“Sono salita pensando a mia sorella – ha dichiarato la poliziotta di Genova, Alice D’Amato, in zona mista, visibilmente commossa - Quando ho saputo che si era fatta male stavo nella palestra di allenamento a riscaldarmi. Mi è caduto il mondo addosso. Ho detto, oddio devo fare ancora la mia finale, come faccio adesso. Con la testa ero solo su Asia e temevo di non riuscire a concentrarmi sull’esercizio. Mi sono imposta di non pensarci, almeno per un po’, per fare quello che sono capace di fare. Non mi è riuscito del tutto, non ho fatto bene come gli altri giorni e la tedesca, che è salita dopo di me, è andata meglio. Va bene lo stesso. Per adesso mi interessa solo la salute di mia sorella, tutto il resto è un contorno. Ancora devo realizzare l’importanza di questo argento, per le ragioni che ho spiegato. L’altra volta, a Stettino, avevo preso il bronzo. Prima o poi arriverà anche l’oro. No, Non ho ancora sentito Asia ma la vedrò tra poco e le starò vicino”.

“Sono felice di aver vinto questa medaglia – aggiunge Angela Andreoli - perché al mio primo europeo in assoluto, per di più senior, avendo saltato a causa del Covid la rassegna di Mersin, ho provato un’emozione unica. Sono davvero contenta. Sono partita con un po’ di ansia per la situazione in generale. Poi ho ricordato le parole di Martina (Maggio, nda.) che mi dice sempre, vai su e divertiti. oggi direi che ci sono riuscita, in tutti i sensi. mi sono scese delle lacrime, per l’emozione, fortissima, mai provata prima. anche adesso mi mancano le parole per descriverla”.

“Se io oggi ho fatto la finale alla trave è per merito di Asia – conclude la capitana delle Fate, l’agente delle Fiamme Oro Martina Maggio - Quel posto l’aveva conquistato lei, la finale doveva essere la sua. Sostituirla non è stato per niente facile, ed anche se la medaglia l’ho presa poi al corpo libero, in un altro attrezzo, voglio dedicarla a lei. In questo campionato non sono riuscita a fare la mia solita trave, ma mi rifarò in futuro. Al corpo libero puntavo all’oro, arrivarci così vicina mi dà ancora più fastidio, però lavorerò ancora per migliorare e prendermi ciò che merito. Ho cercato anche di aiutare Angela (Andreoli, nda.), per lei sono una specie di chioccia. Volevo accompagnarla nel suo esordio per farle vivere questa esperienza nel migliore dei modi. Spero di esserci riuscita”.

“Come capita sempre nelle finali per attrezzo – spiega il DTN Enrico Casella, anche lui molto provato - quando ci sono nazioni dominanti come siamo stati noi nei giorni precedenti, è quasi normale che le avversarie provino a conquistare i loro spazi e che le giurie siano inconsciamente propense a premiare questo sforzo. Lo dico senza polemica. L’argento alla parallela poteva essere un oro, idem al corpo libero. Ma ci sono pure le rivali, non è che siamo qui da soli. Abbiamo preso medaglie ovunque, eccetto alla trave. L’infortunio di Asia ovviamente ci ha destabilizzato. Alice in lacrime prima di fare la parallela perché non sapeva le condizioni della sorella, loro sono molto legate. Martina chiamata in fretta e in furia a fare il cambio, tra documenti da firmare e corse nelle palestre del war-up. Anche qui si è visto il gruppo, che esce fuori quando le cose vanno male, non quando tutto fila liscio. Oggi è stata una giornata complicata. L’antidoping di Alice, le altre ginnaste da seguire, io mi sono pure ritrovato sul podio del volteggio, perché gli organizzatori non volevano lasciare il posto vuoto. Credo non sia mai capitato che l’allenatore prendesse la medaglia al posto della ginnasta infortunata. Vi assicuro che, sia io sia Asia, ne avremmo volentieri fatto a meno. Insomma, con Marco Campodonico, Monica Bergamelli, Salvatore Scintu e i tecnici delle junior, Mauro Di Rienzo e Tiziana Di Pilato abbiamo avuto il nostro bel da fare. Un infortunio durante una gara è sempre un problema. Adesso valuteremo a Brescia l’entità del danno e i tempi di recupero. Poi faremo le considerazioni del caso in vista dei Mondiali. A Liverpool vogliamo recitare un ruolo da protagonisti comunque. Non è sufficiente essere belli solo quando si vince, la bellezza sta nel coraggio che si mostra davanti alle avversità.