Dovremmo cominciare a chiamarlo Macchiniland. Un po’ per le acrobazie dei suoi esercizi, sempre più simili a quelli di Epke Zonderland, l’olandese olimpionico alla sbarra a Rio de Janeiro 2016, e un po’ perché, conoscendolo meglio, si entra in un mondo tutto suo, per scoprire un ragazzo tanto semplice e scanzonato fuori dalla palestra, quanto serio e ambizioso in pedana. Carlo Macchini ha le stimmate del predestinato e per impostazione e carattere ricorda tanto i grandi del passato. È solo questione di tempo, ma dopo qualche appuntamento mancato di un soffio - come a Stoccarda 2019 quando chiuse la cavalcata azzurra esultando per una qualificazione olimpica che sembrava alla portata, o a Basilea 2021, dove sfiorò il podio continentale e, ciò nonostante, festeggiò per i compagni Maresca e Bartolini, mascherando la sua delusione, come se fosse stata una sua vittoria -l’agente della Polizia di Stato ha confermato anche a Koper, in Coppa del Mondo, di essere uno dei più grandi interpreti della sbarra sulla road to Paris 2024. Il suo 14.300 (D.6.10 E. 8.20) nelle qualifiche odierne gli permette di guardare tutti dall’alto in basso, protetto, sulla piazza d’onore provvisoria dal connazionale e corregionale Matteo Levantesi, secondo con 13.950 (D.5.60 E. 8.35). Non servirebbero quasi la finali del week end per sapere quanto sono forti i nostri ragazzi. Lo hanno dimostrato anche gli altri marchigiani, Mario Macchiati e Lorenzo Minh Casali, che dopo aver centrato la final eight al corpo libero, oggi si sono presi pure quella sugli staggi pari con, rispettivamente, il terzo punteggio, 14.200 (D. 5.80 E. 8.40) per l’alfiere della Fermo 85 e l’ottavo, 13.600 (D. 5.70 E. 7.90) per la promessa della Giovanile Ancona, frenato da un’oscillazione a vuoto. Resta invece fuori dalla sfida sui 25 metri Andrea Cingolani. L’aviere di Macerata, che vanta il secondo miglior parziale in qualifica agli anelli, ha chiuso 11° al volteggio con la media del 13.900, frutto di un 14.600 (D.5.20 E. 9.40) sul Kasamatzu con doppio avvitamento e mezzo in prima e di un 13.200 sul Rosh, la ribaltata doppio avanti sul secondo salto (D. 5.20 E. 8.00).

Sono molto contento – ha commentato Macchini – Questo 14.300 vale molto di più di un 14.300, perché la preparazione è stata piuttosto sofferta. Più del risultato, quindi, sono oddisfatto dell’approccio alla gara. Sono arrivato a questo appuntamento con la serenità giusta. Adesso torno in palestra per preparare la finale di domenica. Ci divertiremo”. A conferma delle parole del fenomeno fermano arrivano i complimenti del suo allenatore, Marco Fortuna, qui al seguito della squadra insieme a Sergij Kasperskyy: “Carlo non era mai arrivato ad una competizione in condizioni così difficili, sia dal punto di vista della preparazione, non essendo riuscito a lavorare quanto avrebbe voluto (ad esempio le infilate erano giorni che non le provava), sia dal punto di vista fisico, per il mal di schiena, acuito dal viaggio. Abbiamo quindi scelto di abbassare la difficoltà della sua routine, però la risposta del ginnasta è stata ugualmente superba. Ma hanno fatto bene anche gli altri ragazzi, sia Levantesi che i due parallelisti. Purtroppo Cingolani, dopo un ottimo primo salto ha sbagliato il secondo, ciò nonostante è arrivato molto vicino alla qualificazione al volteggio. Direi che il bilancio della due giorni parla da sé – conclude il coach federale - Due atleti in finale al corpo libero, due alle parallele e due alla sbarra più Andrea agli anelli”.

Macchiniland quindi, per estensione, comincia a diventare il paese delle nuove meraviglie azzurre della maschile FGI, e il bianconiglio, che questi intrepidi giovanotti continuano a tirar fuori dal loro cilindro ginnico, non fa che contare spasmodicamente le ore che li separano dai prossimi Giochi Olimpici francesi.

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