Vanessa Ferrari, la più grande ginnasta italiana di tutti i tempi, compie oggi 24 anni. Un traguardo apparentemente normale per qualsiasi giovane atleta che in qualunque altra disciplina sarebbe ancora agli inizi della propria carriera. Nell'Artistica femminile, invece, è talmente difficile trovare una coetanea della leonessa di Brescia ai vertici delle classifiche internazionali che solo con la sua carta d'identità in mano si riesce davvero a comprendere l'enormità dell'avvenimento cui siamo di fronte. Non aveva ancora 16 anni quando la stella della Brixia di Brescia, cresciuta dall'attuale DTN Enrico Casella in una piscina dismessa, raggiunse la vetta del Mondo, ad Aarhus nel 2006. Sono passati 8 lunghi anni, che per riassumerli non basterebbe un solo libro. Bensì un'intera enciclopedia, proprio come la Treccani che, infatti, al di là del paradosso, gli ha dedicato un capitolo (privilegio riservato solotanto ai grandissimi). Dove sono ora tante delle sue rivali di un tempo? dalla Liukin, di un solo anno più grande, all'altra americana, Chellsie Memmel, con cui si confrontava in Danimarca. E ancora Sandra Izbasa, classe 1990, proprio come Vany e tutte le compagne azzurre con le quali condivise momenti indimenticabili: da Federica Macrì a Francesca Benolli, da Lia Parolari a Carlotta Giovannini, e tante, tante altre. Le immaginiamo in piedi ad applaudire la forza d'animo, la costanza, la professionalità di una campionessa destinata a rimanere icona immortale ed immutata, a dispetto del tempo e dello spazio, nell'immaginario dello sport di vertice. Esempio purissimo di longevità e professionalità, di un talento innato che si è dovuto adattare alle mutazioni fisiologiche di un corpo fatto di materia e di sudore, misto a lacrime e magnesia. Il soldato Vany - caporal maggiore dell'Esercito Italiano – si è sempre salvato da sé! Più forte degli infortuni e delle medaglie sfiorate (o soffiate) sotto un cielo, cupo, a cinque cerchi, attraversato dalle comete di sei partecipazioni mondiali, nove europee, sei titoli assoluti italiani, nove scudetti. Una torta immensa, comunque dolcissima - perchè fatta degli ingredienti leggeri di cui sono composti i sogni - alla quale manca soltanto una ciliegina carioca. Nel 26esimo anno, a dieci dall'exploit danese: finale perfetto di quel libro mai scritto che solo un'autrice dalla classe immensa e dalla fantasia sconfinata avrebbe potuto immaginare. Tanti auguri, dunque, Vanessa, da parte della famiglia Ginnastica e di quella Federazione che nel 2019 festeggerà 150 anni, gli ultimi dei quali, anche grazie a te, indimenticabili!