La doppietta europea nell’All Around di Monaco di Baviera è l’ennesima impresa della Federazione Ginnastica d’Italia che sta davvero collezionando una serie di risultati incredibili, negli ultimi anni della sua storia ultracentenaria. Se l’oro di Asia D’Amato nel Concorso Generale rappresenta un piacevole bis dopo il successo della Ferrari ad Amsterdam nel 2007, il bronzo della Maggio, in assoluto e in accoppiata con la compagna, è davvero un inedito. Per la FGI si tratta della diciottesima e diciannovesima medaglia europea femminile, tutte vinte nel terzo millennio. Il titolo della ventenne ligure, che succede alla russa Viktoria Listunova, è il settimo sigillo aureo delle donne dei grandi attrezzi azzurri, dall'edizione inaugurale di Bucarest 1957 ad oggi, il bronzo della brianzola invece è l’ottavo e comunque, come già detto, il primo nel completo. Contando anche i risultati maschili il bottino della FGI nel palmares dell’European Gymnastics sale a quota 63 piazzamenti complessivi. L’ultima a festeggiare era stata Vanessa Ferrari, il 25 aprile dello scorso anno, a Basilea con il bronzo al corpo libero. Di questa rosa aveva già vinto in campo continentale soltanto Alice D’Amato che a Stettino nel 2019 riuscì a salire sul podio della parallela asimmetrica, per la precisione sul terzo gradino, come nessuna mai prima di lei. “Non ci sto capendo niente – ha dichiarato Asia D’Amato, in zona mista, dopo aver rilasciato le interviste alle televisioni - Sono emozionatissima, veramente. Sono partita per questa gara che volevo entrare decisa, volevo far del mio meglio e ho iniziato bene in trave, in parallela ero un po’ in ansia perché potevo giocarmi l’oro. Sono salita convinta e così è stato. La medaglia è tanto bella quanto inaspettata. Quando Vanessa Ferrari vinse nel 2007 ad Amsterdam avevo quattro anni. Lei per me è sempre stata un esempio. Spero di dare anche io la stessa ispirazione alle piccole che verranno dopo di me. Sono felice di portare l’Italia in alto e spero di continuare a farlo in futuro. Non ho mai avuto paura di sbagliare durante le quattro rotazioni – ha aggiunto l’agente di Genova, classe 2003, cresciuto all’Andrea Doria prima di trasferirsi alla Brixia di Brescia - Certo, quando ti stai giocando il titolo non è mai semplice salire sull’attrezzo, però credo di essermelo meritato dopo tutti i sacrifici che ho fatto. Questa medaglia la dedico a mio padre, che non sta bene e lotta come noi in pedana. Prossimo obiettivo è vincere la gara a squadre venerdì, perché siamo un grande gruppo. Siamo molto unite e vogliamo arrivare sempre più in alto, riscattando il quarto posto di Tokyo che ancora ci brucia. Per questo pensiamo già a Parigi dove proveremo a portarci a casa una medaglia”. Poco dopo arriva Martina Maggio, con il suo solito sorriso e il portamento da regina. “Penso di essermela meritata – esordisce l’atleta delle Fiamme Oro della Polizia di Stato guardandosi il triangolo di metallo al collo - Nonostante una carriera di alti e bassi, non ho mai mollato, e oggi ricevere questo bronzo significa tanto. Vincere ai Giochi del Mediterraneo ci ha dato sicurezza. Nelle ultime gare poi io sono cresciuta molto. Sono riuscita a stabilizzare gli esercizi e ad entrare in campo gara per divertirmi. Per me è la cosa più importante: dare il massimo con gioia, trasmettendo agli altri il piacere che provo io quando faccio ginnastica. Quando sei piccola fai fatica a controllare le emozioni, ma oggi mi sento in grado di farlo e conosco il mio valore. Se sono la capitana? – risponde la ventiduenne di Villasanta, cresciuta ginnicamente alla Robur et Virtus, per poi esplodere all’Accademia internazionale bresciana - Sicuramente, essendo la più grande sono consapevole di avere un ruolo fondamentale. Sono quella che cerca di sostenere il gruppo nei momenti difficili, trovando il lato positivo e aiutando le più giovani, che hanno meno esperienza. Angela (Andreoli, ndr.), ad esempio, mi vede come un modello da seguire e ciò mi fa molto piacere. Aiutare la squadra, fare gruppo mi risulta particolarmente facile. Dopo Basilea ho trovato il mio mood per entrare in pedana, sento di essere cambiata, che è scattato qualcosa che non so spiegare. Non salire con le gambe molli per la tensione, bensì con la grinta giusta conta tantissimo. Soprattutto se devi fare degli esercizi dove la stabilità è tutto. Stiamo già pensando ai Mondiali di Liverpool, alla qualificazione olimpica. Si può fare, noi sappiamo di essere forti e stiamo lavorando tanto per raggiungere traguardi ambiziosi. Siamo un team agguerrito con la voglia di giocarcela fino in fondo e di riprenderci quella medaglia che è sfuggita davvero per poco a Tokyo. Vanessa Ferrari mi ha mandato un messaggio di in bocca al lupo prima della gara e sicuramente per noi tutte è una grande fonte d’ispirazione. Vorrei dedicare questa medaglia a mio nonno, scomparso lo scorso anno per Covid, che prima degli Europei in Svizzera mi aveva detto, mi raccomando vinci perché sei la mia campionessa – conclude Martina commuovendosi, al punto da doversi fermare un attimo per trattenere le lacrime - Io non l’ho più visto, perché è morto in isolamento, però oggi posso dirgli che ce l’ho fatta. Nonno Floriano, non è un oro però è come se lo fosse, questa medaglia l’ho vinta per te”.