"Men at work". Il cartello che si legge, all’estero, durante i lavori sulle autostrade è quello che meglio sintetizza lo stato attuale della Nazionale di Artistica Maschile. Ai primi Campionati d’Europa del nuovo quadriennio l’Italia si presenta con una squadra giovane, orfana dell’esperienza di Principi, infortunatosi poco prima della partenza, e paga il conto. L’unico che riesce a centrare una finale a Cluj Napoca è Lorenzo Galli, 17° con il totale di 79.898 (VO 13.800 – PA 13.666 – SB 13.233 – CL 13.200 – CM 13.166 – AN 12.833) nel Concorso Generale. Il ginnasta romano dell’ASD Eur che, per sua stessa ammissione, somiglia a Principi o al campione italiano assoluto Enrico Pozzo, malgrado fosse all’esordio assoluto, riesce a completare il giro senza particolari errori. “Adesso deve aumentare la nota D e stabilizzare gli elementi” – ha commentato Gianmatteo Centazzo che invece segue alla Spes Mestre in particolare Stefano Patron, l’altro azzurro impegnato sui sei attrezzi (SB 13.033 - CL 11.366 – CM 13.233 – AN 12.908 – VO 13.366 – PA 13.300), ma fuori dall’élite dell’All-around con 77.206. Il discorso vale per tutti i ragazzi convocati dal DTN Giuseppe Cocciaro, il quale, con il coach Maurizio Allievi e Andrea Massaro, sta cercando di rilanciare una Sezione uscita dal ciclo precedente con le ossa rotte. Il presidente Tecchi aveva dato un input preciso, ripartire, puntando in particolare sulle nuove generazioni. E così è stato fatto, solo che, in questi casi si paga lo scotto del noviziato. Ancora sconosciuti al grande pubblico internazionale e alle giurie la meglio gioventù azzurra è apparsa come un blocco di marmo dal quale però sarà possibile tirar fuori l’ennesimo capolavoro, in un rinascimento ginnico che punta ai Giochi di Tokyo 2020. Meno di quattro anni di studio matto e disperatissimo per farsi trovare pronti quando conterà davvero. Intanto nella Sala Polivalenta sono emersi più che altro gli errori, perché è su quelli che bisognerà lavorare in futuro: Carlo Macchini, oro alla sbarra agli Eyof di Utrecht nel 2013, manca per due volte la presa sul Kovacs avvitato e su quello normale. Due tonfi nella polvere di magnesia da 10.600 punti, più duri per il morale che per la carriera del fermano, cresciuto alla corte di Luigi Peroli e Marco Fortuna. Patron, invece, si distrae soltanto al corpo libero, chiudendo a terra il doppio salto raggruppato avanti nella diagonale iniziale e il triplo avvitamento in quella finale. Peccato perché la matricola del gruppo, classe 1999, protagonista a Berna lo scorso anno con l’Italbaby, insieme agli altri mestrini - Mozzato e Castellaro - senza quelle due disattenzioni sarebbe entrato di sicuro tra i 24 del Vecchio Continente. Un doppio carpio in uscita alle parallele pari, infine, tradisce Marco Sarrugerio. Il bel tenebroso di Segrate per il resto aveva fatto bene (CL 12.766 - CM 12.500 – AN 13.466 – PA 12.866), confermando che dai Balcani, tra i baby di Sofia nel 2014, ai Carpazi, tra i big di Cluj Napoca, il balzo è stato indolore. Tommaso De Vecchis dopo un passo di troppo sugli staggi pari, salta sul ferro della sbarra che è una meraviglia. Pare un uccellino tanto è leggero. Dopo il Kovacs, ad un tratto, si impianta sulla gran volta e perde parecchi decimi. Troppi per puntare alla final eight di domenica. Un movimento indietro di assestamento all’arrivo completa il misfatto. Peccato perché Timmy (PA 13.166 – SB 12.866 – CM 13.266) si era presentato all’appuntamento preparato e deciso a ritagliarsi un ruolo da protagonista. Verrà il giorno. Un discorso a parte meritano gli anelli di Marco Lodadio. Ci risulta davvero difficile abbinare il suo esercizio al 14.466 assegnatogli dai giudici dell’UEG. A parte uno spostamento a terra in uscita e una croce forse un po’ alta, il 25enne della Ginnastica Civitavecchia aveva tenuto tutte le posizioni, con linee perfette e un cipiglio di sfida alla Jury Chechi. Forse anche il romano, nonostante i precedenti a Birmingham, Montpellier e Berna, sconta un certo anonimato a livello mondiale. Servono gare e occasioni per farsi conoscere, in un work in progress che, a questo ritmo e con i suoi numeri, potrebbe portarlo sull’Olimpo. Ecco chi sono invece i campioni di questa edizione per ora virtualmente sul podio, dopo la lunga fase delle qualificazioni odierne:

All-around

  1. Oleg Verniaiev 85.966
  2. Artur Dalaloyan 85.198
  3. James Hall 84.473

Corpo libero

  1. Miguel Zapata 14.800
  2. Marian Dragulescu 14.666
  3. Alexander Shatilov 14.466

Cavallo con maniglie

  1. Krisztian Berki 15.200
  2. David Belyavskiy 15.000
  3. Saso Bertoncelj 14.733

Anelli

  1. Eleftherios Petrounias 15.366
  2. Artur Tovmasyan 15.033
  3. Courtney Tulloch 14.933

Volteggio

  1. Marian Dragulescu 14.666
  2. Igor Radivilov 14.666
  3. Artur Dalaloyan 14.533

Parallele pari

  1. Marcel Nguyen 15.166
  2. Ferhat Arican 15.133
  3. Lukas Dauser 15.100

Sbarra

  1. Olivier Hegi 14.466
  2. David Belyavskiy 14.266
  3. James Hall 14.200