Una delle otto squadre di ginnastica artistica femminile qualificatesi sabato scorso per la finale di Tokyo 2020 è a quattro rotazioni dal titolo olimpico di domani. Ma quale? Prima dell'inizio dei Giochi, gli Stati Uniti erano i favoriti per il terzo titolo consecutivo, ma i campioni olimpici e mondiali in carica, nel turno di qualificazione, sono apparsi fuori dalla loro forma abituale Errori insoliti per la scuola stelle e strisce hanno aperto la porta alle rivali russe del ROC, che ne hanno approfittato scappando via. Angelina Melnikova, Vladislava Urazova, Viktoria Listunova e Lilia Akhaimova non si sono lasciate scappare l'occasione e, quando la polvere di magnesia si è posata, all'Ariake Gymnastics Centre, gli USA si sono ritrovati ad inseguire (170.562 contro 171.629). Ovviamente Simone Biles, Sunisa Lee, Grace McCallum e Jordan Chiles hanno ancora il potenziale per raggiungere l'oro, a condizione però che raggiungano una maggiore pulizia esecutiva, rispetto al concorso di ammissione. Se avverrà diventeranno l’unico paese a vincere tre ori olimpici di fila, secondo soltanto all'Unione Sovietica, che con otto titoli dominò incontrastata tra il 1952 e il 1980. Al di là di ciò, se la storia ha un peso, gli Stati Uniti dovrebbero almeno salire sul podio, visto che lo fanno ininterrottamente da Barcellona 1992. I punteggi delle qualifiche non si portano nella final eight, quindi tutte e otto le squadre - ROC, USA, Repubblica popolare cinese, Francia, Belgio, Gran Bretagna, Italia e Giappone – ricominceranno da zero. Come andrà a finire? ROC e USA si rincorreranno sui 25 metri del volteggio e poi per il resto del giro olimpico, salendo alternate sullo stesso attrezzo . Cina e Francia partono alle parallele asimmetriche, Belgio e Gran Bretagna alla trave e Italia e Giappone al corpo libero. Ogni team punterà su tre ginnaste, senza possibilità di inciampi. La formula del 4-3-3 non lascia infatti margini d’errore e possibilità di scarti. Tutti gli occhi saranno puntati sulle americane, che non perdono in una competizione mondiale o olimpica a squadre dal 2010, e sulle stelle del ROC, il Comitato Olimpico Russo, che furono le ultime a batterle proprio a Rotterdam undici anni fa. Simone Biles, le cui quattro medaglie d'oro olimpiche ai Giochi di Rio 2016 l'hanno resa una leggenda della ginnastica, non è riuscita a dare il massimo e potrebbe essere in cerca di riscatto. Dall’altra parte Melnikova, Urazova e Listunova, a dir poco superbe in qualifica, faranno del loro meglio per concedere il bis. La Repubblica Popolare Cinese, vincitrice del titolo a squadre nel 2008, bronzo nel 1984 e nel 2016, è alla ricerca della quarta medaglia. Ou Yushan, Zhang Jin, Lu Yufei e Tang Xijing, straordinarie alla trave, proveranno a scalare la classifica, inserendosi tra le due litiganti al vertice. Il quarto “incomodo” è la Francia, che però non si è mai piazzata più in alto del quinto posto ai Giochi Olimpici, e l'ultima volta che è successo correva l’anno 1928, ad Amsterdam, quando d’argento erano le nostre “piccole pavesi”. Dalla quinta posizione sulla griglia parte il Belgio, che prese parte per l'ultima volta ad una finale nel 1948, chiudendo undicesimo. Dietro la Gran Bretagna, ma davanti alle padrone di casa del Giappone, ecco le fate. Il DTN Enrico Casella ha consegnato la start list azzurra, sciogliendo le ultime riserve sulla formazione e sulle condizioni fisiche di alcune ginnaste. Domani dalle 19.45 locali, le 12,45 nostrane, vedremo Vanessa Ferrari a volteggio e corpo libero, Martina Maggio a parallele e trave, le due gemelle, Asia e Alice D’Amato su tutti e quattro gli attrezzi. Ai mondiali di Stoccarda del 2019, qualificanti per i Giochi di Tokyo, l'Italia con Giorgia Villa, Elisa Iorio, Desiree Carofiglio e le due gemelle (la Maggio era in panchina) chiuse le qualificazioni all'ottavo posto con il totale di 161.931 (domenica all'Ariake invece ha ottenuto163.330), dietro Stati Uniti, Cina, Russia, Francia, Canada, Olanda e Gran Bretagna, per poi "mettere la freccia" e superare tutti fino ad un bronzo iridato che macava da Basilea 1950. Nelle favole, di solito, le fate fanno le magie al momento giusto.