“Tutti chilli che stanno abbascio vann' coppa e chilli che stanno ncoppa vann' bascio” e così come recita il celebre ordine della Regia Marina del Regno delle Due Sicilie la Serie A2 procede con un andamento nevrotico. Dopo la seconda prova di Fabriano, a parte Biella che con 69.625, pur scendendo di un gradino, conferma il podio di Spoleto, le altre si scambiano le rispettive posizioni in un minuetto verso il basso. Infatti, con i 70,125 punti della MottoViareggio, sufficienti a conquistare l’oro marchigiano, la volta scorsa si chiudeva terzultimi, e la stessa squadra di Donatella Lazeri, pur vincendo, ha raccolto 4 decimi e ½ in meno della prima prova, dove giunse al 5° posto. E’ evidente, dunque, un parziale regresso nella qualità complessiva, forse anche giustificato da un assestamento da parte della giuria, dopo un esordio caratterizzato da diverse novità tecniche. Da sottolineare anche la riduzione della forbice tra prime ed ultime (circa 4 decimi), con un avvicinamento generale che non può che rendere più incerto ed interessante il campionato. “Questo risultato, più che dai nostri meriti, è stato determinato dagli errori altrui – ammette l’allenatrice delle versiliesi – Noi siamo una squadra omogenea che può contare su una straniera matura, ma seria ed umile. Delphin ha condotto una gara regolare e credo che alla fine sarà proprio la squadra con il passo più costante, senza alti né bassi, ad ottenere le migliori soddisfazioni”. Non è dello stesso parere la Miglietta che ritiene più che meritata l’affermazione di Viareggio: “Abbiamo sbagliato alla palla e forse con un punteggio più alto della Giolo saremmo stati davanti”. Come si dice? con i se e con i ma non si fa la storia e allora “la classifica è giusta, loro sono stati bravi – conferma l’allenatrice della Ginn.La Marmora – anche se i giudizi mi sembrano un po’ appiattiti. Delle mie mi è piaciuta la Dimitrova, alla sua prima gara nel nostro Paese. Peccato anche per un piccolo errore di Natalija alla fune. Però se proprio devi arrivare secondo è meglio farlo sbagliando, almeno sai di avere margini di miglioramento”. Non fa una grinza, come il nastro della Ledoux, splendida in pedana ed amabile nelle sue dichiarazione del dopo gara: “Sono tanto contenta di essere qui – ci dice la francese, che pare aver preso sul serio il campionato italiano e non come un allenamento per gli impegni internazionali - e di aiutare le mie compagne a raggiungere obiettivi importanti. Oggi ho commesso piccoli errori che spero di limare già dalla prossima giornata”. Il bronzo va alla Comense 1872 con 68.800. Flash, coppe e complimenti sul podio, ma considerando il penultimo posto in Umbria qual è la vera forza delle lombarde? Lo scopriremo forse a Desio, il 24 febbraio. In quella sede cercheremo anche di capire quali sono le ambizioni della Nervianese ( 5^ con 67.425), che ci aveva illusi con una partenza sprint e sabato, con gli errori al cerchio della Rudalova, ci ha costretti ad un brusco risveglio. “Poteva andare meglio” – ci confida sconsolata la Barzacca. Il punto, infatti, è che sono state le prime a frenare bruscamente e quelle dietro, che hanno su per giù confermato i propri valori, si sono ritrovate davanti. Un brusco testacoda testimoniato in modo emblematico dalla Putinati, che sostanzialmente con lo stesso totale, da ultima che era il 27 gennaio con 67.775 ha sfiorato il podio con 67.650. Quasi lo stesso percorso, all’inverso, lo ha fatto l’Arcobaleno. E francamente non sappiamo darcene una spiegazione. Prato ha raccolto circa 4 punti in meno della prima giornata, Arezzo, che dalla 3^ scende in 5^ piazza, addirittura 5, come la Nervianese e la stessa Biella, che partendo da un 74.225, ha mascherato meglio le conseguenze. Un discorso a parte merita la Romana. Quando la tua ginnasta di riferimento è sempre impegnata con la squadra nazionale puoi solo sperare nei passi falsi altrui. “la Santoni è encomiabile – ci racconta Francesca Battistini - montiamo gli esercizi in quattro giorni e lei riesce sempre, con mestiere, a ben figurare. Tuttavia ci manca tanto il suo carisma, la sua presenza in palestra, soprattutto come punto di riferimento per le compagne più piccole. La stabilità che stanno cercando nella Capitale purtroppo non s’è vista a Fabriano, dove le romane hanno chiuso in penultima posizione con 66.100 punti, nonostante le prove discrete di Elisa alle clavette e di Mojca Rode alla fune.