Sono molto felice di come sia andata la gara. Al volteggio ho fatto un bellissimo salto, non precisissimo all’arrivo, ma ho pensato a preservarmi i piedi all’arrivo sul duro, altrimenti non sarei riuscita ad andare avanti. Sono stata contenta che alle parallele le mie compagne abbiano fatto bene, evitandomi lo sforzo. Meglio scansare rischi inutili. Dopo la qualificazione a Doha, il 26 giugno, avevo messo da parte gli altri attrezzi, visto che pensavo di venire in Giappone soltanto per fare il corpo libero. Mi sono allenata sul giro completo dall’ultima settimana, quando, purtroppo, si è fatta male Giorgia Villa. Anche la trave è andata benissimo, se si pensa che dopo Rio de Janeiro, per la rottura del tendine d’Achille a Montreal nel 2017 non ero più salita su questo attrezzo, eccetto in una World Cup a Melbourne nel 2019, agli Europei dello scorso aprile e in una gara di Serie A del 2021. Quindi, su cinque anni, sarà stata la quarta volta che salivo su una trave in una competizione ufficiale. Al corpo libero ho fatto tutto quello che potevo e volevo: gli arrivi ok, i salti artisti li ho presi tutti, il giro è venuto giusto. Non so come andrà a finire, il punteggio è competitivo, dovrei farcela ad entrare in finale. Altrimenti sarò in pace con la coscienza. Sono felice di essere arrivata fin qui. In Qatar ho preso un decimo e mezzo di più, la giuria era diversa ma a Tokyo siamo alle Olimpiadi non in una Coppa del Mondo. Mi sono un po’ emozionata, è vero, con tutti i problemi che ho avuto sono riuscita comunque a raggiungere i miei obiettivi. “Con te partirò” mi aiuta tanto nell’interpretazione della corografia, con questa musica riesco ad esprimermi con il viso, dove facevo più fatica con le altre musiche. Penso di essere migliorata molto anche dal punto di vista espressivo. Adesso l’esercizio è completo: l’acrobatica è di livello, la parte artistica altrettanto, la coreografia è buona, con l’interpretazione ci siamo, se dovessi entrare in finale valuterò cosa fare di diverso. Voglio giocarmela fino in fondo. Dopo due quarti posti, piuttosto sbaglio, arrivo ottava, ma voglio provarci fino in fondo. La Biles? La seguirò dal Villagio. Mi ha fatto piacere che abbia preso le mie difese con chi, sbagliando persona, mi aveva insultato sui social. Mi chiedo come questa storia, a distanza di tanti anni, continui ad uscire fuori ad orologeria. Chi doveva scusarsi lo ha fatto nel 2013, io non c’entravo nulla, quindi basta! Simone comunque è stata molto carina, mettendoci una pietra sopra, speriamo, definitiva. Avete visto il mio pettorale? Ho il 353. Al Mondiale di Aarhus 2006 avevo il 363: quando l’ho preso, questa mattina, mi son detta: hai visto mai che porti fortuna. Il tempo è passato, sono ormai 15 anni, ma il pettorale me ne dà dieci di meno. Magari si vede pure in pedana. Con la giusta preparazione si può essere competitivi anche alla mia età. Guardate la Čusovitina. In certe cose sarà più faticoso, in altre ti può aiutare l’esperienza, però, amministrando nel modo giusto il proprio corpo, si può fare, eccome!.

Foto Ricardo Bufolin - FGI