Per una volta le piccole rubano la scena alle grandi e più che l’antipasto della finalissima tra le 20 étoile del Vecchio Continente ci servono un dolce da leccarsi i baffi. E come se un cantautore debuttante aprisse il concerto del grande gruppo affermato e ricevesse più applausi. Alexandra Agiurgiuculese e Milena Baldassarri, zitte zitte, lontano dai riflettori (per le gare del programma giovanile non erano previste neppure le riprese televisive) si mettono al collo una medaglia di bronzo nel Concorso Team Junior che ha il sapore dell’impresa. Mai prima d’ora la Federazione Ginnastica d’Italia era riuscita a salire sul podio a squadre delle promesse della Ritmica. Nell’albo d’oro federale spicca l’argento alle clavette di Katia Pietrosanti conquistato agli Europei di Bucarest nel lontano 1993, ma si tratta di un piazzamento individuale. Riuscire a far alzare il tricolore sul pennone dell’UEG dopo otto attrezzi è tutta un’altra cosa, e le nostre azzurre, oggi, ci sono riuscite. “Stiamo gettando le basi di un roseo futuro – ha esultato il Presidente Agabio mentre si complimentava in mixed zone con le due ginnaste, le rispettive allenatrici - Magda Pigano che affianca Spela Dragas all’AS Udinese e Julieta Cantaluppi, degna erede di Kristina Ghiurova  a Fabriano, anche da tecnica oltre che da ginnasta – la DTN Marina Piazza e Caterina Allovio, la quale ha avuto un ruolo importante nello spogliatoio baby. Il titolo è andato ancora una volta alla Russia, che dopo la vittoria nel concorso generale d’insieme porta a due su due il computo degli ori già nel forziere. Mariia Sergeeva, Alina Ermolova e Polina Shmatko mettono insieme la bellezza di 101.031 punti, staccando le “cugine” bielorusse - Julia Evchik, Alina Harnasko e Yuljya Isachanka - argento a quota 100.373. Sul gradino più basso del podio risplendono poi due atlete di un’eleganza abbagliante, tanto belle quanto tecnicamente dotate. L’Italbaby prosegue la striscia positiva iniziata a Berna, ai Campionati d’Europa di Artistica, da Martina Maggio e Martina Basile, in uno straordinario ping pong di emozioni continentali. Passata Rio, ormai alle porte, l’interesse generale si sposterà su Tokyo. Il volto del Mondo sportivo, nel guardare da occidente ad oriente, fermerà di certo lo sguardo sul nostro stivale, alla scoperta di un vivaio tanto ricco. Il progetto italiano per il 2020 c’è e si vede, come ha dimostrato anche la Maschile in Svizzera. Si dice che si raccolga ciò che si semina, ebbene il campo azzurro mostra germogli di un verde accecante. Il 98.983 di Alexandra e Milena è una prima fioritura. Con una coppia in mano, e la possibilità di scartare i due punteggi peggiori (tutta la fune), siamo riusciti a battere il poker di Israele. Le padrone di casa, in quattro, ci sono finite alle spalle, per poco più di due decimi. Praticamente un battito di ciglia. Yana Kramarenko, Ksenia Osokin, Yuliana Telegina e Nicol Zelikman guardano dal basso in alto l’Argiurgiuculese e la Baldassarri, brave a mettere in fila, complessivamente, un 32.533 al cerchio, 33.150 alla palla e 33.300 alle clavette. Adesso, se Milena potrà gustarsi la medaglia, Alexandra domani dovrà affrontare ben quattro finali di specialità, con la voglia matta di riportare in Friuli qualcos’altro da appendere al muro. La stella dell’accoppiata Dragas-Pigano, un marchio di fabbrica tecnico ormai depositato, ha ottenuto il secondo parziale alle clavette 16.750 (7.550 - 9.200) dietro la russa Shmatko (17.066) e il quarto con la palla 16.600 (7.400 - 9.200) di mezzo decimo davanti a Milena, che dunque non sarebbe stata da meno se non fosse stato per il regolamento che ammette nelle final eight soltanto una ginnasta per Nazione. Ci sarà tempo per ammirare ancora la ravennate, cresciuta nel crogiolo fabrianese dei campioni, così come arriverà di sicuro il momento dell’affascinante Caterina, la ginnasta con gli occhi da cerbiatta e gli artigli delle tigri teatine.