Parigi - Il Trampolino protagonista della kermesse olimpica. Cocciaro: "A Los Angeles vogliamo esserci"
Venerdì 2 Agosto la Ginnastica Artistica si è presa una pausa e la Bercy Arena è stata teatro delle gare di Trampolino Elastico. A sfidarsi per l’alloro olimpico in tutto 32 ginnasti, 16 femmine e 16 maschi che, per raggiungere Parigi 2024, sono passati dai Mondiali di Birmingham 2023, dal circuito delle World Cup Qualificanti (2023-20224) o dai Campionati Continentali 2024. Questi infatti gli eventi tramite i quali era possibile conquistare uno dei pochissimi posti a disposizione. Sia negli uomini che nelle donne 5 i posti assegnati tramite il Mondiale ma, mentre per gli uomini tutti i posti rimanenti sono stati dati attraverso il circuito delle Coppe del Mondo, nelle donne l’ultimo posto disponibile è andato tramite il Campionato Africano, a Malak Hamza. La ginnasta egiziana, dopo Tokyo 2021, si conferma la miglior interprete del continente africano e si guadagna la seconda partecipazione olimpica. Tre le nazioni all’esordio olimpico in questa disciplina, Azerbaijan, Austria e Spagna, che con la coppia di allenamenti e di vita David Vega e Noemi Romero Romario ottiene l’en-plein e si qualifica per tutte le gare a disposizione.
Delle 19 nazioni rappresentate nove hanno potuto contare su un rappresentante sia nella gara maschile che in quella femminile, mentre per cinque nazioni le speranze erano affidate al solo “gentil sesso” e per altre sei ai colleghi maschi. Solamente due Federazioni hanno potuto schierare due ginnasti della stessa sezione, nello specifico quelle che sono state capaci di avere due finalisti al Mondiale di Birmingham 2023 e almeno uno tra i primi tre classificati del ranking qualificante. Questa doppia opportunità è stata conquistata dalla Cina, con Wang Zisai (argento agli ultimi mondiali) e Yan Langyu (Campione del mondo 2021 e 2023) nella maschile e Hu Yicheng (bronzo ai mondiali 2022) e Zhu Xueying (campionessa olimpica in carica e argento all’ultimo mondiale) nella femminile, nonchè dalla Gran Bretagna con Isabelle Songhurst e la veterana Bryony Page (due volte campionessa del mondo, due volte campionessa europea e medagliata a Rio 2016 e Tokyo 2020).
La giornata del trampolino olimpico è iniziata con le qualificazioni della gara femminile. Per la prima volta in un’Olimpiade (questo nuovo programma tecnico venne inserito, infatti, dopo Tokio 2020) le ragazze - come del resto i colleghi maschi dal momento che il programma delle gare di trampolino è identico per ambo i sessi - sono chiamate ad eseguire due esercizi di cui, per l’accesso alla finale, conterà il migliore, dando spazio anche a un po’ di strategia. Abbiamo visto, infatti, che Viyaleta Bardilouzkaya (AIN) e Yichen Hu (CHN) - ultime due ginnaste in gara - vedendosi rispettivamente al secondo ed al terzo posto della classifica con 56.340 e 56.270, alle spalle solo dell’altra cinese Xueying Wang (56.720), hanno rinunciato ad eseguire la seconda routine. Non accadrà altrettanto nella maschile dove tutti i ginnasti, seppur certi della qualificazione eseguiranno il secondo esercizio. Particolare la scelta dell’atleta AIN Ivan Litvinovich che, saldamente in testa alla classifica con uno stellare 63.420 (record assoluto di punteggio in una gara internazionale) decide comunque di salire all’attrezzo. Sotto lo sguardo quantomeno perplesso della sua allenatrice, eseguirà una sequenza piuttosto semplice e nemmeno completa, quasi volesse, seppur con un po’ troppa leggerezza e disattenzione, tanto da non contare gli elementi eseguiti, onorare comunque il palcoscenico olimpico senza correre rischi. O forse, più pragmaticamente, voleva semplicemente tenersi caldo prima della finale.
In generale la gara femminile ha visto pochissimi errori e dopo la fase di qualificazione le ginnaste più attese - Xueying Zhu, Viyaleta Bardzilouskaya, Yicheng Hu, Anzhela Bladtceva e Bryony Page - si sono assestate ai primi 5 posti della classifica con punteggi di eccellenza. Tutte le altre ginnaste, ad eccezione dell’Egiziana che paga una difficoltà decisamente più bassa e una qualità tecnica inferiore, avevano nelle corde punteggi da finale ma ad avere la meglio sono state nell’ordine la giapponese iridata 2019 e 2022 Hikaru Mori, la Neozelandese Madeline Davidson alla sua seconda olimpiade (10° a Tokio 2020) e la canadese Sophiane Methot, tornata da non molto ai vertici della disciplina dopo l’esordio senior con bronzo mondiale nel 2017 e diversi blocchi mentali che le hanno impedito addirittura di allenarsi. In finale un solo errore e tante emozioni.
Restano impresse, al di là delle prestazioni tecniche di ottimo livello, le lacrime di Anzhela Bladtceva (AIN) che scende dal trampolino piangendo, già consapevole probabilmente che il suo esercizio nonostante l’ottima qualità, non sarà sufficiente per una medaglia, lo sguardo deluso di Viyaleta Bardzilouskaya (AIN) sul secondo gradino del podio, la soddisfazione Sophiane Methot all’uscita del suo punteggio ma soprattutto l’estrema gioia della neo campionessa olimpica, la “gigantesca” Bryony Page capace, nonostante il recente infortunio di conquistare l’oro a questi Giochi dopo aver ottenuto l’argento a Rio 2026, il bronzo a Tokio 2020 ed aver conquistato anche due titoli mondiali (Baku 2021 e Birmingham 2023) ed europei (Rimini 2022 e Guimaraes 2024).
Anche il primo round della gara maschile vede solo due errori ma - fatti salvi Hu e Zhu, che già con il primo esercizio superano abbondantemente i 60 punti (generalmente garanzia di accesso a una finale), e l’extraterrestre Litvinovich che stampa il record assoluto di punteggio - molti sanno che il punteggio ottenuto può non bastare per avere ancora una chance di medaglia. Eseguiranno tutti, quindi, il secondo esercizio, spingendo, fisicamente e metaforicamente, al massimo e mentre per qualcuno il gioco varrà la candela, per altri il rischio porterà all’errore. La finale purtroppo miete una vittima illustre, il bronzo di Tokio, Dylan Schmidt (NZL): sicuramente uno dei ginnasti più attesi e più amati, sbaglia dopo pochi salti. Spiace davvero e dietro al sorriso che regala comunque al pubblico al Kiss&Cry c’è sicuramente molta delusione e tristezza. Solide le prestazioni del padrone di casa Pierre Gouzou e degli altri due rappresentati del Vecchio Continente, l’inglese Zak Perzamanos e il giovanissimo portoghese Gabriel Albuquerque, cui è toccato il difficile compito di chiudere la competizione salendo sul trampolino dopo la super prestazione di Litvinovich.
Di questa gara gli appassionati ricorderanno sicuramente l’altezza siderale, l’estrema pulizia dei movimenti e l’apparente facilità di esecuzione del campione olimpico che, a soli 23 anni, si riconferma facendo qualcosa che nessuno nel maschile era ancora riuscito a fare (prima di lui infatti solo la canadese Rosannagh McLennan aveva vinto due ori consecutivi) ma anche la genuina commozione del cinese Wang e il bellissimo abbraccio tra i due.
Così il DTN Giuseppe Cocciaro, presente alla Bercy Arena:
“Abbiamo assistito ad una gara di livello altissimo sia nella femminile che nella maschile. Ivan Litvinovich è sicuramente, per il Trampolino, quello che Simon Biles è per l’Artistica femminile, non una ma molte spanne sopra a tutti gli altri. La sua prestazione, con un tempo di volo oltre i diciotto secondi, nettamente superiore rispetto a tutti gli altri, una difficoltà di valore assoluto e comunque un’ottima esecuzione, rimarca l’importanza del parametro del tempo di volo per raggiungere l’eccellenza. Con un tempo di volo alto si possono eseguire al meglio anche esercizi con difficoltà alte. Si sono visti pochi errori, sicuramente meno rispetto ad altre gare, del resto eravamo in presenza dei sedici migliori ginnasti al mondo in questo momento. Meno prevedibile la vittoria di Bryony Page, attestata su un buon risultato ma non altrettanto accreditata per la vittoria. Anche tra le ragazze si vede una crescita costante del tempo di volo, superano ormai tutte i quindici secondi con la punta della bielorussa Viyaleta Bardzilouskaya (AIN) che ha oltrepassato i 16”, sia in qualifica sia in finale. Meno evidente, invece, la crescita nelle difficoltà a livello femminile, rispetto alla maschile dove ormai l’esecuzione di almeno quattro tripli è all’ordine del giorno. Anche per questo, oltre all’assenza nella femminile di mostri sacri come nella maschile, rende forse la qualifica donne più accessibile. Nel prossimo quadriennio, iniziando a lavorare sin d’ora, con una programmazione mirata allo sviluppo delle caratteristiche dei nostri ragazzi, possiamo ambire all’ammissione dell’Italia in tutte e due le sezioni.”