Il Film del 2025 - La stagione "Artistica" degli inediti e delle conferme, con Bonni nel cuore!
Il 2025 è stato un anno più lungo della sua naturale durata. In realtà sono stati due anni in uno: il primo trimestre ancora sotto la gestione Tecchi – contrassegnata nei risultati dai bronzi in Coppa a Cottbus, in Germania, di Edoardo De Rosa al cavallo e di Niccolò Vannucchi a corpo libero e volteggio – e dal 1° marzo con Andrea Facci, il 28° presidente FGI, eletto dalla 98ª Assemblea Nazionale, all’Hilton Rome Airport di Fiumicino, con il 98,7% dei voti. E se da un aeroporto ha preso il volo la nuova Era della decana delle FSN, nell’anno del suo 126° di fondazione, il suo viaggio, a velocità di crociera, verso Los Angeles 2028 ha già fatto tappa, in questi mesi iniziali, in tante località, continuando a raccogliere consensi e disseminare bellezza ginnica, ovunque. Nella stagione d’esordio del ciclo californiano, con la “Generazione Hollywood” in rampa di lancio, la Federazione internazionale ha portato, per la prima volta, la rassegna iridata dei piccoli attrezzi in Sud America e quella dei grandi nel Sud Est Asiatico. L’European Gymnastics del riconfermato Farid Gayibov non è stata da meno, visto che l’Europeo è sbarcato, come mai nel passato, a Lipsia, in Sassonia, con l’artistica, maschile e femminile, a Tallinn, in Estonia, con la ritmica e a Ganja, nell'entroterra azero, con l’aerobica. E in quest’ultime due località l’Italia ha vinto il team ranking continentale senior in entrambe le sezioni. Siamo i numeri uno, insomma, e senza solitudine, come nel celebre romanzo di Paolo Giordano, visto che il movimento continua a crescere e l’incremento del numero dei praticanti - soprattutto dopo la revisione al ribasso dei costi della tessera dei non agonisti e il miglioramento delle condizioni assicurative - nonché delle società e associazioni dilettantistiche affiliate porta la FGI tra i sodalizzi più partecipati, vivaci, giovani e dinamici del comparto sportivo nazionale. Come testimoniano anche gli iscritti alla Ginnastica in Festa di Rimini, Summer e Winter Edition, gli spettatori sugli spalti dei grandi eventi del calendario federale, a cominciare dal sold out al Grand Prix di Reggio Emilia, o lo share delle dirette televisive, dal 3.2% della World Cup di Milano alle centinaia di migliaia di ascoltatori incollati davanti alla RAI per seguire Sofia Raffaeli durante le dirette estive dal Brasile.
Nello sport, si sa, per “numeri uno” si intende, principalmente, le medaglie d’oro, o, per estensione, coloro che salgono sul podio. Nel 2025 è avvenuto in molte occasioni, alcune inedite, altre ricorrenti. Nella Maschile ci piace ricanticchiare a mente l’Inno di Mameli per Pietro Mazzola, alla sbarra degli EYOF di Osijek, mentre con le mani disegna il nome e il cognome di Lorenzo Bonicelli: un giovane in una manifestazione di giovani - protagonista con Ivan Rigon e Riccardo Ruggeri, poi imitato al “Mundialito di categoria” di Manila, nelle Filippine, da Simone Speranza, altro virgulto di un futuro roseo (confermato, se non bastasse, dai tanti podi del Comegym a Istambul grazie ad Andrea Bartasi, Mattia Beretta e Elia Doardi) - che rivolge un gesto di affetto ad un compagno più grande, un magnifico ventitreenne nel fiore della sua maturazione agonistica, vittima di un destino avverso ma mai, nemmeno per un istante, abbandonato dalla sua famiglia sportiva. #InsiemeaBonni, accanto alla sua famiglia naturale, a papà Simone e mamma Vania, diventa così un mantra, dopo l’incidente del 23 luglio a Essen, in Germania, nel corso delle qualifiche maschili ai XXXII Giochi universitari estivi del Rhine-Ruhr. Il resto del racconto agonistico perderebbe quasi di senso (ritaratosi con la dignità e il rispetto di Roberto Germani e dei suoi ragazzi, Niccolò Vannucchi e Riccardo Villa) se non fosse lo stesso atleta della Ghislanzoni GAL ad incitarci a proseguire, a dare un senso, seppur diverso, al suo stesso nuovo percorso di vita, con le sue parole di incoraggiamento, nei video messaggi alla Freddy Cup, o nelle interviste a Dribbling e sui giornali, negli incontri al Niguarda prima e dopo i Mondiali di Giacarta. “Non sono a corto di sogni – ha detto il lecchese in una delle sue commoventi uscite pubbliche – devo solo imparare a ritrovarli”.
Di fronte alla bellezza di Lorenzo, un Atlante in ginocchio che continua a tenersi sulle spalle il Globo della sua passione ginnica, troviamo allora la forza di continuare a gioire per i successi in Challenge a Parigi di Carlo Macchini sulla sbarra – quasi un karma per il poliziotto marchigiano dopo le cadute olimpiche - e di Thomas Grasso al volteggio e per gli argenti di specialità in World Cup di Lorenzo Casali, sempre in Croazia, sugli staggi pari, e di Targhetta a Il Cairo, in Egitto, sul suo cavallo con maniglie, dove tra l’altro inventa un nuovo movimento: il Bertoncelj alla verticale con 360° in rotazione e spostamento di tre terzi, difficoltà F. Ma il talento brianzolo non è l’unico ad iscrivere il suo nome nel codice internazionale dei punteggi. “Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia”, cantava De Gregori e la creatività certo non manca ai ginnasti e ai tecnici italiani. Così nel 2025 Tara all’Unipol Forum di Assago ha inventato il “Dragas” - un’arabesque con rotazione di 360 gradi, gamba posteriore sollevata all’orizzontale e sostenuta con la mano, e busto inclinato all’indietro fino all’orizzontale – mentre Stefano ribadiva a Cottbus il suo ingresso nel CdP della FIG con il Patron 2, l’oscillazione dorsale saltata con ¾ di giro (270°) e Yumin Abbadini ci provava ai Mondiali indonesiani con un Pinheiro (Pelle con le due maniglie tra le braccia) collegato alla salita in verticale in uscita, che però non è stato riconosciuto da Losanna. L’aviere allenato da Alberto Busnari – un altro demiurgo di difficoltà - è stato protagonista del bis di bronzo a squadre, dopo quello di Rimini 2024, stavolta agli Europei lipsiani (assieme a Targhetta, De Rosa, Nicola Bartolini e gli agenti di Polizia Casali e Mario Macchiati), il quarto podio consecutivo dell’ItalGAM nelle ultime quattro edizioni continentali. Sul terzo gradino tedesco hanno brillato ancora Gabriele al cavallo (come aveva fatto pure in Coppa, a Bercy) e Lorenzo Minh al corpo libero, con quest’ultimo artefice di una storica terza piazza nella coppia mista, assieme a Manila Esposito, una specialità al debutto che rivedremo alle Olimpiadi Usa, tra tre anni. Bronzi bellissimi come quelli di Filippo Castellaro al corpo libero e di Manuel Berettera alla sbarra nella Challenge di Koper, in Slovenia. Infine, al di là dei tanti incontri internazionali, pieni di soddisfazioni e riscontri tecnici fondamentali al DTN Giuseppe Cocciaro e al responsabile delle nazionali Under 18 Nicola Costa (tra i quali citiamo il DTB Pokal di Stoccarda, lo Junior Team di Berlino, il torneo di Givet in Francia, le 5 “Ways” di Biel e Mortara, l’EG Wohnen Trophy di Cottbus, l’Arthur Gander a Morges, in Svizzera e il meeting di Kortrijk in Belgio), per non trascurare tutti gli altri risultati che non hanno portato medaglie -ugualmente encomiabili se parametrati agli obiettivi personali - vale forse più di tutti la menzione del quarto posto iridato di Tommaso Brugnami. La corsa del talento della Giovanile Ancona prosegue ininterrottamente dai successi juniores riminesi della passata stagione fino alla pedana senior dei 25 metri di Giacarta. La sensazione, malgrado il suo legno indonesiano al volteggio, è che, di fronte al Borneo, nei mari di Sandokan, sia nata una giovane tigre tricolore.
Ma se il pirata azzurro è uno, le perle di Labuan della FGI sono tante e, in particolare, si chiamano Manila Esposito, Alice D’Amato, Sofia Tonelli, Giulia Perotti, Emma Fioravanti. Il quintetto composito d’esperienza olimpica e novità generazionali miete successi, confermando la leadership europea a squadre. Lo stesso fa l’agente di Boscotrecase, cresciuto a Civitavecchia, che, con l’argento al corpo libero e il bronzo nel mix, conserva pure il titolo EG nell’all around come non era mai riuscito ad altre italiane, nemmeno ad una certa Vanessa Ferrari, ma solo a leggende straniere del calibro di Nadia Comaneci, che ottenne la doppietta nel 1975 e nel 1979. Classe, forza ed eleganza sono le caratteristiche di tutte le Fate, da Mia Proietti - stupenda al volteggio e in team con Sofia Bianchi e Giulia Santinato all’European Youth Olympic Festival – oppure Sofia Tonelli, rivelazione di Lipsia con l’exploit personale del bronzo alla trave, a Chiara Barzasi, determinata, convinta e convincente, malgrado fosse al debutto mondiale. Senza parlare poi – e ci scuserete la retorica della preterizione – delle baby adorabili del Comegym d’orato (Clarissa Rinaldi, Emma Piccari, Siria Forestierio, Michelle Tapia, Londra Ubertini e Alessia Cepparulo) e del 3° Campionato del Mondo giovanile filippino (ancora con Proietti, Eleonora Calaciura e Anthea Sisio), nonché delle big azzurre alle Universiadi (Veronica Mandriota, Carolina James e Marta Uggeri) e di tutte le ginnaste, di ogni fascia d’età, che, “insieme appassionatamente”, hanno illuminato la 16ª edizione del Trofeo Città di Jesolo. Per la gioia del DTN Enrico Casella e del responsabile dell’Italdonne Marco Campodonico, senza disputare World Cup, per scelta tecnica, tra la kermesse lagunare, Combs La Ville, e le varie tappe dei grandi eventi iridati, europei ed olimpici regionali, la GAF italiana continua a rappresentare una superpotenza globale della disciplina e un punto di riferimento per le altre scuole ginniche del pianeta. La buona novella, a volerne trovare una su tutte, porta però il body della Libertas Vercelli, che dopo lo scudetto, il primo nella femminile dopo i tre di Enrico Pozzo e compagni (nel 2004, 2007 e 2014), si appunta al petto pure il titolo assoluto, grazie alla Perotti, “New Queen” davanti a D’Amato e Fioravanti. Il successo nella Final Eight delle piemontesi su Renato Serra e Civitavecchia, con la Brixia falcidiata dagli infortuni “solo” quarta e tampinata da Milanese Forza e Coraggio, Ginnastica Heaven, Artistica ’81 Trieste e Ginnastica Riccione, segna la vivacità di un torneo incerto, spettacolare e molto allenante, in vista degli impegni in maglia azzurra, oltreconfine.
Lo stesso discorso vale per gli uomini. La Palestra Ginnastica Ferrara conquista un titolo unico nella sua pur gloriosa storia federale. Alle spalle dei ragazzi del PalaGYM Orlando Polmonari, trascinati da Illia Kovtun, si piazzano Gymnastic Romagna Team e Artistica Brescia, per un podio fiorentino davvero inconsueto. La sfida, in una finale a otto stile olimpico, ha visto concorrere pure Ares, Spes Mestre, Pro Carate, Sampietrina e Virtus Pasqualetti. Realtà emergenti insieme a compagini storiche, hanno dato vita ad un torneo aperto fino all’ultima rotazione toscana, al termine di una regular season che tra Montichiari, Ancona e Desio aveva divertito tutti, i partecipanti in pedana e gli appassionati in tribuna. Come a Quartu Sant’Elena, negli Assoluti in salsa cubana di Manrique Laurdet. Straniero residente nel nostro Paese da più di un anno e tesserato per Civitavecchia, il ventinovenne caraibico si è laureato campione d’Italia nel concorso generale, succedendo al marchigiano di origini vietnamite Lorenzo Minh Casali, assente per infortunio. Ammesso grazie ai regolamenti federali, da sempre ispirati a principi di inclusività, in una sorta di IUS Gymnici, il talento di Santiago di Cuba ha preceduto il bergamasco Abbadini e il siracusano della New Sport, classe 2007, Simone Speranza.
In un mondo che, purtroppo, sta tornando a costruire confini, muri e trincee, i campionati individuali sardi diventano così un manifesto di amicizia e fratellanza, che unisce il popolo ginnico ai valori sacri dell’Olimpismo sotto la bandiera unica dello sport. Ecco anche perché, tra gli attrezzi di via Ludwig van Beethoven volteggiava, fuori gara, Kaylia Nemour, olimpionica algerina alle parallele asimmetriche che ha scelto il nostro Paese per un ultimo test pre-mondiale. L’Italia è sempre più l’ombelico del mondo della ginnastica, come dimostrano il protocollo firmato con il Portogallo, gli accordi tecnici avviati con la Francia, le visite a Padova di Leonard Lulaj, presidente della federazione albanese e, a Roma, della collega Indonesiana, a capo della IGF, Ita Yuliati, le ormai tappe fisse in Coppa a Milano e Riccione, il prossimo World Championship di Aerobica, in programma a Settembre 2026 a Pesaro, nonché l’Eurogym e la Gym for Live di Pistoia, sempre nell’anno che verrà. E non ultimi, i successi elettorali a Praga, dalla cui urne sono usciti riconfermati nei rispettivi ruoli continentali Marta Pagnini, la più votata del Comitato Esecutivo, la Giunta dell’European Gymnastics, Maria Cocuzza (GAF), Diego Lazzarich (GAM), Francesca Beltrami (TE), Monica Darone (AER) ed Emiliana Polini (GPT), per quanto riguarda i Comitati Tecnici di Sezione.


