Dobbiamo fare solo applausi, applausi e ancora applausi alle nostre ragazze – ha dichiarato Enrico Casella - perché hanno condotto una gara stupenda, veramente al limite delle loro possibilità e farlo in una finale olimpica, con una tensione nell’aria palpabile, non era affatto facile. Sono state bravissime a tenere sempre la concentrazione, a stare sul pezzo, a non mollare mai. Recuperare quelle piccole imperfezioni, tirando fuori una prestazione senza errori. Più di così non si poteva davvero chiedere loro. Sul quarto posto, alla vigilia, ci avremmo messo la firma. E’ chiaro che vedendo quanto poco manca al bronzo, un briciolo di rammarico c’è. Ma non è neanche rammarico, è un’amarezza che dura poco. Prevale la soddisfazione, per come hanno lottato. Veniamo da un periodo difficilissimo, pieno di infortuni. Avevamo tenuto ferma Alice, poi Asia, anche Martina, e la Villa si è infortunata proprio all’ultimo minuto. Il Covid, le vaccinazioni, c’è stato di tutto. Fino ad un paio di mesi fa Asia era convinta di non farle più le Olimpiadi. Alice per un po’ è stata a riposo precauzionale per un problema ad un polpaccio. Da fuori non si può capire quello che abbiamo passato, perché non potevamo mostrarlo, per non dare un vantaggio ai nostri avversari. Vedere una squadra che reagisce in questa maniera – prosegue il direttore tecnico della sezione di artistica femminile - di fronte a mille avversità, è stato qualcosa di commovente. Vanessa è incredibile, a quasi 31 anni ha dato un contributo incredibile. E cosa dire di Alice? Alla trave, al fotofinish, abbiamo deciso di farle fare l’uscita in triplo avvitamento, perché in doppio significava arrivare sesti. Le ho chiesto se ce la faceva, l’ha fatto e l’ha pure preso. Per la prima volta in una competizione ufficiale, e che competizione! Martina ha un problema ad un ginocchio che, purtroppo, si e riacutizzato durante la prova podio, malgrado ciò ha stretto i denti, l’abbiamo risparmiata al corpo libero e al volteggio, ma poi ha dato il suo contributo nelle altre due rotazioni. Neanche lei, come Asia D’Amato, era sicura di arrivare a Tokyo e, infatti, non le ho mandate nemmeno a Gent, nel torneo pre-olimpico del Flanders. Sono venute qui soltanto con il test degli Assoluti, eppure hanno fatto una bellissima figura. Noi lo sapevamo che questa squadra era da medaglia. Non siamo andati in giro a sbandierarlo, ma lo sapevamo – conclude il DTN che allena le fate all’Accademia Internazionale di Brescia, insieme a Monica Bergamelli e Marco Campodonico - Cinesi, francesi, giapponesi: tutte ginnaste fortissime, però l’Italia ha fatto meglio. Questi sono fatti, non parole. A bordo pedana c’era elettricità, con le americane in affanno, le russe che ne volevano approfittarne. Dietro, la bagarre per chi si prendeva quel gradino basso del podio. Insomma è stata una corsa meravigliosa, una gara indimenticabile, al di là della classifica finale.