Forse si intravede un filo di luce in fondo al tunnel della pratica sportiva in Italia. Dalle riflessioni emerse dalla ricerca 'Gli italiani, lo sport e i valori sociali', presentata stamane presso il Salone d'Onore del Coni e che indaga il fenomeno della pratica sportiva nel nostro paese ed approfondisce il ruolo dello sport come fattore di sviluppo sociale e civile. La buona notizia è che tra i numerosi dati illustrati dal presidente di Errepi Comunicazione, Roberto Orsi, vi è un trend inaspettatamente positivo: ben l'80% degli italiani è entrato in contatto con uno sport di qualunque tipo e il 38% del totale pratica lo sport con continuità. Resta cauto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, secondo il quale "nella pratica sportiva in Italia partiamo talmente bassi che ci mancherebbe che peggioriamo il trend - osserva - abbiamo toccato il fondo e ora risaliamo, ma il più velocemente possibile. Questo tipo di ricerche sono indispensabili. Si cerca sempre di vincere più medaglie alle Olimpiadi ma io dico che una buona parte dell'opinione pubblica sostiene che vincere un'Olimpiade o un mondiale è tantissimo ma non è tutto. Anche se per statuto non rientra pienamente nelle nostre responsabilità, è un problema di coscienza, da parte mia, toccare questo argomento". Purtroppo non è ancora tutto oro quel che luccica, perché' dalla ricerca emerge anche l'allarme evidenziato da altri autorevoli studi che vedono l'Italia tra le nazioni più pigre al mondo con circa 24 milioni di sedentari: "Ci sono persone - ha spiegato Malagò - che non puoi obbligare a fare sport perché' non possono farlo per questioni fisiologiche, altre che culturalmente non lo vogliono fare".C'e' chi invece sembra rassegnato, come l'amministratore delegato di Coni Servizi, Franco Chimenti, che osserva: "Spero che questa iniziativa continui nel tempo, io non sono ottimista. Lo sport dovrebbe essere una competizione onesta e invece le contraffazioni sono all'ordine del giorno, dovrebbe essere salute ma il doping è una pratica drammatica che si intravede in moltissime occasioni e che poi viene trasportata anche a livello amatoriale". L'indagine è stata promossa dallo Studio Ghiretti, società di consulenza in marketing e comunicazione sportiva, ed Errepi Comunicazione, agenzia specializzata nel settore della comunicazione del sociale, della cultura e della scienza, e in collaborazione con l'istituto di ricerca Ixe' e Unindustria Lazio con il patrocinio di Coni, Cip, Csi, Regione Lazio, Assessorato qualità della vita, sport e benessere di Roma Capitale e Gruppo Sportivo Fiamme Gialle. Oltre alla pratica sportiva, la ricerca e' rivolta anche all'aspetto valoriale dello sport, al suo riconosciuto ruolo formativo, sociale e culturale, al rapporto con il tessuto produttivo e con la responsabilità sociale delle imprese. Lo sport è poi visto come occasione e contesto ideale per testare e superare i limiti individuali, dove i progressi tecnologici o farmacologici illeciti sono condannati con fermezza perché' alterano la scala meritocratica. Elementi evidenziati anche dal vicepresidente di Unindustria, Giampaolo Letta: "Da sottolineare - ha chiarito Letta - ci sono aspetti positivi come il concetto di meritocrazia e giustizia di regole e pari opportunità che nello sport sono uguali per tutti. Ci sono anche aspetti negativi, come la bassa percentuale di chi pratica lo sport e l'alta percentuale di chi l'abbandona in età giovane". Al Salone d'Onore del Coni sono intervenuti in rappresentanza della Federazione Ginnastica d’Italia, il Presidente Riccardo Agabio e il Segretario Generale Roberto Pentrella.