E’ nata una stella. E come tutte le stelle ha un nome difficile, Agiurgiuculese, che evoca luoghi inesplorati, come inesplorate sono ancora le sue potenzialità. Alexandra, dopo il bronzo nella classifica Junior Team con Milena Baldassarri, ha vinto due medaglie d’ argento - alla palla con 16.783 (D. 7.550 E. 9.233) e alle clavette con 16.883 (D. 7.650 E. 9.233), in entrambi i casi di 0.317 decimi dietro la russa Polina Shmatko – e una di bronzo alla fune con 16.383 (D. 7.350 E. 9.033), alle spalle della russa Alina Ermolova (17.050) e della bielorussa Julia Evchik (16.916). La quindicenne di origini rumene, allenata all’AS Udinese dalle tecniche Spela Dragas e Magda Pigano, ha sfiorato l’en plein giungendo ai piedi del podio anche nella finale con il cerchio, dove è arrivata quarta con il personale di 16.158 (D. 7.125 E. 9.033), preceduta da Mariia Sergeeva (16.900) -ennesima splendida rappresentante di quella Russia che continua a fare razzia di titoli –  e sulla piazza d’onore dall’accoppiata pari merito a quota 16.700composta dalla bielorussa Alina Harnaso e dall’israeliana Nicol Zelikman. L’Italbaby chiude dunque l’esperienza continentale in Terrasanta con quattro piazzamenti, due bronzi e due argenti. Un risultato mai registrato prima. Dopo il secondo posto di Katia Pietrosanti alle clavette di Bucarest 1993 e il terzo di Federica Febbo al nastro di Torino 2008, Holon entra nella storia grazie ad una lingua più antica dell'aramaico, l’Argiurgiuculese, la lingua dei campioni.