Abbiamo raggiunto la postazione commento di Rai Sport all’Ariake Gymnastics Centre, dove Andrea Fusco ed Igor Cassina stanno raccontando le gare dell’artistica. La presenza dell’olimpionico alla sbarra di Atene 2004, che il giornalista accanto aveva definito un punto esclamativo venuto dallo spazio, ci permette di leggere con l’ottica del campione le gare di Tokyo 2020 e in particolare quelle della maschile, che oggi vivranno l’epilogo del concorso a squadre. “Peccato per gli azzurri – comincia così l’analisi del medese, argento iridato ad Anaheim 2003 ed oggi imprenditore nel settore benessere - Ludovico aveva la possibilità di entrare nella storia della disciplina con il suo movimento alle parallele pari ma ha fatto una caduta sull’attrezzo, è arrivato in presa brachiale piuttosto che in appoggio e non gli è stato riconosciuto l’elemento. Questo gli ha fatto perdere di un soffio anche la finale all around nella quale non avrebbe certo sfigurato. Marco ha fatto un buon esercizio nella parte di forza, eccetto un’imperfezione nello slancio appoggio all’orizzontale. In quella finale ha lasciato decimi preziosi per un paio di spostamenti e a certi livelli, contro certi avversari, sono imprecisioni che si pagano care. A livello di squadra questa sera vedremo tre superpotenze: il Giappone che non aveva iniziato nel migliore dei modi, la Cina e la Russia, che gareggia sotto le insegne del ROC, il suo comitato olimpico. Poi, leggermente dopo, ci sono Stati Uniti e Brasile, che possono approfittare degli eventuali sbagli altrui per contendersi un posto al sole sul podio. E con la formula dei tre su tre può accadere di tutto. Si fa in fretta a lasciare punti per strada. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dai Paesi cosiddetti emergenti, tante nazionalità nuove, non ultima la Turchia, che ha delle punte importanti tra parallela e anelli. L’australiano Tyson BULL, alla sua prima olimpiade, ha fatto un bellissimo esercizio alla sbarra, con il Cassina, il Kovacs raccolto avvitato collegato al Kovacs raccolto e il Gaylord II eseguiti in maniera magistrale. La sbarra, lo sappiamo, è punto di domanda, più che un punto esclamativo. Infatti Uchimura, dopo aver eseguito il Cassina 2, ossia il Kovacs raccolto con due avvitamenti che avevo mostrato io in un video durante un allenamento, poi il Cassina e il Kovacs raccolto avvitato, è caduto sullo Stalder più un giro e mezzo con impugnatura mista (Quast). Ha messo male la mano, era un po’ basso ed è scappato via dall’attrezzo. Davvero una disdetta, sarebbe stato bello vedere il sei volte iridato nell’all around chiudere la cariera con un oro alla sbarra, che aveva vinto soltanto a Glasgow nel 2015. Un altro “grande vecchio” è Marian Dragulescu che ha proposto al volteggio una rondata flic mezzo giro salto teso con due avvitamenti e mezzo. Un po’ per l’età, però, un po’ probabilmente per la preparazione che nell’ultimo anno, a causa del Covid, è stata per tutti complicata, non l’ha eseguito bene. Pure il suo grande classico, il salto che porta il suo nome, non è quello di qualche anno fa. Il terzo big a mancare l’appuntamento con la storia è stato Zonderland. Epke ha fatto il suo esercizio alla sbarra con diverse penalità nell’esecuzione. A differenza del connazionale Bart Deurloo che ha centrato la finale con l’ultimo punteggio utile e, chissà, magari andrà a medaglia. Ho ritrovato, infine, un Max Whitlock in buona forma. Il britannico però se la dovrà vedere con tanti nuovi interpreti, outsider determinati a fare quello che riuscì a lui a Rio de Janeiro: domare il cavallo dell’Olimpo”.