Raccontare questa storia non è semplice, perché per quanto sia una storia condivisa da tanti, siamo convinti che per ciascuno dei cittadini coinvolti in questa tragedia abbia un risvolto intimo, sofferto e unico. Ci scrive un’ex ginnasta della Renato Serra, una delle realtà dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione, che a Cesena, insieme ad altri tesserati, sta dando una mano alle forze dell’ordine e alla protezione civile, con i piedi nel fango e il cuore in gola.

Non ho la pretesa di fornire una visione univoca e universale di ciò che ha colpito la mia città, ma ci tengo a offrirvi la mia testimonianza. I due giorni di intensissime piogge che si sono abbattute sulla regione hanno scatenato in me un forte senso di impotenza e di disperazione: dalla finestra della mia camera vedevo nelle strade più vicine al fiume l’acqua che saliva e l’acquazzone, incessante, che continuava a scendere. Nel frattempo, su qualsiasi social network venivano postati, in tempo reale, video e foto di ciò che stava accadendo, ovunque: case allagate, persone e animali da salvare, campi che si trasformavano in laghi, strade collinari spezzate dalle frane. In poche parole, in quelle ore di tempesta abbiamo visto in diretta la nostra amata Emilia-Romagna finire in ginocchio. Io e la mia famiglia siamo stati fortunati, così come la mia palestra, dove mi sono allenata per circa vent’anni. Una fortuna che tante altre persone, praticanti e appassionati del nostro sport, non hanno avuto. Penso a Riccione, Bologna, Forlì e ai colleghi e amici che si sono ritrovati con le pedane sott’acqua. La ginnastica, maestra di vita, mi ha insegnato a rispettare il lavoro degli altri e ha fatto nascere in me, giorno dopo giorno, durante le lunghe ore di allenamento, un forte senso di appartenenza alla mia società, alla mia città, alla mia regione, che mi ha sempre dato la forza di coltivare sogni e passioni”.

Ed è questo amore che sta spingendo atleti, tecnici, dirigenti, ufficiali di gara a scendere per le strade, muniti di badile e scarponi, per aiutare il più possibile le persone che sono state colpite da questa alluvione. E’ lo spirito sportivo, che si nutre del fair play e dei valori olimpici a far diventare soccorritore un ginnasta. “Con me – continua la nostra testimone che è voluta rimanere anonima per rappresentare tutti i tesserati FGI – c’era un’altra ex ginnasta, Giada Maraldi, poi Andrea Dotti, Samuel Pompinetti e Gabriele Tisselli, che invece gareggiano in Serie A1 e li vedremo alla Final Six a Napoli. Qui c’è gente che per diversi giorni ha messo da parte i paracalli e dagli attrezzi dell’artistica è passato a quelli da lavoro per dare una mano a chi ne aveva più bisogno”. Conclude così il nostro angelo del post diluvio universale, una giovane appassionata delle nostre discipline che, come i suoi coetanei, cesenati e no, sta dimostrando ancora una volta che la ginnastica è solidarietà, è aiuto, e che la Romagna è amore. “Non abbiamo fatto altro che seguire il nostro cuore”, e a volte il cuore, si sa, va buttato oltre l’ostacolo e chi meglio dei ginnasti, allora, per saltare al di là delle avversità della vita?