerbaijan da Irina Roudaia, Alessia Russo e Valeria Carnali, in attesa di conoscere lunedì l’head coach Mariela Pashalieva. Il lavoro di queste settimane, incessante, presso l’Accademia brianzola, ha portato le nostre ragazze dal 18.850 di due settimane fa nella qualifica della Coppa del Mondo di Baku e dal 21.350, valido per il sesto posto in finale, ai 24.900 punti odierni, nei 5 nastri, che il 20 aprile sarebbero stati secondi solo alla Cina (oro a quota 25.150). Con i due attrezzi, invece, il 24.00 attuale ci avrebbe fatto conservare la sesta piazza, con un totale però migliore del 22.750 di allora (più basso però del 25.250 delle qualifiche, che comunque ci dà la misura del potenziale). Domani tocca alle baby Ginevra Bindi (Giuseppe Falciai) e Carol Michelotti (Armonia d’Abruzzo), nonché alla squadretta juniores guidata da Tiziana Colognese, che è composta da Flavia Cassano (Ginnastica Ritmica Iris), Elisa Maria Comignani (Armonia d’Abruzzo), Chiara Cortese (Eurogymnica), Virginia Galeazzi (Aurora Fano), Ginevra Pascarella (Ritmica Piemonte) ed Elisabetta Valdifiori (Cervia Ginnastica e Sport): tutte, per età, probabili Farfalle del futuro. A proposito, qui torna protagonista Tara, la più futuribile delle individualiste italiane della “next generation”. La poliziotta dell’ASU di Udine allenata da Spela Alenka Mohar - che nella semifinale della Final Six, a Torino, se la vedrà proprio con la collega agente di Fabriano seguita da Claudia Mancinelli - si aggiudica al momento il derby nostrano con il secondo posto nel torneo di ammissione a quota 110.050, dietro Taisiia Onofriichuk, in testa provvisoriamente con 113.750. La Raffaeli con il suo 105.900 è stata la quarta migliore sui quattro attrezzi, dopo anche l’altra ucraina Karika Polina (106.900). Nulla di definitivo, si ripartirà da zero nell’originale tabellone tennistico che abbiamo apprezzato un anno or sono. Definitive, invece, sono le classifiche per attrezzo, stilate sul Q1 senza bisogno di ulteriori finali, e in base alle quali il vulcano marchigiano si aggiudica l’oro alla palla (27.900), mentre la Dragas orna il suo collo da cigno con due argenti a clavette (28.000) e nastro (27.200) e il bronzo al cerchio (27.600). E allora, aspettando il prosieguo non solo della Coppa Europea ma dell’intera stagione, per citare ancora Vivien Leigh che al tramonto guardava con nostalgia la sua “Tara”, ci verrebbe da dire che, dopotutto, per la ritmica italiana, domani è un altro giorno!

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