Alla vigilia del 15 marzo, Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla per la lotta ai disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (DAN), la Federazione Ginnastica d’Italia (FGI) e l’Istituto Auxologico Italiano hanno presentato a Milano una nuova partnership tesa a proteggere atlete e atleti adolescenti tramite un’efficace azione preventiva. Il progetto per un’attività sportiva in salute intende fornire una risposta a un fenomeno rimasto finora in ombra - i disturbi dell’alimentazione tra i giovani che praticano attività agonistica - con una strategia di intervento mirata e il contributo di professionisti specializzati. Nel corso dell’evento, moderato dalla giornalista Ilaria d’Amico, è stato approfondito il tema dei disturbi alimentari nello sport, sia dal punto di vista della prevenzione che della cura, grazie alla partecipazione di alcuni dei massimi esperti della materia.

Lo sport è un mezzo straordinario non solo per l’esercizio fisico, ma anche per i valori intrinseci che trasmette. Attraverso lo sport vogliamo che tutte le forme di dipendenza, in particolare quelle alimentari, siano superate. Riteniamo che il messaggio più importante debba arrivare da chi ha quotidianamente a che fare con bambini e bambine, quindi da allenatori, dirigenti sportivi e tecnici, affinché trasmettano valori quali una sana alimentazione e un sano stile di vita. Investire sulla formazione dei professionisti è il punto da cui partire, considerando anche il quadro d’insieme: il 60% delle persone che soffre di dipendenze legate al comportamento alimentare sono ragazzi dai 13 ai 25 anni. Il contesto non è facile, perché lo sport porta ad ansia da prestazione e questo determina una difficoltà ulteriore, per cui crediamo che la formazione sia fondamentale”, ha dichiarato Flavio Siniscalchi, Capo del Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio.

È importante per me intervenire in questa giornata”, ha affermato il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana attraverso un video messaggio espressamente inviato per inaugurare la giornata dei lavori, “così importante per tante ragioni: si celebra un anniversario storico per la Federazione Ginnastica d’Italia, ricorre la giornata della lotta ai disturbi alimentari ma è anche la giornata in cui assistiamo alla nascita della collaborazione virtuosa tra sport e salute. I disturbi alimentari devono uscire dal cono d’ombra e beneficiare di occasioni di dialogo, ascolto e confronto per essere superati. Per questo occorre un lavoro di rete e di solida alleanza tra le famiglie e professionisti. In questo le associazioni come quelle sportive sono preziose alleate nella capacità di leggere i segnali per prevenire i disturbi, di fare da radar per possibili forme di disagio e per la ricerca di soluzioni. Per tali ragioni non posso che apprezzare l’impegno congiunto di Auxologico e Federazione Ginnastica d’Italia. Regione Lombardia è al fianco di tutte le persone che soffrono di questi disturbi e delle loro famiglie. Per questo continueremo a sostenere la complementarietà tra sistema pubblico e privato, motore di sviluppo e crescita dell’offerta sanitaria oltre che principio a garanzia di quella imprescindibile libertà di scelta e di cura che noi sempre difenderemo”.

La Federazione Ginnastica d’Italia e Auxologico oggi sono alleati per un unico obiettivo che ci porta tutti a remare nella stessa direzione sia come stimolo che come modello ovvero pensare e vivere lo sport per migliorare la salute”, ha commentato in un video messaggio il Presidente del CONI Giovanni Malagò,

Siamo felici di festeggiare il nostro 154° anniversario di fondazione insieme ad un partner autorevole come l’Istituto Auxologico Italiano che ci affianca, in ambito sportivo, nella battaglia comune contro i disturbi del comportamento alimentare, evidenziata dalla giornata nazionale del ‘Fiocchetto Lilla’ che il destino ha voluto coincidesse con il compleanno della Federazione Ginnastica d’Italia. Questo perché la FGI, ente morale fin dal 1896, come in tante altre occasioni a cavallo di tre secoli, ha la responsabilità di affrontare le nuove sfide che la società e la storia ci propongono. La Federginnastica dunque si fa nuovamente pioniera, mettendosi in prima linea accanto agli esperti e ai professori dell’Auxologico nella lotta contro uno dei mali del nuovo Millennio”, ha dichiarato Gherardo Tecchi, Presidente FGI.

Mario Colombo, Direttore Generale di Auxologico ha sottolineato l’importanza del progetto nato in collaborazione con la FGI in un ambito in cui l’IRCCS eccelle per competenze e impegno “Oggi i disturbi del comportamento alimentare rappresentano una sfida non solo della medicina - per la prevenzione, la cura e la loro riabilitazione - ma anche, e forse soprattutto per l'organizzazione del nostro Sistema Sanitario Nazionale. La nostra Fondazione, tradizionalmente impegnata nella ricerca scientifica e nella cura di questa grave patologia, evidenzia la necessità di ampliare l'offerta sanitaria complessiva, graduando in modo scientificamente e clinicamente appropriato i livelli di assistenza che devono comprendere centri ambulatoriali, strutture ospedaliere dedicate e la fase acuta e riabilitativa, nonché forme residenziali di lungo periodo per l'accompagnamento del paziente”.

I disturbi alimentari nello sport: conoscerli per prevenirli

I disturbi del comportamento alimentare possono originare da meccanismi diversi, multifattoriali, che coinvolgono aspetti psicologici, fattori genetici e biologici, meccanismi nervosi e endocrino-metabolici e fattori sociali. La loro importanza è legata alla possibilità anche di effetti sull’apparato cardiovascolare e sul sistema muscolo-scheletrico. Da qui la necessità di un approccio globale alla loro gestione, che si basi anche su studi che vedano la collaborazione integrata di specialisti diversi, in relazione alla genesi multifattoriale dei DCA. “L’Istituto Auxologico Italiano – ha affermato il Prof. Gianfranco Parati, Direttore Scientifico di Auxologico, introducendo i lavori - si occupa di ricerca sperimentale e clinica nel campo delle patologie neurologiche, psicologiche, endocrino-metaboliche e cardiovascolari”. La collaborazione tra questi diversi laboratori dell’Istituto può aiutare quindi a fornire un solido supporto ai giovani impegnati nello sport e a rischio di DCA. “Tale supporto – continua Parati - si basa sulla possibilità di approfondire le nostre conoscenze sui meccanismi alla base dei DCA, ancora incomplete, e sui fattori che possono determinare alterazioni neuropsicologiche, endocrino metaboliche e cardiovascolari. Gli studi su questi meccanismi potranno anche indicare quali interventi dietetici o sullo stile di vita possano essere particolarmente efficaci caso per caso, su base individuale”.

I disturbi alimentari sono orami diventati una scontata attualità, ma al di là degli effetti mediatici, è doveroso sottolineare che gli indici epidemiologici attuali mostrano un fenomeno imponente che tocca oramai il 7% della popolazione generale (nelle sue forme conclamate), e 1/3 degli adolescenti nei disordini più sfumati. Tale dato rende necessario un cambio di passo rispetto alla capacità di diffondere “luoghi” di cura sempre più efficaci e rapidi.

Il nostro Istituto metterà a disposizione della FGI tutta l’esperienza maturata nel campo dei disturbi alimentari. Ci saranno percorsi di formazione specifici con l'obiettivo di condividere quante più informazioni con il personale a contatto con gli atleti. Inoltre, ipotizziamo degli studi epidemiologici per comprendere l'ampiezza e la natura del fenomeno ampliando il bagaglio di conoscenza sui DAN. Si tratta di una vera e propria svolta nello studio del nesso tra attività fisica, nutrizione ed aspetti psicopatologici legati nei DAN. Non solo: quest’iniziativa diventerà un volano anche per moltissime attività di prevenzione nel mondo dell'adolescenza. Purtroppo, non sempre lo sport e l’attività fisica svolgono una funzione positiva come dovrebbero. Il rischio di sviluppare un disturbo alimentare è inoltre superiore in alcune discipline, anche alla luce delle giovani età degli atleti”, ha dichiarato il Dottor Leonardo Mendolicchio, Direttore del Centro Disturbi del Comportamento Alimentare di Auxologico.

La Dott.ssa Emanuela Apicella, Psichiatra presso l’UO Riabilitazione DAN di Auxologico Piancavallo, ha approfondito il legame tra Sport e disturbi alimentari. Diversi studi presenti in letteratura hanno dimostrato il fatto che alcune discipline sportive comportino un rischio elevato di sviluppare un disturbo alimentare. Secondo gli studi, la percentuale di atleti a rischio di sviluppare anoressia è del 35% per le femmine e del 10% per i maschi. Il rischio di bulimia è molto più alto per entrambi, con il 58% delle femmine e il 38% dei maschi a rischio.

La genesi di un DA è multifattoriale e comprende fattori genetici, biologici, psicologici e sociali. Negli atleti, il modello bio-psicosociale incontra fattori di rischio specifici, derivanti non solo dall’individuo ma anche dal “mondo” che lo circonda. Gli sport maggiormente associati all’insorgenza di disturbi dell’alimentazione sono i cosiddetti “lean sport” in cui è richiesta una determinata classe di peso o in cui si crede che un basso peso e un corpo magro possano conferire un vantaggio competitivo su base biomeccanica o relativa al giudizio sull’aspetto fisico. D’altro canto va sottolineato come l’attività motoria, presente come condotta compensatoria in molti quadri di DA, sia sostenuta da meccanismi neurobiologici che conferiscono all’ attività fisica le caratteristiche di una vera e propria dipendenza.

La Dott.ssa Giovanna Berlutti, Medico Federale Federazione Ginnastica d’Italia, Specialista in Medicina dello Sport e dell’Alimentazione, ha approfondito l’aspetto dell’approccio nutrizionale nella preparazione degli atleti olimpici, ovvero, l’Atleta Olimpico nell’immaginario collettivo si identifica con la gara: il momento in cui tutte le qualità fisiche vengono espresse ai massimi livelli e rappresentate dalla precisione del gesto tecnico, dalla prestanza fisica, dalla fatica, dalla esaltazione.

Alle spalle di questi momenti c’è ovviamente un lungo e impegnativo percorso di preparazione fisica attenta, costante, faticosa, in cui il raggiungimento della massima performance rimane strettamente legato al mantenimento dello stato di salute e del benessere psico-fisico dell’atleta. “Presso l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport (I.M.S.S.) del C.O.N.I. dagli anni ‘60 ad oggi – ha dichiarato la Dott.ssa Berlutti - sono stati valutati con check -up multidisciplinare, più di 40.000 atleti top-level, di cui la gran parte Atleti Olimpici. Anche negli anni in cui sono stata Responsabile del reparto di Clinica e Nutrizione dell’I.M.S.S., centinaia di atleti di top-level ed Olimpici annualmente hanno avuto accesso alla valutazione dietologica completa. Tutto questo ha consentito di raccogliere un gran numero di dati significativi per la definizione del “biotipo” delle diverse discipline, delle abitudini alimentari, delle necessità nutrizionali specifiche sempre in evoluzione di pari passo con il progresso tecnico”. Sulla base di tali peculiarità, si fondano i programmi e le indicazioni nutrizionali che entrano a far parte della preparazione che ogni Atleta Olimpico svolge nella Federazione di appartenenza.

Questi Atleti, come raccomanda anche il C.I.O.  (Comitato Olimpico Internazionale), devono inoltre essere sempre più formati per raggiungere una cultura nutrizionale che li supporti nel massimizzare le proprie prestazioni, ma soprattutto li renda responsabili del mantenimento del proprio stato di salute e di benessere.

In un atleta in età evolutiva – continua la Prof.ssa Simona Bertoli, Ordinario di scienze dietetiche applicate dell’Università di Milano e Direttore Direttore Centro Ambulatoriale Obesità di Auxologico - impegnato nel suo percorso verso l’agonismo l’adolescenza è un periodo particolarmente problematico soprattutto nel genere femminile. Lo sviluppo dei caratteri sessuali primari e secondari produce, infatti, situazioni nuove. A partire dal menarca, si verifica un incremento della massa grassa, una ridistribuzione della massa grassa nell’area gluteo-femorale e un aumento del senso della fame. Tutti questi cambiamenti rendono il giovane atleta vulnerabile allo sviluppo dei disturbi alimentari. L’identificazione precoce di cambiamenti dello stato di nutrizione, con variazioni rispetto alle curve di crescita, rappresenta il primo passo per la prevenzione dei disturbi alimentari. Questi screening di assessment dello stato di nutrizione devono essere fatti regolarmente, rilevando il peso, l’altezza e la composizione corporea utilizzando strumenti semplici quali la bilancia, lo stadiometro e il plicometro. Molto importante è anche identificare precocemente i cambiamenti delle abitudini alimenti, delle preferenze e del comportamento al pasto. Genitori, docenti e allenatori, oltre al medico di medicina generale e al pediatra di famiglia hanno un ruolo centrale nel cogliere i primi segnali di cambiamento. Sensibilizzazione e formazione, sono le key words per implementare sempre di più la diagnosi precoce. È importante non sottovalutare i primi segnali, intervenendo per tempo e indirizzando il/la ragazzo/a a specialisti nel trattamento dei disturbi alimentari.

I fattori psicosociali coinvolti nei disturbi alimentari nello sport, sono stati approfonditi durante l’intervento del Prof. Gianluca Castelnuovo, Ordinario di Psicologia Clinica all’Università Cattolica di Milano e Direttore del Servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia all’Auxologico. “Grazie ai pregressi studi che il Laboratorio da me diretto in Auxologico ha compiuto su più di 5000 soggetti in più di 10 paesi in tutto il mondo, all’interno di un progetto dell’International Academy on Body Image, Eating Problems and Health con i colleghi prof. Pietrabissa e prof. Manzoni del nostro IRCCS – ha affermato Castelnuovo - abbiamo analizzato i fattori che possono portare a sviluppare una distorsione dell’immagine corporea e disturbi alimentari connessi”.

I fattori psicosociali, come la percezione di sé e del proprio corpo, l’autostima, la flessibilità cognitiva, le abitudini alimentari, l’attività fisica, ma anche le relazioni interpersonali e familiari, le influenze sociali e dei social media, il contesto culturale, possono rappresentare dei fattori di rischio ma anche, se ben gestiti e orientati, anche dei fattori protettivi.

Negli sportivi, in particolare, il ruolo dell’attività fisica è ancora più cruciale rispetto alla popolazione normale. Le ricerche scientifiche più recenti dimostrano come anche negli sport più a rischio, una equipe ben formata e preparata nella gestione degli atleti anche sugli aspetti alimentari e psicologici, può portare a vivere lo sport come esaltazione ed espressione del proprio sé senza creare distorsioni, ma lasciando un equilibrio armonico fra mente e corpo fino alla massima espressione nella performance sportiva.

L’intervento del Prof. Luca Persani, Ordinario di Endocrinologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Endocrinologia dell’Università di Milano, Direttore del Dipartimento Endocrino-Metabolico dell’Auxologico, ha puntato i riflettori sull’importanza dell’approccio multidisciplinare nella cura dei DCA. Il servizio per la diagnosi e la cura dei DCA è nato una quindicina di anni fa in Ospedale San Luca per dare una risposta al sempre maggiore numero di casi di DCA che arrivavano alla attenzione internistica. Diverse manifestazioni del DCA restrittivo (anoressia), come calo ponderale/magrezza, alterazioni mestruali/amenorrea, aumentata crescita pilifera o manifestazioni neuropsicologiche/psichiatriche, sono infatti comuni a quelle di malattie tipicamente endocrino-metaboliche di una certa frequenza nei giovani come le disfunzioni tiroidee o ovariche, i disordini dello sviluppo sessuale o delle ghiandole surrenaliche. Molte di queste manifestazioni sono inoltre comuni a quelle dell’esercizio fisico intenso/agonistico. Il Prof. Persani ha sottolineato inoltre che in Auxologico oggi è attivo un servizio per i DCA che offre un approccio multidisciplinare di due tipi:

  • ambulatoriale che mira all’inquadramento diagnostico dei DCA e alle sue complicanze sistemiche, comportamentali e neuropsicologiche, che unisce l’expertise endocrinologica/internistica, psichiatrica e dietistico-nutrizionale; questo servizio è attivo su diverse sedi di Auxologico e funziona come supporto nella gestione dei casi DCA meno gravi.
  • day-hospital/MAC che mira alla riabilitazione dei DCA di grado intermedio-grave con un approccio internistico (mirante a ridurre l’impatto sistemico della malattia gestendo i disordini metabolici e ormonali tipici della malattia e conseguenti al deficit di apporto energetico-nutrizionale), psichiatrico (mirante a curare o mitigare lo stress e il disturbo comportamentale alla base della malattia), di rieducazione nutrizionale (mirante al miglioramento del rapporto con il cibo) e psicologica di gruppo (mirante alla riabilitazione psico-sociale e del rapporto con il proprio corpo con approcci originali variegati come l’arte-terapia, psicodramma, la danza o lo yoga). L’approccio psicologico è offerto anche alle famiglie per l’educazione dei genitori dei giovani con DCA.

Tale servizio è operativo in Ospedale San Luca e nella sede di Meda offrendo percorsi di supporto complementari a quelli di ricovero ordinario attualmente presenti presso l’Ospedale San Giuseppe di Piancavallo.