"Bisogna saper rinunciare a qualcosa". Il Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, si è rivolto così agli atleti azzurri, durante la Messa degli Sportivi a San Pietro, accennando alla piaga del doping nello sport. "L'astenersi da alcune cose proibite - ha detto durante l'omelia il Cardinale Ravasi, che ha officiato la funzione religiosa - è un appello a che lo sport conservi la sua purezza, senza subire dei percorsi indiretti affidati ad elementi chimici”. Alla funzione religiosa, quest'anno eccezionalmente tenutasi nella Basilica di San Pietro per chiudere le celebrazioni legate al Centenario del Coni, hanno preso parte i massimi vertici del mondo dello sport e delle istituzioni, dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, al sottosegretario con delega allo sport, Graziano Delrio e il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Oltre a tantissimi atleti, di ieri e di oggi, da Sara Simeoni e Nino Benvenuti, da Valentina Vezzali e Armin Zoeggeler. Presente naturalmente anche la Federazione Ginnastica d’Italia con Le Farfalle della Ritmica, vice campionesse del Mondo e d’Europa, guidate da Marta Pagnini e le grandi ex del recente passato, come Elisa Santoni, Anzhelika Savrayuk, Elisa Blanchi e Marinella Falca. In prima fila anche il Presidente federale Riccardo Agabio, il Segretario Generale Roberto Pentrella, la DTN dei piccoli attrezzi Marina Piazza e l’allenatrice dell’Accademia di Desio Emanuela Maccarani. “Questo incontro - ha proseguito Ravasi - tra la cattolicità e il mondo dello sport ha alle sue spalle un lungo itinerario, iniziato già nelle pagine del Nuovo Testamento. Sicuramente San Paolo si affacciava sugli spalti degli stadi dove si svolgeva la corsa e Gesù si affacciava sulle piazze dove i bambini stavano giocando. Lo sport fa parte di questo simbolo strutturale rispetto all'esistenza della persona”. "Lo sport implica disciplina, rispetto delle regole – conferma il  presidente del Coni, Giovanni Malago', rivolgendosi a Papa Francesco, in occasione del suo intervento - per questo si impegna a scoraggiare il ricorso a ogni tipo di azione di pratiche illecite che minano la credibilità e la genuinità della competizione. Questa Santa Messa a San Pietro - ha aggiunto il numero uno del Comitato Olimpico - suggella nella maniera più gratificante la chiusura del Centenario del Coni che mi onoro di presiedere. Regalando a nostro movimento una splendida giornata all'insegna della valorizzazione degli ideali etici e morali che rappresentano ineludibile base del modello che ci impegniamo a promuovere quotidianamente. Le riconosciamo quella sensibilità e quella vicinanza che si traducono in un convinto sostegno alla diffusione dello sport come irrinunciabile momento di inclusione e di aggregazione. Come strumento chiamato a unire oltre ogni diversità". Papa Francesco, nel suo intervento finale, ha affermato: "Da sempre lo sport ha costruito un universalismo tra popoli, pace tra nazioni, armonia e rispetto della diversità. Questo vale soprattutto nel mondo olimpico, dove le culture, le fedi e i diversi valori, possono diventare una forza ideale capace di aprire vie nuove, a volte insperate, nel superamento dei diritti contro le violazioni dei diritti umani". Poi il Santo Padre ha benedetto il centenario del Coni: "Qui lo sport è di casa, questo incontro ne è la prova. Festeggiamo insieme i 100 anni del Coni, un anniversario importante per lo sport italiano. Da cento anni il Coni promuove e guida lo sport in Italia, non solo in funzione di un grande avvenimento planetario come un'Olimpiade, ma valorizzando la dimensione sociale, educativa e culturale. Ispirandosi ai principi della carta olimpica, che ha tra i suoi principali scopi la centralità della persona, la dignità umana e la costruzione per un mondo migliore senza guerre e tensioni, educando i giovani tramite lo sport e senza discriminazioni di alcun genere. In amicizia, solidarietà e lealtà. Auguri per la candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024. Io non ci sarò..." - esclama poi Bergoglio, che pure nel 2024 avrà 88 anni, non un’età proibitiva. Intanto la candidatura è partita da lunedì e già si parla di connubio tra Coni e Chiesa per vedere qualche disciplina olimpica (si parla del tiro con l'arco) associata al Vaticano. Per il momento, Malagò preferisce soffermarsi sulla sovrapposizione dei valori da mettere in campo: "Oggi è stata una giornata fantastica, più di 10mila persone nella Basilica, la piazza strapiena - dice a margine – una partecipazione corale di tutto il nostro mondo, ma soprattutto un invito a farlo tutti gli anni".