Mario Pescante si è dimesso dalla carica di vice presidente vicario del Comitato olimpico internazionale. La scelta di Pescante arriva a pochi giorni dal no del premier Monti alla candidatura italiana."Le dimissioni, comunicate per lettera al presidente del Cio Jacques Rogge - ha spigato Pescante - saranno formalizzate alla prossima Assemblea del Comitato olimpico internazionale in occasione dei Giochi di 'Londra 2012'". "La rinuncia all'incarico - ha voluto precisare Pescante - non va interpretata come atto polemico nei confronti della decisione del Governo di non firmare la lettera di garanzia per la candidatura di Roma. Infatti, la decisione assunta dal Presidente Monti è stata accettata con doveroso rispetto". E' evidente però che la scelta del Premier ha pesato in maniera determinante e infatti Pescante ha riconosciuto "che la sua attuale posizione ai vertici del movimento olimpico, alla luce della rinuncia di 'Roma 2020', non fosse più compatibile con il suo ruolo di primo vice presidente del Cio". Al termine della riunione del Cda del Comitato Roma 2020 svoltosi al Coni, Mario Pescante ha poi aggiunto: "I malpensanti dicono che mi sono dimesso dopo la mancata candidatura di Roma? Nulla di tutto questo. Ho avuto un colloquio telefonico con il ministro Gnudi proprio ora. La decisione del primo ministro è stata presa nell'interesse del Paese. Se ha ritenuto che la nostra idea che un'Olimpiade poteva servire come investimento, come crescita e fiducia, non è stata condivisa accettiamo il suo parere. E' lui che sta conducendo il Paese. Il problema sono forse più i tempi in cui la decisione è stata presa che mi creano qualche imbarazzo". "A partire dalle Olimpiadi di Londra sarò il primo vicepresidente in un momento in cui il Cio cambierà i vertici e mi trovavo un po' nell'imbarazzo di rappresentare un Paese che ha gettato la spugna prima - prosegue Mario Pescante - Condivido e conosco le ragioni del Governo ma spiegare al mondo la mia permanenza ai vertici del Cio sarebbe stato difficile. E quindi faccio un passo indietro". Una decisione che giunge per rispetto del comitato internazionale. "Se qualcuno ha avuto la sensazione che organizzare un'olimpiade è come organizzare un Expo, con tutto il rispetto per questo, o un concerto e si può rinunciare all'ultimo momento, non ci dimentichiamo che il Cio ha 2700 anni di storia. Ho ricordato al sin daco Alemanno che primi giochi sono stati organizzati 23 anni prima della fondazione di Roma". Pescante rimarrà comunque membro del Comitato: "Da membro mi devono cacciare - scherza-, non trovo motivi per cui non devo restare". La mancata candidatura italiana per l'organizzazione delle Olimpiadi del 2020, tuttavia, è "un'occasione persa". "Non a caso c'erano bookmakers che se ne intendono che ci davano per favoriti - sottolinea -. Forse più per qualche debolezza degli avversari che per la nostra forza. Ci saranno altre occasioni che non riguardano lo sport. Il presidente Monti sta lavorando circondato da tanto prestigio da parte non solo dell'Europa, ma del resto del mondo. Ci sta riportando ai vertici della considerazione. Arriverà un momento in cui questo paese troverà l'occasione per rilanciarsi e dare speranza alle nuove generazioni. Non è stata ritenuta tale. Obbedisco". Il dirigente sportivo indica poi una possibile data per la prossima candidatura: "Il 2060, e non è una battuta. Dal 2020 si rincorreranno tanti centenari: nel '24 Parigi, nel '28 Anversa, poi arriverà Berlino, poi gli Stati Uniti e l'Africa. Nel 2060 c'è il nostro centenario" conclude Pescante. Appena terminata la cerimonia per la presentazione della candidatura di Torino a Capitale europea dello Sport 2015 – alla quale ha preso parte anche il Vice Presidente Vicario del Coni, il nostro prof. Agabio - il ministro per gli Affari regionali, il Turismo e lo Sport, Piero Gnudi ha chiamato Mario Pescante manifestandogli il suo dispiacere. "Sono sinceramente dispiaciuto - ha detto il ministro - per le dimissioni dell'onorevole Mario Pescante di cui ho sempre apprezzato le doti di competenza, professionalità e correttezza, anche con riferimento al recente dibattito sulla candidatura alle Olimpiadi 2020. Era un progetto bellissimo, ma i tempi non consentivano di poterlo portare avanti" – precisa il ministro - "La mia prima uscita dopo la decisione su Roma 2020 - ha detto, raccogliendo gli applausi di una parte della platea, nella quale c'erano anche molti sportivi - una decisione che tutto il governo ha preso con molta sofferenza. Per me - ha aggiunto - è stato un dispiacere perché ricordo ancora Roma 1960, la notte magica di Abebe Bikila a piedi scalzi ai Fori Imperiali. Avrei voluto ricevere emozioni cosi". La proposta di Torino Capitale Europea "può essere una grande occasione - ha detto Gnudi - per fare crescere la pratica sportiva di tutti perché in Italia, pur avendo un patrimonio unico di 95 mila società sportive, siamo ancora indietro sia come impianti sia per il numero dei praticanti. Come ministro - ha concluso - il mio sforzo sarà di fare aumentare la pratica sportiva, che fa crescere il capitale umano di una nazione". Con un pizzico di ironia, anche il presidente del Coni, Gianni Petrucci, è tornato sul no del Governo alla candidatura di Roma per i Giochi Olimpici del 2020, e lo ha fatto a margine del convegno "Un contributo per nuove strategie di gestione delle società di calcio della Lega Pro" a Roma. “Una cosa è certa: abbiamo ricompattato il parlamento, il giorno prima erano tutti favorevoli, poi si sono compattati. Allora bene ha fatto il Governo a non darcele. Ne prendiamo atto, ma nelle prossime settimane lo sport italiano presenterà quello che fa per il paese". (Ansa)