
Giacarta - L'artistica italiana sbarca sull'Isola di Giava. Il governo indonesiano esclude gli atleti israeliani
Le nazionali azzurre, femminile e maschile, di ginnastica artistica sono atterrate questa mattina presto, quando in Italia erano le tre del mattino, all’Aeroporto Internazionale Soekarno-Hatta di Giacarta, dopo un lunghissimo viaggio, iniziato lunedì a Malpensa, e uno scalo tecnico a Doha, in Qatar. Per molti dei ginnasti convocati era la prima volta fuori dall’Europa e il lungo tragitto, al di là della stanchezza, è diventato un gioco e un’avventura da vivere insieme ai compagni di squadra e ai propri allenatori. Qualcosa che, di certo, rimarrà impresso nella loro memoria. Così come l’esperienza del clima torrido indonesiano, con l’umidità molto alta di una stagione che, nell’emisfero australe, va verso i mesi più caldi dell’anno. Il tragitto per le strade trafficate della Capitale, metropoli sull’Isola di Giava da oltre 11 milioni di abitanti, ha condotto la delegazione di Enrico Casella all’Artotel Gelora Senayan, dove Chiara Barzasi divide la stanza con Emma Fioravanti e Giulia Perotti con Asia D’Amato. Anche i maschi si sono spartiti tre doppie, con Macchini e De Rosa, Brugnami e Targhetta e Grasso insieme ad Abbadini, a farsi reciproca compagnia. La sede di gara, l’Indonesia Arena, impianto indoor del complesso sportivo dello stadio di calcio, dista appena quindici minuti a piedi. Domani si comincia con gli allenamenti, le Fate di Marco Campodonico hanno una finestra dalle 9.00 alle 11.30 locali, notte fonda da noi, mentre l’ItalGAM scalderà i motori, si fa per dire vista l’afa, nel primo pomeriggio giavanese.
Oggi sono state espletate le pratiche per il ritiro degli accrediti, dopodiché gli atleti si sono dedicati ad alcune fasi di risveglio muscolare e di attivazione in albergo, per non perdere la forma fisica mondiale. E poi tutti in piscina, insieme ad alcuni colleghi, come il gruppo degli svizzeri e dei finlandesi, mentre echeggiava l'adhān, il richiamo islamico alla preghiera recitato cinque volte al giorno dal muezzin dalla cima del vicino minareto. D’Altra parte l'Indonesia è il paese con la più grande popolazione musulmana al mondo, circa l'87% è di fede islamica, e questo, probabilmente, è alla base delladecisione del Governo, annunciata proprio alla vigilia della partenza, di non concedere il visto ai ginnasti israeliani. Giacarta, infatti, non intrattiene relazioni diplomatiche con Tel Aviv, finché quest’ultima non riconoscerà l’indipendenza e la piena sovranità dello Stato di Palestina. È dell’ultima ora, poi, l’allineamento anche della Federazione guidata da Ita Yuliati - "Continuiamo a pregare affinché la pace prevalga a Gaza", ha dichiarato la Presidente – e di Raja Sapta Oktohari, numero uno del Comitato olimpico indonesiano. "La decisione è stata presa dopo un'attenta riflessione. Ci sono interessi più importanti in gioco, ovvero garantire che il campionato del mondo si svolga in modo sicuro, ordinato e con successo per tutti i soggetti coinvolti", ha affermato il massimo dirigente del NOC. La rassegna iridata di Artistica, tenutasi per la prima volta ad Anversa, in Belgio, nel 1903, è uno dei tornei di ginnastica più antichi al mondo. Giacarta entrerà nella storia come la prima città del Sud-est asiatico a ospitare l'evento. "Questo è un campionato ufficiale FIG e il nostro ruolo è quello di fungere da Comitato Organizzatore Locale (LOC). Tutte le decisioni relative al regolamento della competizione, alle iscrizioni e ai paesi partecipanti sono di esclusiva competenza della FIG", ha affermato Ita Yuliati. In realtà da Losanna, con un comunicato sul sito, si erano limitati ad una presa d’atto riconoscendo le sfide che il Paese ospitante ha dovuto affrontare nell’organizzazione della manifestazione e auspicando che venga creato al più presto un ambiente in cui gli atleti di tutto il pianeta possano praticare sport in sicurezza e tranquillità.