Obiettivo: una pioggia di medaglie. Nel segno della tradizione l’Italia proverà, anche in occasione della 30esima edizione delle Universiadi, a fare il pieno di successi. I numeri chiariscono il concetto: nell’edizione di Taipei 2017, la delegazione azzurra si è piazzata all’8° posto del medagliere con 32 podi conquistando 9 ori, 6 argenti e 17 bronzi. Gli atleti italiani hanno ottenuto medaglie in otto discipline delle 22 in gara. La Ginnastica non era presente, mentre a Gwangju, in Corea del Sud, nel 2015 Veronica Bertolini si piazzò tra le prime dieci dell’olimpiade universitaria, vinta dalla coreana Jae Son davanti a Ganna Rizatdnova e Melitina Staniouta. Sedicesima l’altra ginnasta della FGI, Alessia Marchetto. "Un'esperienza da rifare, sembra davvero di essere alle Olimpiadi, anche se io non ci sono mai stata – dichiarò l’allora campionessa italiana assoluta della San Giorgio di Desio, che l’anno successivo si sarebbe davvero qualificata per i Giochi di Rio de Janeiro. “Mi sono divertita – aggiunse la stella della Virtus – Ce ne andiamo con un bel ricordo”. Nel 2013 a Kazan fu il turno di Ludovico Edalli, Paolo Ottavi e Paolo Principi, con Federica Febbo, in rappresentanza dei piccoli attrezzi. Con la Russia dominatrice sia nella femminile grazie a Mustafina, Afanaseva e Nabieva, sia nella maschile con Denis Abljazin e David Beljavskij su tutti, l’ItalGAM si piazza al decimo posto, con qualche buon piazzamento individuale. Nella ritmica, assente Kudryasheva, brillò la stella della Mamun, presagio di quanto accadrà in Brasile, tre anni dopo. Continuando a ritroso nel tempo, nel 2011 a Shenzhen in Cina, la FGI si presenta con 14 ginnasti della Sezione di Aerobica. La coppia mista composta da Giulia Bianchi ed Emanuele Pagliuca strappa l’argento, piazzandosi alle spalle della Russia, mentre la rappresentativa dell’Aerobic Step, all’esordio assoluto nella specialità da poco introdotta dalla FIG, arriva ai piedi del podio. A Belgrado nel 2009 Julieta Cantaluppi, fresca dell’oro ai Giochi del Mediterraneo di Pescara si piazza in 13ª posizione nell’all-around della ritmica, dominato dall’olimpionica di Londra Eugenia Kanaeva. Soltanto 29ª l’altra italiana, Francesca Cupisti. Questi gli ultimi dieci anni di presenze azzurre. Ma la tradizione ovviamente non finisce qui e affonda le sue origini fino alla prima edizione di Torino nel 1959. Tanti i campioni che hanno preso parte all’evento universitario, da Jury Chechi con i suoi due ori, di cui uno di squadra, e un argento a Buffalo nel 1993 e il titolo a Catania nel 1997 davanti al connazionale Roberto Galli, al bronzo agli anelli di Smirne 2005 conquistato da Matteo Morandi, quelli di Catania 1997 al cavallo con maniglie e di Palma di Maiorca 1999 alla sbarra di Alberto Busnari, senza dimenticare il terzo posto, sempre a Buffalo, negli States, di Ruggero Rossato sul castello degli anelli. Nella foto il Vice Presidente Rosario Pitton mostra la bandiera dell’edizione partenopea, a fianco delle individualiste Alexandra Agiurgiuculese e Milena Baldassarri, durante gli Europei dei piccoli attrezzi a Baku. Dopo Napoli quella bandiera volerà in Cina, precisamente a Chengdu, dove nel 2021 si terrà la XXXI edizione. Per ora sono 7.285 gli atleti, ad oggi, registrati per partecipare all’Universiade 2019. I 127 paesi partecipanti avranno tempo fino al 3 giugno per completare le iscrizioni di ulteriori atleti. La FGI renderà noti i nomi dei propri rappresentanti dopo l’approvazione nel consiglio federale del 24 maggio. In totale sono 3.833 gli uomini e 3.452 le donne partecipanti, con un rapporto uomo donna quasi paritario. Dell’Italia il primato degli iscritti, ben 361, seguita a ruota dagli Stati Uniti con 292 e Giappone con 281. Nella top ten anche Russia, Canada, Corea del Nord, Francia, Cina, Messico e Australia. Saranno ventidue i paesi con almeno 100 atleti, un solo iscritto al maschile per Gambia e Zimbabwe e al femminile per il Principato di Monaco. Le nazioni con il maggior numero di donne iscritte sono, al momento, Italia con 113, gli Stati Uniti con 100 e la Polonia con 78. A fare da contraltare Corea del Nord ed Emirati Arabi Uniti che non hanno donne iscritte nei loro team.