La squadra di ginnastica artistica maschile del ROC, il Comitato Olimpico Russo, ha vinto il suo primo oro a cinque cerchi in 25 anni, ieri sera a Tokyo, negando ai campioni uscenti del Giappone la vittoria in casa. E’ stato un po’ come con l’Italia del calcio a Wembley. La delusione dei giornalisti nipponici in tribuna stampa, in un palazzetto tristemente chiuso al pubblico, era palpabile. Terzi nella qualifiche di sabato, Nikita Nagornyy, Artur Dalaloyan, Denis Abliazin e David Belyavskiy hanno elettrizzato l'Ariake Gymnastics Center con routine straordinariamente difficili, presentate con un’esattezza che a volte si avvicinava alla perfezione. La Russia ha raccolto 262.500 punti, precedendo i rivali (fermi a quota 262.397) di appena uno 0,103, al termine di diciotto esercizi ciascuno. Roba da calcolatrici! Va anche detto che gli occhi a mandorla, in verità, fin dalla prima rotazione, erano puntati gli uni sugli altri, con i Giapponesi che ruotavano insieme alla Cina, rivale sportiva e geografica. Fiduciosi della propria forza, palesata nel concorso di ammissione Hashimoto e compagni, sono rimasti spiazzati dalla rincorsa russa, cominciata al cavallo con maniglie insieme agli Stati Uniti, e alla fine si sono dovuti accontentare della piazza d’onore, mentre la Repubblica Popolare Cinese si mette al collo il secondo bronzo olimpico consecutivo, dopo quello di Rio de Janeiro. Determinato e diligente su tutti gli apparati, il ROC è risultato il team più forte agli anelli e al volteggio, con gli arrivi bloccati di Nagornyy e Dalaloyan. Una bella spinta arrivata proprio a metà gara, nella fase nevralgica della sfida. L'unico momento in cui hanno esitato è stato al corpo libero, proprio all’ultimo giro, dove Abliazin e Dalaloyan hanno entrambi collezionato fuori pedane, dilapidando un vantaggio di sei decimi che ha creato quell’esaltante atmosfera da fotofinish.Entrambe le squadre hanno aspettato con ansia l’uscita sul maxischermo dell’ultimo punteggio e quando è arrivato, i russi sono caduti a terra, sopraffatti dalla gioia. "Abbiamo fatto molta strada per arrivare fin qui", ha detto Abliazin, “in questo momento siamo sopraffatti dalle emozioni”. Il primo e ultimo titolo del team di Mosca nel concorso IV risaliva ad Atlanta 1996. Per il 28enne Abliazin è la sesta medaglia olimpica, ma il suo primo oro. Lui, Nagornyy e Belyavskiy facevano parte della squadra che nel 2016 si fermo ad un gradino dall’Olimpio brasiliano, proprio dietro il Giappone di Uchimura. Hashimoto Daiki, Kaya Kazuma, Kitazono Takeru e Tanigawa Wataru ci hanno provato a ripetersi, con un inizio promettente su al corpo libero, ma si sono sgonfiati man mano che la competizione andava avanti. E all’ultimo giro sono risultati vani gli sforzi alla sbarra del campione dei Giochi Olimpici Giovanili Kitazono (14.500) e dello stesso Hashimoto (15.100, il punteggio più alto di giornata). O meglio, sono bastati per respingere la Cina, non per afferrare i russi. L'argento rappresenta comunque la 14ª medaglia olimpica del Sol Levante nel concorso a squadre maschile, più di qualsiasi altro team nella storia. Il Giappone ha raggiunto il podio in quattordici delle ultime sedici Olimpiadi, una serie interrotta solo nel 1996 e nel 2000. Una caduta di Lin Chaopan durante l'esercizio al corpo libero nella prima routine ha fatto precipitare la Repubblica Popolare in un buco dal quale Lin, Xiao Ruoteng, Zou Jingyuan e Sun Wei non sono più riusciti a risalire. Neanche i migliori punteggi di squadra a cavallo con maniglie e parallele sono stati sufficienti per avvicinare il ROC e così i campioni del mondo 2018 sono finiti sul gradino più basso. Questo piazzamento di squadra è il quarto consecutivo della Cina ai Giochi Olimpici, anche se il bronzo ha un sapore decisamente agrodolce per una scuola che ha vinto tre ori tra il 2000 e il 2012. Gran Bretagna, Stati Uniti, Svizzera, Ucraina e Germania completato la classifica.