Oggi la delegazione italiana impegnata nei Giochi del Mediterraneo è tornata alla base. Il clamore dei successi di Orano è ancora molto forte. Il Direttore Tecnico della Femminile, Enrico Casella, è abituato a gestire certi momenti di esaltazione, tenendo il gruppo con i piedi a terra. Facili entusiasmi potrebbero compromettere il cammino verso traguardi più ambiziosi. La sua analisi ci aiuta, allora, a comprendere meglio i meccanismi dell’ItalGaf, sgombrando il campo da considerazioni fuorvianti, nel bene o nel male. “La vittoria di squadra in Algeria potrebbe sembrare una vittoria semplice – esordisce il tecnico bresciano - In verità la Francia ci ha messo pressione su tutti e tre i primi attrezzi. Alla fine il vantaggio è maturato un po’ alla volta, con l’allungo decisivo al corpo libero. Sette decimi, un punto e quattro e, dopo la trave, siamo arrivati a tre lunghezze di distacco. Le loro tre travi, fatte molto bene e prima di noi, ci hanno obbligati a dare il massimo, rimanendo concentrati. E le ragazze hanno risposto in maniera stupenda. Credo che le transalpine possano rinforzarsi con un paio di innesti giusti e il rientro di Melanie Dos Santos, diventando temibili. La loro tenacia deve esserci da monito, hanno mollato soltanto alla fine, tra l’altro con il piccolo infortunio alla Lorette Charpy. Martina Maggio e Asia D’Amato sono state impeccabili e, infatti, si sono meritatamente ritagliate il loro spazio nell’all-around. La Villa ha risposto bene sui suoi due attrezzi. Il contributo di Giorgia, seppur ancora parziale, è sempre prezioso. Meno brillanti Alice e Angela, ma per motivi diversi. La Andreoli deve fare esperienza. La classe del 2006, purtroppo, ha dovuto saltare tutte le attività juniores internazionali a causa della pandemia. I suoi contenuti sono molto elevati ma ha bisogno di gareggiare in certi contesti con la tranquillità anche di poter sbagliare. Mi è piaciuta la sua reazione alla trave. Si è sbilanciata ma ha tenuto duro. Un po’ casuale, invece, l’errore al corpo libero. Ottimo il volteggio di Alice. La parallela era filata via benissimo, poi una leggerezza sul giro le ha compromesso l’attrezzo dove solitamente si esprime al meglio. Al corpo libero doveva fare un esercizio per lei abbastanza tranquillo e invece ha messo giù l’ultima riga. Per questo era un po’ delusa, alla fine. La differenza sostanziale tra le due gemelle D’Amato è che se Asia è un martello, la sorella, che forse ha anche più talento ginnico, è molto più emotiva. Ci faremo trovare pronti e in condizione agli Europei di Monaco di Baviera, tra un mese e mezzo, e ai Mondiali di Liverpool a fine Ottobre. A livello individuale abbiamo visto un altro film. Nel Concorso Generale la francese Carolann Heduit è stata brava a tenerci testa. E’ stato un “triello” fino alla trave, dove Martina ha messo la freccia. Semplicemente stupenda. Le giurie qui erano abbastanza severe ed hanno trovato il modo di toglierle dei decimi, che si fa fatica a vedere. Questo è valso per tutti, per carità. Il metodo di giudizio ad Orano è stato molto rigido. L’esercizio superlativo della Maggio ha fatto la differenza. Asia, dopo un piccolo sbilanciamento alla trave, ha avuto un problemino nella prima diagonale al corpo libero. È stata eccezionale a trasformare il doppio teso avvitato in uno tsukahara perché sentendo che mancava un po’ di rotazione ha preferito piegare le gambe per proteggersi le caviglie. Così ha abbassato la nota di partenza, evitando rischi inutili, visto pure che la francese era caduta alla trave e la doppietta era ormai assicurata. Nelle finali di specialità la Andreoli, che non è una specialista del volteggio, ha fatto due salti per lei abbastanza facili eseguiti benissimo. La giuria ha riconosciuto il secondo come raccolto anziché carpiato, che comunque non avrebbe cambiato il risultato, però. Vendere ginnaste che di solito vincono medaglie nelle varie Challenge Cup in giro per il mondo finire dietro ad Angela è stato un riscontro molto positivo. Asia, dopo un doppio avvitamento abbondante, è andata in crescendo. Noi stiamo lavorando sul flic mezzo salto avanti teso con un avvitamento e mezzo che potrebbe diventare il suo primo salto e darebbe un grossissimo vantaggio alla squadra. La Villa alle parallele noi la definiamo, scherzando per prenderla in giro, “bastarda dentro”, perché ha un esercizio cortissimo, tutto combinato, quindi con pochissimi falli esecutivi e una nota di partenza da 5.80. Lei lo fa molto bene ed ecco spiegato il bel 14 finale. Martina, per poter arrivare al sei, fa molta roba in più, pagando qualcosa sull’esecuzione. E comunque riesce, seppur con la regola del Tie-break, a star davanti alla portoghese Da Silva, una specialista da finali continentali, e non solo. Dopo tre giorni di fila la Maggio alla trave ha dato segnali di essere umana, lasciando qualcosa in giro. Lo stesso vale per Asia, eppure si sono confermate entrambe ai vertici della classifica. La coppia ha fatto 22 esercizi – undici a testa tra squadra, all around e final eight - senza commettere errori, cosa chiedere di più? Una maturità del genere è invidiabile, e certe critiche, a volte, vengono semplicemente da chi non sa niente del dietro le quinte delle prestazioni che vedono in tv. Al corpo libero i ruoli si scambiano. Asia fa un’ottima prova, Martina non prende la tripla in accosciata, bensì la doppia. Poi sul doppio teso fa un balzo in avanti sull’arrivo per proseguire liscia fino in fondo. Asia porta a casa uno tsukahara teso, cioè un doppio teso avvitato stupendo in prima riga, un tabak altissimo con un arrivo eccellente e si merita l’oro, davanti ad un altro meritatissimo argento della compagna. La distanza del terzo posto della francese Osyssek-Reimer, malgrado lo tsukahara avvitato in prima, non rispecchia la nostra superiorità, che è stata schiacciante. Adesso torniamo, da questa sera siamo a casa, un paio di giorni di libertà e da lunedì 4 luglio si torna in palestra, per preparare gli Europei. Dove, è inutile nascondersi, senza la Russia, l’Italia è una delle nazioni favorite. Questo non è sempre un vantaggio, perché bisognerà dimostrare nei fati quanto valiamo. Le avversarie più temibili sono le britanniche, con le loro due gemelle, le Gadirova, che abbiamo già conosciuto a Tokyo. Occhio alla Francia, che ha dimostrato di saper stare in gara. La Germania la vedo leggermente indietro, come il Belgio. L’Olanda potrebbe essere una sorpresa perché non si è fatta vedere molto in giro. La Romania deve sistemarsi alle parallele. Insomma, credo che la lotta sia principalmente tra noi e la Gran Bretagna. Dopo Monaco e qualche giorno di break, dal 19 agosto ci ritroviamo in collegiale a Riccione, per riprendere il ritmo con una sola bella seduta di allenamento al mattino. Pomeriggio libero e atmosfera di vacanza. Da settembre ci ritufferemo nella preparazione del Mondiale, dove c’è in palio la qualificazione olimpica. Il confronto sarà molto più allargato e aspettiamo di vedere come staremo di salute. I contenuti tecnici non possiamo svelarli. Niente spoiler. E’ chiaro che ciascuna delle ginnaste ha degli elementi nuovi in cantiere. Bisogna vedere se vale la pena di rischiare per qualche decimo in più. Sono valutazioni che faremo più avanti. Statistiche alla mano opteremo per le scelte opportune, sempre a vantaggio della squadra, mai dei singoli o per fare i fenomeni”.

Foto Simone Ferraro / CONI