Simone Biles, purtroppo, non ce la fa ed annuncia il suo forfait anche per la finale del corpo libero femminile in programma domani (ore 17.57 locali, le 10.57 in Italia). Si spera di poterla vedere almeno alla trave. Il primo pensiero va alla ginnasta che per rinunciare, un giorno dopo l’altro, alle sue finali olimpiche individuali, conquistate in qualifica con la solita classe, deve vivere momenti di grande difficoltà e tormento interiore. E a lei, come al resto della delegazione USA, va l’abbraccio di tutta la ginnastica italiana. Il suo forfait è un peccato per lo spettacolo e, conoscendo lo spirito di solidarietà che pervade l’ambiente ginnico, lo è anche per le sue avversarie, tra le quali la nostra Vanessa Ferrari che nel concorso di ammissione l’aveva preceduta di 33 millesimi. Misurarsi con i più bravi rende migliori e se da un lato quando si è battuti dai campioni si vince lo stesso, dall’altro si perde qualcosa nel vincere senza.

Orfani così della campionessa olimpica uscente avremo, tra meno di 24 ore, la certezza di incoronare una nuova regina. Tornando indietro nel tempo, i nomi di coloro che sono riuscite ad iscriversi nell’albo d’oro di questa specialità appartengono alla legenda. Prima della Biles erano salite sul gradino più alto del podio del corpo libero Alexandra Raisman, Sandra Izbasa, Catalina Ponor, Elena Zamolodchikova, lilia Podkopayeva, Lavinia Milosovici, Daniela Silivaș, Ekaterina Szabo, Nadia Comaneci, Nellie Kim, Olga Korbut, Vera Caslavska, Larissa Petrik, Agnes Keleti e Larissa Latynina, quest’ultima proprio a Tokyo nel 1964 (oltre che a Melbourne, Roma e Città del Messico). Nomi e cognomi che hanno fatto la storia della disciplina, insomma.

Altre otto ginnaste hanno la possibilità, dunque, di entrare nella hall of fame. Oltre alla leonessa di Brescia, qualificatasi con il personale di 14.166, il più alto del Concorso I, vedremo in pedana l'americana Jade Carey (14.100), la brasiliana Rebeca Andrade (14.066), la britannica Jessica Gadirova (14.033), le due russe Viktoriia Listunova (14.000) e Angelina Melnikova (14.000), la giapponese Mai Murakami (13.933). Al posto della Biles entra l’altra gemella Gadirova, Jennifer con il suo 13.800. Negli altri concorsi, soltanto la Listunova, classe 2005, è riuscita ad eguagliare il punteggio dell’azzurra, che invece, nella finale a squadre aveva perso qualche millesimo sul doppio giro in presa, fermandosi a 14.100.

Le giurie fino, almeno fino ad oggi, hanno dato grande importanza all’equilibrio tra la parte acrobatica e quella artistica, premiando l’espressività delle ginnaste – commenta il DTN Enrico Casella - L’esercizio di Vanessa, in dubbiamente, è tra quelli che ha suscitato maggiori emozioni, facendo venire la pelle d’oca a molti, e credo che il suo, come quello della Melnikova e dell’Andrade, sia uno dei più equilibrati. Le americane e le britanniche sono più sbilanciate sulla componente acrobatica, l’altra russa, invece, è più forte sulla parte artistica, con diagonali meno cariche. La giapponese sembra meno ampia su entrambe. Certo, sarebbe strano vedere un podio senza statunitensi (non accade da Atene 2004, ndr.), però, se dovessi fare un pronostico, dal punto di vista della completezza degli esercizi, sulla carta vedo più avanti Vanessa, Angelina e Rebeca. Attenzione però – conclude il tecnico di Brescia - la differenza la farà l’esecuzione. Abbiamo visto l’Andrade perdere la finale all around per due fuori pedana. Le uscite, i passi sugli arrivi delle parti acrobatiche, qualche sbilanciamento importante sulle piroette, può fare la differenza, soprattutto tra concorrenti così vicine. Sarà davvero un fotofinish ad otto”.