In un’Olimpiade storica, destinata a rimanere negli annali, anche la Ginnastica colleziona primati. Dopo il quarto posto della squadra femminile nell’Artistica, il miglior piazzamento dall’edizione del 1928, e l’argento della Ferrari al corpo libero, come lei nessuno mai, arriva il sesto posto di un’individualista nella ritmica, un piazzamento più unico che raro. Gli investimenti federali e le scelte della Direzione Tecnica nell’ultimo quadriennio hanno dato i loro frutti anche tra i piccoli attrezzi con la sesta piazza nella top ten a cinque cerchi di Milena Baldassarri. Merito anche del lavoro svolto nella palestra della Faber Fabriano dallo staff tecnico federale. Julieta Cantaluppi e Kristina Ghiurova hanno il merito, dopo i tanti successi raggiunti a livello societario e con le rappresentative giovanili, di aver portato una ginnasta senior nel gotha della specialità.

Sono super contenta perché ho fatto una gara senza errori e l’ obiettivo della vigilia era fare del mio meglio – ha dichiarato il primo aviere dell’Aeronautica Militare in zona mista, in un’intervista esclusiva al nostro inviato - Ho migliorato il mio punteggio in qualifica di oltre tre punti (99.625 contro 96.050), mica male! Non era facile perché ieri è stata una gara lunghissima, al contrario di oggi che, invece, è volata. Bisognava tenere la concentrazione alta e sono soddisfatta di esserci riuscita. In otto esercizi in due giorni ho commesso un solo errore al nastro, in qualifica, e in una competizione olimpica vuol dire tanto. Ho lavorato da matti in queste ultime settimane di quindi è una gioia aver mostrato al meglio la mia preparazione. Sono felice di essere arrivata a ridosso di quota cento, dove c’erano ginnaste stratosferiche.

La vittoria della Ashram è stato un vero colpo di scena. Si è spezzata con la Russia una catena che andava avanti da decenni. Praticamente da quando sono nata. Mi dispiace per le gemelle Averina, sia per Arina che è rimasta giù dal podio, sia per Dina, che non è riuscita a vincere. Però al tempo stesso sono contenta per Linoy. Ha compiuto un’impresa memorabile; Bravissima anche Alina Harnasko che al termine della gara era incredula. Mi ha detto ‘non è possibile’ ed io le ho risposto: invece sì è tutto vero! Piangeva ed io mi sono commossa per lei, è stato un momento indimenticabile. Alla fine ci siamo tutte abbracciate. Eravamo già contente di essere lì a giocarci una finale olimpica. Al di là di come sia finita la consapevolezza di aver fatto la storia era di per sé appagante.

Il futuro? Vacanza please. Me ne vado in Grecia con gli amici, poi ci concentriamo sul Mondiale, che è dietro l’angolo e si disputa sempre qui in Giappone (a Kitakyushu dal 26 al 31 ottobre, ndr.) Julieta era più tesa di me. Ero io, tra le due, a cercare di mantenere la calma (ride, ndr.) Quando mi parlava, in mixed zone, sembravo assente, in realtà avevo la testa su quello che dovevo fare dopo. Abbiamo creato una super squadra con la mia allenatrice, mi piace il rapporto che c’è tra di noi. La Cantaluppi, per chi non lo sapesse, aveva disputato le Olimpiadi di Londra e io ho ascoltato tutti i suoi preziosi consigli, perché venivano, innanzi tutto, da un’ex ginnasta che c’era già passata.

Saluto gli appassionati che ci hanno seguito all’alba dall’Italia. Questo è proprio il nostro anno, non c’è che dire. Hanno cominciato i Måneskin all’Eurovision Song Contest, poi la nazionale di Calcio e, infine, la pioggia di medaglie a Tokyo. Abbiamo esultato per la staffetta dell’Atletica insieme agli altri della delegazione. Sono ricordi indelebili che porterò nel cuore per tutta la vita. Anche perché potrò dire: io c’ero. Proud to be Italian.

Parigi? Ci proviamo. Non so cosa accadrà nei prossimi anni. Ci sono tante giovani che spingono. Io farò del mio meglio per farmi trovare pronta. Adesso ci concentriamo sulle Farfalle, tra loro ci sono Agnense Duranti e Daniela Mogurean con le quali avevo condiviso l’esperienza nella squadretta juniores di Minsk, quella del “Cuore matto” di Little Tony. Farò un tifo a squarciagola per la Maurelli e compagne, fino a perdere la voce. Le ho viste ieri, dopo le qualifiche, ed erano soddisfatte. Anche loro dispiaciute che Alexandra (Agiurgiuculese, ndr.) non sia riuscita ad entrare in finale, ma entusiaste della mia ammissione. Sono legatissima a tutte loro ed è favoloso condividere questa esperienza, che, probabilmente, ci legherà a vita. Dopo la gara mi hanno fatto l’in bocca al lupo e per scaramanzia non hanno aggiunto altro.

I Giochi di Tokyo mi lasciano la voglia di migliorare. Quando si respira un’atmosfera di eccellenza non si può che pensare di far di più. Sono crescita a Tokyo, e francamente non immaginavo così tanto. Quindi adesso non ci si può fermare. Il fatto che abbiano riconosciuto la mia eleganza mi gratifica molto. Purtroppo questo codice predilige ancora le maestrie ma chissà che nel prossimo quadriennio non cambi qualcosa. Io cerco di esprimere con l’attrezzo ciò che provo e che sia arrivato alla giuria è già una gran cosa. Mia madre (Natalia Choutova, nazionale di nuoto negli anni ’80, ndr.) mi ha sempre detto, se vai alle Olimpiadi mi batterai, perché io mi sono fermata ai mondiali. Quando tornerò a casa ci abbracceremo per questo successo familiare. Sono orgogliosa di essere arrivata lì dove lei invece si era fermata, a ridosso dei Giochi di Mosca. Le avevo detto di stare tranquilla e avevo ragione. E adesso vorrei solo gridarle: mamma cara, ce l’abbiamo fatta!”