Botte e risposte alla BT Arena di Cluj. La Challenge di Coppa del Mondo si infiamma in Romania, dando vita ad un epilogo domenicale degno della quasi contemporanea finale di Wimbledon. Come un dritto di Djokovic le Farfalle di Emanuela Maccarani mettono a segno il primo punto contro un inaspettato Brasile, sfidante vero in un confronto tra Continenti. Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Dana Mogurean e Laura Paris entrano in pedana per seste, scavalcano l’ottimo 34.450 delle ginnaste verde-oro e collezionano un 35.500 che lascia poche chance alle inseguitrici. La più temuta, la Bulgaria, non brilla e con 30.400 scivola nelle parti basse dell’ottetto, insieme ad altre due temibili rivali della vigilia, l’Ucraina, settima con un 30 tondo, e la fallosissima Polonia, fanalino di coda con uno scarso 25.600. La caduta degli Dei lascia spazio alle outsider, e così sul terzo gradino del podio ci sale il Messico con 32.150, appena un decimo meglio della Germania. Tutto ciò a dimostrazione del grande equilibrio che ormai domina il mondo dei piccoli attrezzi e che lascia ampi margini di incertezza sulle qualifiche olimpiche ai prossimi mondiali di Valencia, a fine agosto.

Non ci sono dubbi però sulle qualità caratteriali del gruppo azzurro, che, malgrado avversità d’ogni genere, tiene anche nell’altra finale. Fuori la Paris, dentro la Russo, nel misto le ragazze di Desio salgono in pedana per terze e con 31.500 riescono subito a far meglio delle campionesse del mondo, le avversarie più temibili, mosse da una gran voglia di rivalsa, dopo gli errori con i cerchi. L’Italia è prima, le bulgare seconde con 30.850. L’en plein, dopo l’oro nell’all around e nella specialità precedente, sembra a portata di mano, anche perché la Polonia, seconda in qualifica, stecca ancora e con 28.500 scivola al sesto posto. Male pure l’Ucraina, ultima a 25.300, ma non ci stancheremo mai di fare un applauso convinto alle atlete di Kiev, che, comunque vada, vincono sempre la patita del cuore. Ecco però che alla volèe di Djokovic risponde l’Alcaraz di giornata. Il Brasile fa segnare 31.700 sul tabellone e si prende a sorpresa il titolo con palle e nastri. L’Insieme FGI festeggia un argento comunque pesante.

In mezzo alle squadre, come di consueto, e come accadrà domenica prossima al Mediolanum Forum di Milano (diretta su La7 dalle 14.00), si sono disputate le quattro final eight individuali. Sofia Raffaeli, più che alla tennista Markéta Vondroušová, vincitrice del Grande Slam londinese, somiglia a Max Verstappen, quando con la sua Red Bull comincia in pole position e guida tutta la gara al comando, in solitaria fino al traguardo. Dopo il quasi monotono trionfo nel Completo arriva subito la conferma al cerchio, con la stella iridata che, in Transilvania, morde l’oro al collo con un 35.800. Sulla piazza d’onore la bulgara Eva Brezalieva, prima degli umani a quota 33.450. Terza l’altra tedesca, Margarita Kolosov (32.950), mentre la vice campionessa del mondo, Darja Varfolomeev (32.300) chiude quinta dietro alla Onopriienko (32.800).

Alla palla l’ex formica atomica, ormai cresciuta, va in testacoda, perde l’attrezzo, tuttavia, con il personale di 31.500, riesce comunque a salire sul podio. Grazie  all’exploit dell’altra fabrianese, Milena Baldassarri, splendida d’argento a 32.050, la tecnica di entrambe, Julieta Cantaluppi può festeggiare una splendida doppietta. “Lider maxima” Boryana Kaleyn con il suo 35 pulito. La ventitreenne di Sòfia con 3.350 si ripete alle clavette, dove anche la nostra Sofìa ripete il suo bronzo a 32.950. Tra le due contendenti si posiziona la Varfolomeev, seconda con 33.250.

Il vulcano di Chiaravalle sembra andarsi quasi spegnendo e, di fatti, nell’ultimo esercizio, al nastro, scivola in sesta posizione con 29.150, davanti alla Baldassarri, settima con 27.950. Questa volta, lassù ci sale Darja Varfolomeev che con 31.350 mette in fila la Brezalieva (30.500) e la regina dei Giochi Sudamericani, la Curitibana Bárbara Domingos (30.250). La rivincita è già servita, tra cinque giorni esatti si torna sulle pedane di Assago, per l’epilogo dell’altro circuito di World Cup. Intanto la FGI saluta la Romania con un totale di 8 medaglie, tre di squadra (2 O. – 1 A.) e cinque individuali, grazie ai quattro piazzamenti della Raffaeli (2 O. – 2 B.) e all’argento della Baldassarri. Ovviamente l’Italia così si aggiudica il medagliere, guardando all’orizzonte di Valencia con rinnovata fiducia ed entusiasmo.