



Prato - Si è spento Riccardo Agabio, Presidente Onorario FGI. Un minuto di silenzio in tutte le gare di ginnastica del week end
Il prossimo 25 settembre avrebbe compiuto 90 anni. Sarebbe stata una grande festa. Forse intima e privatissima, perché, in fondo, lui era un uomo riservato. Ma il giorno della sua morte - arrivato in un piovoso dì alle Idi di marzo, alla vigilia del 156° di fondazione della Federginnastica - Riccardo Agabio lo piangono proprio tutti. Dall'Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, avrebbe scritto il Manzoni. Nato a Cagliari, pratese di adozione – si trasferì in Toscana nel 1981 – lascia la moglie Adriana Biagiotti - ex azzurra e campionessa assoluta di Artistica negli anni 1963, 1964, 1965 e 1967 - e tre figli che, a loro volta, gli hanno dato tanti nipoti. Ma è la ginnastica italiana la vera grande famiglia allargata del presidente onorario della FGI, che oggi accusa un vuoto incolmabile in almeno quattro generazioni, discese, letteralmente, dal suo insegnamento professionale.
Il padre, anche lui si chiamava Riccardo, lo avvio alla pratica ginnica, dopo il diploma di Educazione Fisica e Sportiva conseguito presso l’ISEF di Roma nel 1958 con la votazione di 110 e lode. La polvere di magnesia ce l’aveva nel sangue e i primi passi nella storica S.G. Amsicora di Cagliari testimoniarono tutto il suo talento. Successivamente, trasferitosi sul Continente, si è allenato nella Capitale, alla S.G. Roma, di cui poi sarà il Direttore Sportivo per diversi anni. Sempre a Roma fonderà la S.G. Flaminio, della quale è Presidente dal 1963 al 1981. Nel 1952 vince i Campionati Assoluti Junior a Chiavari e l’anno successivo riceve la prima convocazione nella squadra nazionale, facendo il suo esordio ai Campionati Mondiali di Roma del 1954.
Numerose sono state le sue presenze in maglia azzurra: tra le principali vanno ricordate quella ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona 1955, quando la squadra italiana conquistò la medaglia d’oro, e quella ai Campionati Europei di Parigi del 1957. La sua carriera agonistica si concluse nel 1961, con l’unica amarezza di non aver preso parte, per un infortunio, ai Giochi Olimpici del ’60, malgrado fosse nella rosa ristretta del coach svizzero Jack Günthard, insieme a Franco Menichelli, Giovanni Carminucci, Angelo Vicardi, Pasquale Carminucci, Orlando Polmonari, Gianfranco Marzolla e Arrigo Carnoli.
Appesi i paracalli al chiodo, la successiva carriera da tecnico fu altrettanto fulminea: prima come responsabile della nazionale di artistica femminile dal 1963 al 1969, quindi come vicedirettore tecnico della stessa sezione dal 1970 al 1973, anno in cui ha assunto l’incarico di DTN, ricoperto fino al 1983. Nel 1984 è eletto consigliere nazionale, nel 1985 assume la responsabilità del settore Ginnastica Generale – la futura Ginnastica per Tutti, o GpT - e nel 1995 anche quella della sezione di Ginnastica Aerobica. Si può dire, senza timore di smentita, che queste due sezioni siano una sua creatura.
È stato Responsabile nazionale dei Centri CAS CONI di ginnastica dal 1963 fino al 1997 e ha diretto corsi nazionali ed europei di formazione di quadri tecnici. Autore di diverse pubblicazioni tecniche e promozionali, con particolare riferimento al mondo della scuola, il prof. Agabio, in ambito internazionale, ha fatto parte della commissione tecnica di Ginnastica Generale ed ha presieduto quella di Aerobica dell’Unione Europea. Dal settembre del 2005 è membro Onorario dell’UEG, a Losanna.
Il 17 dicembre 2000 diventa il 26° presidente della Federazione Ginnastica d’Italia, succedendo a Bruno Grandi. Il 19 dicembre 2004 viene confermato alla presidenza, dopo aver vinto tre medaglie ai Giochi di Atene (l’oro di Igor Cassina alla sbarra, l’argento delle Farfalle della Ritmica e il bronzo agli anelli di Jury Chechi). Il 20 dicembre 2008 inizia il suo terzo mandato e, nel dicembre 2012 (dopo il bronzo di Matteo Morandi agli anelli e dell’Insieme dei piccoli attrezzi a Londra), viene rieletto per la quarta ed ultima volta. A dicembre del 2016 lascerà la guida della Federazione al cav. Gherardo Tecchi, con ben 409 podi all’attivo, di cui 5 olimpici, entrati a far parte del palmares federale dal 2000 al 2016. Gridano, purtroppo, ancora vendetta sette quarti posti, tra Pechino, Londra e Rio de Janeiro, che con un pizzico di fortuna in più avrebbero fatto di Agabio “the Greatest”.
Membro della Giunta Nazionale del CONI dal 19 maggio 2005, il 20 aprile 2006 venne eletto vicepresidente vicario del Comitato Olimpico di Gianni Petrucci. E quando quest’ultimo decise di lasciare, per qualche mese Agabio rivestì il ruolo di “reggente” del Foro Italico. Cavaliere delle Repubblica per meriti sportivi dal 27 dicembre 1970, Stella d’Oro al Merito Sportivo dal dicembre 2002, Commendatore al Merito della Repubblica Italiana dal giugno 2005, Riccardo decide di congedarsi da questa valle di lacrime, alzando il braccio al cielo il giorno prima del 15 marzo, il compleanno della sua Federazione; un po’ come Bruno Grandi che se ne andò nell’anno del 150°, nel settembre del 2019. A dimostrazione del legame indissolubile che, a volte, lega i miti alla loro stessa mitologia.
I funerali si terranno lunedì 17 marzo, alle 10.45, presso la Chiesa SS Martiri, via delle Medaglie d'oro 42, a Prato. Invece, oggi, a Forlì, nella città di Bruno Grandi, si svolge la seconda prova del campionato di serie A di Ritmica, ci saranno anche le ginnaste dell’Accademia di Desio, la casa delle Farfalle che Agabio contribuì a costruire. Il neoeletto Andrea Facci, il 28° presidente, che sotto la gestione del dirigente sardo mosse i primi passi in palestra, a Padova, ha indetto un minuto di silenzio in tutte le gare federali del week end. Sarà un silenzio straziante, come il vuoto incolmabile che il professore lascia nei suoi tantissimi allievi.
La FGI perde una leggenda del Novecento, un uomo elegante, un dirigente appassionato, un ginnasta di talento, un tecnico preparato, un precursore, un fondatore, un “Signore”, nel significato più nobile della parola. La Federazione nazionale, dal vecchio al nuovo CDF, il Comitato Regionale Sardegna presieduto da Stefania Soro, i Segretari Generali che lo hanno accompagnato - Piero Quarganali, Michele Maffei e Roberto Pentrella - nonché l’attuale Giandomenico Drago, gli uffici e i dipendenti di Viale Tiziano 70, il Palazzo H con Petrucci prima e Malagò adesso,tutti i tesserati e tutte le affiliate della Ginnastica Italiana si stringono nel dolore ad Adriana e ai suoi figli. Quando un presidente onorario se ne va, l’onore di averlo vissuto è di chi rimane.