Nella Sala Autorità dello Stadio Olimpico di Roma, si è svolto il Forum “Osservatorio Valore Sport” organizzato da “The European House” Ambrosetti, con il partenariato anche del Coni, di Sport&Salute e dell’Istituto per il Credito Sportivo. Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di riportare la pratica sportiva al centro dell’agenda politica, invitando come relatori parlamentari, Valentina Grippo e Mauro Berruto, e uomini di governo, Marcello Gemmato (Ministero della Salute), Paola Frassinetti (Ministero dell’Istruzione e del Merito), Tullio Ferrante (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti). Promuovere il rilancio dello sport partendo da un report, frutto di approfondite ricerche nei diversi ambiti interessati dell’universo sportivo. Un’analisi attenta dei dati dai quali partire per un cammino verso lo sport italiano del futuro chiamato “2050 Italia in Movimento”.

Dopo i saluti istituzionali dell’Assessore allo Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, Alessandro Onorato, è stato Valerio De Molli, Amministratore Delegato del prestigioso studio internazionale di ricerca e consulenza aziendale “Ambrosetti”, a presentare lo stato attuale dello sport in Italia analizzato attraverso un approccio multisettoriale a 360 gradi. Una fotografia dello sport e della pratica sportiva in Italia, realizzata attraverso una piattaforma multistakeholder, nella quale appaiono evidenti chiaroscuri e forti contraddizioni. Indici impietosi, infatti, vedono il nostro Paese al quarto posto nella classifica della sedentarietà degli adulti nel perimetro OCSE, peggio di noi solo Germania, Costa Rica e Portogallo, e addirittura al primo posto nella sedentarietà dei bambini che sono anche i più obesi e in sovrappeso, peggio dei nostri solo gli statunitensi. La spesa per lo sport, rispetto alla spesa pubblica complessiva, ci colloca al 25° posto in Europa, con un indice pari allo 0,46%, davanti solo a Malta ed Irlanda. Il Paese, inoltre, si presenta anche molto diversificato nelle sue aree geografiche, attraverso l’indice territoriale di accessibilità allo sport, infatti, si riscontra la Lombardia al primo posto, seguita dalla Toscana e dall’Emilia Romagna, mentre nelle ultime nove posizioni ci sono le otto regioni del Sud e l’Umbria. Analoga situazione si registra nelle dotazioni di impianti sportivi e scuole dotate di palestra. Sarebbe interessante conoscere questi dati relativamente alla pratica della Ginnastica che, secondo l’Istat, risulta essere lo sport più praticato comprendendo in essa l’attività aerobica, il fitness e la cultura fisica, seguono Calcio, Nuoto, Atletica Leggera, Ciclismo, Sci e Danza.

Ma a questi impietosi indici se ne contrappongono tre, che fanno dello sport una delle vere eccellenze italiane nel mondo. In primis, gli straordinari risultati agonistici che il Presidente del Coni Giovanni Malagò, nel suo intervento, ha attribuito alle grandi competenze dei tecnici, alle qualità ed alla passione degli atleti, al ruolo insostituibile dell’associazionismo sportivo e delle federazioni, che sopperiscono, in parte, anche alle carenze sportive della scuola.

Il 2021 è stato l’anno record dello sport agonistico italiano, recita il report, l’Italia è il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti e prima della Cina, per numero di podi conquistati nelle massime competizioni internazionali, (Olimpiadi, Campionati Mondiali ed Europei), fra i quali sono menzionati quelli della Ginnastica. Primo Paese europeo per numero di medaglie alle Olimpiadi estive di Tokyo e terzo nei Campionati Europei multisport di Monaco 2022, dietro Germania e Regno Unito (anche in questo caso la Ginnastica ha dato un sostanziale contributo). ”Del miliardo di euro che lo Stato ha dedicato allo sport, pari allo 0,5% dei 209 miliardi del PNRR, 300 milioni sono stati riservati agli impianti sportivi, e degli altri 700 milioni dedicati al sistema al Coni, che è un Ente Pubblico e quindi è il Paese, non è arrivato un solo euro” così ha concluso il suo intervento il numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò, mostratosi incredulo  che possano ripetersi in futuro questi straordinari risultati in assenza di una stabilità governativa e continuità con gli interlocutori politici. Condizioni che, di fatto, hanno anche impedito l’inserimento dello sport nell’articolo n.33 della nostra Costituzione, non più rinviabile.

Gli ha fatto eco il Presidente del C.I.P. Luca Pancalli, in simpatica competizione con il collega Malagò in quanto a medaglie conquistate dallo sport paralimpico negli ultimi anni. Vito Cozzoli, Presidente di Sport&Salute, si è invece soffermato sull’importanza dell’introduzione dell’attività motoria nella scuola primaria e sui progetti, Scuola Attiva e quelli di utilità sociale. “Abbiamo dimostrato l’importanza del settore Sport dal punto di vista economico e sociale – ha spiegato in conclusione il Direttore Generale dell’Istituto per il Credito Sportivo Lodovico Mazzolin - Per incentivare la diffusione della pratica sportiva, abbiamo avviato una collaborazione con i Comuni italiani per lo sviluppo delle infrastrutture nel territorio. Dal 2015 abbiamo erogato finanziamenti agevolati anche a federazioni e società sportive per circa 1 miliardo di euro complessivi".

Interessanti gli interventi del dietologo e nutrizionista Giorgio Calabresi e dell’ex Ministra Giovanna Melandri. Infine, gli altri due indici positivi e per nulla trascurabili emersi nel forum: la capacità dello sport italiano di attivare una molteplicità di filiere industriali e di servizi, producendo per il Paese un valore aggiunto di 24,5 miliardi di euro, pari al 1,4% del PIL nazionale e la capacità di creare lavoro occupando ben 420.000 persone. Su delega del numero uno della Federazione Ginnastica d’Italia, il cav. Gherardo Tecchi, ha presenziato al forum il Vicepresidente Rosario Pitton che ha posto al tavolo dei relatori il quesito: “Che anticipazioni possiamo avere sulla legge del lavoro sportivo che dovrebbe andare in vigore il primo luglio prossimo?” “Ci stiamo lavorando per migliorarla e ci auguriamo di renderla operativa alla scadenza prevista” è stata la risposta del Sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Tullio Ferrante.