Un filotto così non s’era mai visto! L’Italdonne trasforma i Giochi del Mediterraneo in quelli del Mare Nostrum e la gara di Orano in un campionato nazionale. Sono tutti agenti della Polizia di Stato e il loro gruppo, mai come oggi, fa bene a chiamarsi Fiamme Oro. Asia D’Amato con uno Yurchenko e due avvitamenti da 13.85 e un altro Yurchenko con mezzo giro e salto avanti teso con un avvitamento e mezzo da 13.90 si aggiudica subito il primo oro di specialità, grazie alla media del 13.875, precedendo la francese Morgane Osyssek Reimer, seconda a quota 13.400. Bronzo per la brixiana Angela Andreoli che mette insieme un 13.200 frutto del 13.70 sullo Yurchenko con un avvitamento e mezzo e del 12.70 su quello con mezzo giro e ribaltata salto avanti carpiato. Nella successiva finale alle parallele entrano in gioco altre due fuoriclasse. E cominciano le doppiette, proprio come nell’All-around di ieri. Le fate lasciano alle avversarie soltanto la terza piazza. Giorgia Villa vola tra gli staggi e torna regina con un 14 tondo. Dietro c’è Sua Maestà, la “queen” del concorso generale, Martina Maggio. Il suo 13.850 è in ex aequo con la portoghese Ana Martins Da Silva ma si fa preferire per l’esecuzione migliore. Giusto il tempo di un paio di premiazioni e il sole di Villasanta sulla trave algerina, illuminando d’oro anche il terzo attrezzo. Il 13.550 della brianzola è sufficiente a superare di nuovo, dopo quanto accaduto nel completo, l’amica e compagna Asia D’Amato, ferma a 13.250 sulla piazza d’onore. Il bronzo è della transalpina Carolann Heduit, proprio come accaduto nel Concorso II. Spareggio al corpo libero, dove la ligure riesce ad imporsi sulla Maggio per 13.500 a 13.300. Prima delle inseguitrici la Osyssek-Reimer con 13.050. Le premiazioni sembrano un disco rotto con il mixer audio in loop sulla tracia di Mameli. Il medagliere possiamo anche portarcelo a casa come il pallone delle triplette. La contabilità delle medaglie è difficilissima, non bastano le dita delle mani: dalle final eight di specialità arrivano 4 ori, 3 argenti e 1 bronzo, quindi otto medaglie con quattro ginnaste. Cioè, in pratica, non solo vinciamo tutto ma mettiamo tutte le ginnaste in coppia sul podio, lasciando alle nostre avversarie appena lo spiraglio di un argento sulla rincorsa dei 25 metri. Con l’uno-due dell’All-Around individuale e il titolo in quello di squadre il totale della Sezione femminile FGI in Algeria sale a 11 medaglie (6 O. – 4 A. – 1 B.). Al momento gli ori della ginnastica, insieme a Visconti nelle bocce, sono gli unici dell’intera missione Coni. Un en plein senza precedenti nel palmares ginnico italiano. Solo in tre occasioni eravamo arrivati così vicini al trionfo: a Mersin, in Turchia, nel 2013, quando mancammo l’oro al volteggio; ad Almeria nel 2005, dove l cannibale Vanessa Ferrari si lasciò sfuggire soltanto il titolo alle parallele asimmetriche e a Izmir nel 1971 con Gabriella Marchi e Rita Peri che si fermarono pari merito al corpo libero, entrambe ad un passo dal successo.

Foto Simone Ferraro / Coni