Includere e integrare. Questo l'impegno invocato dall'Unicef nelle conclusioni del rapporto "La condizione dell'infanzia nel mondo 2013 - Bambini e disabilità", presentato ieri mattina a Roma, presso il Salone d'Onore del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Lo studio, suddiviso in sette capitoli, si propone un obiettivo ben preciso: promuovere una maggiore consapevolezza sulla disabilità giovanile per costruire una società più equa e solidale. Un messaggio condiviso da tutte le personalità intervenute, dal presidente del Coni Giovanni Malagò al numero uno del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli, da Capo Dipartimento del Ministero per le Pari Opportunità Patrizia De Rose al viceministro del Welfare Maria Cecilia Guerra fino al Garante nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza Vincenzo Spadafora e naturalmente al presidente di Unicef Italia Giacomo Guerrera. "Non abbiamo scelto a caso il tema della disabilità infantile - ha spiegato Guerrera – vogliamo attirare l'attenzione di tutti, accendere i riflettori sulla vita di queste persone, purtroppo ancora oggi ostacolate dall'ignoranza, dall'intolleranza e dall’ostilità. A tal fine siamo qui al Coni, il nostro connubio è fondamentale: lo sport può rappresentare uno strumento importante per l'integrazione e l'inclusione dei bambini disabili". Eppure, nonostante il ruolo giocato dallo sport, i dati sulla disabilità infantile sono ancora preoccupanti: come spiegato dallo stesso Guerrera, nel nostro paese "solo la metà dei bambini diversamente abili può partecipare alle attività extrascolastiche e appena il 15 per cento dei ragazzi prende parte ai campi scuola". I numeri complessivi riportati nel rapporto dell'Unicef tracciano un quadro allarmante: i bambini che convivono con disabilità moderata o grave sono circa 93 milioni nel mondo, ai quali vanno aggiunti coloro che - nati e cresciuti nei paesi con basso e medio reddito - manifestano un ritardo nella crescita o sono cronicamente malnutriti (circa 165 milioni), e dunque ad alto rischio disabilità. "Servono impegni concreti - ha sottolineato Guerrera - dobbiamo combattere la discriminazione e sostenere le famiglie". A tal fine il rapporto sollecita i governi a ratificare e implementare la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CDPD) e la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (CDI). "Dobbiamo parlare di integrazione e soprattutto di inclusione - ha concluso il presidente di Unicef Italia - i bambini disabili avranno benefici solo se la società si concentrerà su ciò che possono realizzare, anziché' su ciò che non possono fare". Un messaggio condiviso da Pancalli: "Per troppo tempo ci siamo adagiati sul welfare passivo – ha sottolineato il presidente del Comitato Paralimpico - Bisogna fare di più, lo sport può e deve aiutare, ma bisogna concentrarsi anche sulla scuola: nelle ore di educazione motoria dobbiamo favorire l'inclusione dei bambini disabili. Vogliamo costruire un mondo senza barriere e garantire un futuro a questi ragazzi". Sullo stesso piano l'intervento di Malagò: "Il tema dei bambini e della disabilità è centrale nel mondo dello sport – ha dichiarato il presidente del Coni - un paese può vincere tante medaglie olimpiche, ma bisogna creare una base per avere una cultura sportiva figlia della cultura civica. L'Unicef deve sentirsi a casa qui al Coni, oggi e per sempre: lavoreremo insieme per i nostri ragazzi".