"Siamo orgogliose di aver conquistato la 40esima medaglia. A Rio eravamo tristi per essere tornate a mani vuote". Così il capitano della squadra nazionale di ginnastica ritmica, Alessia Maurelli, medaglia di bronzo nella finale del Concorso Generale ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 a Fiumicino di rientro dal Giappone. "E' stato emozionante tornare e trovare i nostri genitori - dice Martina Centofanti - abbiamo sentito il loro calore fino a Tokyo". Emozioni su emozioni per le azzurre: "Credo che sia impossibile scegliere solo un ricordo – ha raccontato Martina Santandrea - sono tantissimi, penso ad esempio agli occhi delle mie compagne in pedana prima dell'ultimo esercizio è stato incredibile". Un gruppo unito, compatto e che viaggia sulla stessa lunghezza d'onda: "Non sarei mai riuscita a fare quello che ho fatto senza le mie compagne - ha aggiunto Daniela Mogurean - mi hanno accolto a braccia aperte. Questa Olimpiade è stata incredibile". Idee chiare, sulla medaglia conquistata e c’è anche una particolare dedica: "Abbiamo dedicato la medaglia alla nostra direttrice tecnica Emanuela Maccarani” - conclude Agnese Duranti.

Ed è proprio della Direttrice Tecnica Nazionale della Sezione di Ritmica, che abbiamo chiesto l’ultima analisi di una spedizione destinata a rimanere negli annali del Foro Italico: “Sono stata felice di ritrovare in zona mista e a Casa Italia tante testate giornalistiche interessate alle discipline che di solito hanno meno visibilità, ma che spesso portano prestigio al nostro paese – ha esordito l’allenatrice di Rho, membro di Giunta Coni in rappresentanza dei tecnici - Lo hanno fatto anche a Tokyo, in questo momento così difficile e quindi, al di là della ginnastica ritmica, mi auguro che da qui, dal Giappone, parta la svolta, la rinascita dello sport italiano a 360 gradi. Per me è stata la sesta olimpiade. Costruisco da oltre 25 anni queste squadre che possono competere per l’unica medaglia a disposizione, quella del completo, non essendoci le finali di specialità. È una rassegna difficile da affrontare e quando prendi il legno, come è accaduto a noi in due occasioni, ti brucia tanto da darti una carica incredibile per la volta successiva. Dopo Pechino, dopo Rio de Janeiro (ma con in più la difficoltà della pandemia), ci siamo rialzare e siamo ripartite più convinte che mai".

"Il podio non era scontato, al di là del risultato in qualifica - prosegue la Maccarani, che dal 1° gennaio 2018 ha raccolto l'eredità della direzione tecnica dalla professoressa Marina Piazza - La ritmica sta attraversando un periodo di sofferenza dal punto di vista del sistema di giudizio, ha avuto una involuzione in questo quinquennio. Abbiamo cominciato con un codice che poi è stato cambiato in corsa, incrementando il valore delle difficoltà e, al tempo stesso, sacrificando il lato artistico. La coordinazione d’attrezzo, la corrispondenza tra musica e corpo dovrebbero prevalere, secondo me, altrimenti il pubblico non capirà mai che succede in pedana. Anche i tecnici non sanno più da che parte muoversi. Io ad esempio ho provato ad aumentare le difficoltà mantenendo l’artisticità coreografica, però non è facile ed ero anche stanca di sentirmi dire che siamo la squadra più bella, mentre sul podio ci vanno le altre. La vittoria della Bulgaria e di Linoy Ashram nell’individuale è molto forte. Potrebbe segnare un cambio di rotta e, comunque, premia due scuole prestigiose".

"La 40esima medaglia? Non lo sapevo, altrimenti sai che pressione - aggiunge la tecnica lombarda, che ha ricevuto i complimenti del Presidente Malagò e del Segretario Generale del Coni Carlo Mornati, nocnhè delle sue due ex capitane, Elisa Santoni e Marta Pagnini, presenti entrambe, in ruoli diversi, all'Ariake Gymnastics Centre - Ieri le avevo contate ed ero rimasta a 38. Di medaglie in carriera ne ho vinte tante, ho perso il conto, ci tenevo, tuttavia, che a vincerne una importante fosse questa squadra. Tra le ragazze c’è un’unione particolare, loro emanano una forza di gruppo che, così forte, non l’ho mai vista in precedenza. Tutti sanno che è Alessia (Maurelli) la capitana, lei è quella che dà la carica, però, in verità, la squadra si tiene su Martina (Centofanti). Lei è la regista, con i suoi virtuosismi all’attrezzo e il suo corpo plastico e leggero che le consente di volare. Le due di Rio avevano il timore che si potesse ripetere la beffa. L’attesa al kiss and cry è stata tremenda, proprio per quei fantasmi che riaffioravano. Agnese (Duranti) è l’eleganza fatta persona, è una ginnasta molto raffinata, mentre l’altra Martina (Santandrea) è il cervello, una ginnasta che riesce a programmarsi come un computer. Dana (Daniela Mogurean), infine, è il mio orgoglio. Ragazza umilissima che per quattro anni ha fatto la riserva, lavorando a testa bassa. Si sarebbe meritata il posto anche senza l’infortunio di Cicconcelli. Purtroppo la squadra è fatta da cinque atlete e non è facile fare le scelte".

"L’Accademia di Desio? Senza questo impianto, inaugurato nel 2018, con il Covid non ci saremmo potute allenare. Nell’ultimo anno e mezzo arrivavano sulle Olimpiadi notizie frammentate e contraddittorie: le faranno sicuramente, poi no le rinviano, invece le fanno perché prima ci sono gli Europei di calcio e alla fine le hanno rimandate. L’Hotel è rimasto aperto solo per loro e le 10 ginnaste hanno vissuto insieme, in bolla. Forse questo le ha aiutate perché non è cambiato il loro modello di vita rispetto ad altri atleti che si allenavano a casa. Il momento più brutto è stato quando abbiamo dovuto rinunciare agli Europei di Kiev. E anche dopo le vacanze di Natale. A gennaio ci siamo ritrovate nell’anno nuovo di Tokyo2021 con la speranza che avessimo voltato pagina, e invece i numeri dei contagi ricominciavano a salire. Sono state giornate di sconforto ed è stata dura trovare le motivazioni. Brutta pure l’ultima settimana a Follonica quando dal Giappone arrivavano voci di cancellazioni e chiusure del villaggio".

"Come DTN - ci svela la Maccarani - sono orgogliosa, infine, delle due individualiste. Non ci fosse stato il virus sarebbero arrivate qui per recitare un ruolo da protagoniste. Hanno iniziato entrambe da molto giovani, e dopo le medaglie storiche di Sofia e la qualifica di Baku, con il lockdown si sono un po’ adagiate. Alexandra (Agiurgiuculese) è stata positiva e si è dovuta fermare per oltre un mese, uscendo completamente di forma a pochi mesi dai Giochi. Quando prendi dieci chili, poi è faticoso buttarli giù mentre devi lavorare sull’ampiezza e la stabilità dei tuoi elementi. Le due ragazze qui ci stavano bene entrambe in finale. purtroppo la condizione è arrivata sul filo di lana, e mentre Milena è più fredda e centrata nel trovare il focus, Alex è una talento molto più emotivo. Il sesto posto della Baldassarri è un altro primato, il risultato migliore di un'individualista nella finale olimpica, che mi gratifica molto. Per me è un onore guidare la sezione e vorrei ripagare la Federazione centrando obiettivi sempre più ambiziosi. Magari con una medaglia olimpica individuale".

"Sulla road to Parigi abbiamo già due ginnaste con la stoffa giusta, oltre alla Baldassarri e all'Agiurgiuculese - chiosa la Direttrice Tecnica lombarda, già proiettata verso il futuro - Una è la Raffaeli, l’altra è una fuoriclasse, ancora piccola, che non vi svelo. Abbiamo un bel parco atlete, non come quello della Russia che può permettersi tre squadre, però il movimento italiano è in salute. Programmare con le ginnaste contate è un rischio enorme. Basta che se ne faccia male una e viene giù il castello e vi assicuro che con la Centofanti a marzo abbiamo rischiato. Voglio ringraziare quindi tutte le ragazze che sono passate per l’Accademia dal 2017 ad oggi. Il quintetto che avete visto a Tokyo è il frutto di una rosa più allargata che merita la nostra gratitudine. Questa Squadra non è più tanto giovane, è vero, ma mancano solo tre anni a Parigi. La prossima stagione è già qualificante. Per me Alessia e le altre possono tranquillamente continuare a volare!".

Ovviamente il merito dei piazzamenti prestigiosi della Ritmica va distribuito in maniera equa su tutto il movimento che dalla direzione tecnica federale arriva fino alle società affiliate e ai loro dirigenti, che svolgono un lavoro straordinario sul territorio, passando per i tecnici, gli ufficiali e i segretari di gara. Un ruolo importante svolgono anche i gruppi sportivi militari e di pubblica sicurezza che permettono alle nostre nazionali di lavorare con la massima serenità. Quando si raggiungono risultati di vertice di tale clamore, non bisogna mai dimenticare che è dalla base che partono. E la FGI ha una base enorme, entusiasta, e competitiva, composta di ginnaste e ginnasti davvero speciali che dalle gare regionali all'Olimpo ci riempiono di soddisfazioni.