I due ori della squadra a Pesaro, al di là del risultato, hanno confermato, per l’ennesima volta, la qualità della gestione di Emanuela Maccarani e del suo staff, composto dalle assistenti Olga Tishina e Camilla Patriarca, dalle insegnanti di danza Federica Bagnera e Alessandra Valenti, dal preparatore fisico Mirko Ferrari e dai fisioterapisti Carlotta Mauri e Simone Gallo. “Un grande gruppo, che non si vede in pedana ma che è di supporto alla squadra che gareggia – spiega la DTN, e il pensiero vola agli ingegneri seduti al muretto del paddok oppure ai meccanici che cambiano le ruote ai box della Formula Uno, e che possono far vincere una gara al pilota, grazie alla loro velocità, alle strategie di corsa e all'affiatamento del reparto.

“Abbiamo studiato a lungo la tattica da adottare prima di uscire allo scoperto, nel momento giusto, dopo diciassette mesi di lockdown – conferma la Maccarani - A Baku c’è stato l'esordio, atteso, pensato nei minimi particolari, durante le lunghe e snervanti giornate di chiusura nell’Accademia di Desio. In Azerbaijan sono arrivati tre argenti e non era per niente scontato trovare subito conferme, con una concorrenza maggiore (a Pesaro c’erano quasi tutte le big che rivedremo in estate in Giappone, ndr.) e la pressione di gareggiare in casa, in diretta su La7. Gli errori nell’all around sono da mettere in conto, altrimenti che banco di prova sarebbe? Soprattutto con esercizi nuovi, pieni di difficoltà. Servono fermezza, concentrazione, risolutezza, e bisogna averle in cinque, tutte alla stessa intensità. I sincronismi valgono fino ad un certo punto, servono poi la testa e il cuore. E devo dire che sono orgogliosa di come le ragazze abbiano reagito nelle specialità della domenica. Sono contenta di come si siano adattate alle difficoltà contingenti. La giuria ha apprezzato, è stato riconosciuto il valore tecnico della nostra proposta. Gli ultimi sono stati mesi funestati da imprevisti: l’infortunio della Centofanti alla caviglia, il piccolo risentimento della Duranti, e, soprattutto, il problema della Cicconcelli che abbiamo provato a risolvere con le terapie finché non è subentrata la Mogurean. Non è stato per niente semplice mediare e meditare il tutto. Per questa ragione mi sento in dovere di ringraziare chi ci aiuta dietro le quinte e che è protagonista, seppur indirettamente, di quanto avviene davanti. Mi riferisco alle cosiddette “riserve”. Paris, Russo, Torretti, la stessa Cicconcelli e Nina Corradini hanno vinto l’oro di Pesaro al pari delle titolari. Senza Alessia Russo non avremmo potuto ovviare all’indisponibilità di Martina Centofanti. La copertura in allenamento, l’interscambiabilità tra le ginnaste è un valore aggiunto determinante a questi livelli. In tutti gli sport di squadra la differenza la fa la panchina, che più è lunga e meglio si va avanti. E la disponibilità, la capacità delle seconde linee di farsi trovare pronte, fanno la fortuna loro e del allenatore. Oggi, con la pandemia e il rischio alto di infortuni, è fondamentale potersi voltare verso la panchina e modificare l’ordine degli addendi senza cambiare la somma. Di ciò sono molto grata alle mie ragazze, le quali, malgrado siano impegnate in uno sport dilettantistico, mostrano sempre un’enorme professionalità. La concorrenza è forte, ormai non si fanno più prigionieri, né sconti. Le Olimpiadi sono alle porte, e a vincere sarà il gruppo più coeso, quello che sarà riuscito ad amministrare meglio il rinvio di un anno. Guardate la Mogurean, dopo quattro stagioni ai margini, ha saputo cogliere l’attimo e prendersi il centro, perché in quelle quattro stagioni si è costruita come atleta, non ha certo vivacchiato”.

La Maccarani poi ci tiene a sottolineare lo sforzo organizzativo del COL pesarese, altra componente ingiustamente in ombra di un appuntamento che brilla ormai di luce propria. “E’ stata brava Paola Porfiri, ha avuto un gran coraggio. So che molte World Cup dell’Artistica sono state annullate. Senza pubblico e con tutti i protocolli sanitari da applicare, la conferma di Pesaro è stato un atto di fede, di amore nei confronti della disciplina e di fiducia verso una macchina organizzativa ormai super rodata”. Le delegazioni straniere si sono complimentate con il COL Turismo&Sport per gli spazi enormi del warm up che consentivano il giusto distanziamento, per i tamponi effettuati all’arrivo e alla ripartenza, per la premura nei dettagli, la cura dei transfer, l’eleganza e l’autorevolezza sublimati nella cerimonia di premiazione. Alla presenza del presidente FGI Gherardo Tecchi e del collega mondiale Morinari Watanabe, che era già stato a Pesaro, subito dopo il suo insediamento, per il Mondiale del 2017, e che, come allora, si è detto di nuovo entusiasta dell’accoglienza. “La finale del circuito di Coppa, a pochi giorni dall’Europeo qualificante di Varna, era una gran bella sfida. E noi italiani l’abbiamo vinta – continua la Maccarani, da poco entrata in Giunta Coni – Malagò mi ha chiamato subito per rivolgere i suoi complimenti a me e alle ragazze. Gli ho detto che i punteggi delle finali di specialità hanno restituito alla gente che ci segue da casa la voglia di vedere la bella ginnastica, il movimento legato alla musica, la composizione di pregio e la parte artistica”. Che poi sono quelle cose che arrivano al pubblico meno esperto di difficoltà, di corpo e d'attrezzo.

Un discorso a parte, infine, lo meritano le individualiste: l’aviere dell’Aeronautica Militare Alexandra Agiurgiuculese e il talento della Faber Fabriano Sofia Raffaeli. “Anche qui la pandemia ha alterato gli equilibri. Senza il Covid avremmo avuto due ginnaste al top della forma, giunte in fondo ad un percorso di maturazione quadriennale, con la Raffaeli sedicenne che si sarebbe affacciata tra le senior con qualche gara per accumulare esperienza. Il rinvio dei Giochi invece ha dato a Sofia la confort zone per assorbire un codice che sembra cucitole addosso, mentre le altre due hanno visto l’obiettivo di una vita allontanarsi. Le stesse difficoltà che abbiamo dovuto affrontare nella squadra ce le hanno avute anche Julieta Cantaluppi e Spela Dragas”. Testa e cuore sono più volubili delle gambe e se poi ci si mette pure il virus - come nel caso di Alexandra, bloccata per più di un mese - il sogno di una vita rischia di trasformarsi in un brusco risveglio. “Nello sport non si deve mai mollare – ha concluso la tecnica di Rho - Sto dando a tutte le stesse opportunità di confrontarsi su pedane internazionali e andremo avanti cosi fino agli Assoluti di Folgaria, perché abbiamo tre ginnaste in concorrenza tra di loro, e come ho detto per la squadra, questo è un lusso, non certo un problema. Un tempo qualificarne una per l'Olimpiade era un successo, ora invece ne dovremo lasciare una a casa: è il segno buono di un movimento che cresce. In Bulgaria, agli Europei in programma la prossima settimana (dal 9 al 13 giugno ndr.) puntiamo al team ranking e a qualificare due italiane nel Gruppo A dell’edizione successiva, che avrà già un certo peso in vista di Parigi 2024. Quindi a Varna ci andranno la Raffaeli e l'Agiurgiuculese. Milena Baldassarri la rivedremo in Coppa del Mondo, a Cluj Napoca. Alex l’ho vista molto concentrata a Pesaro, con una buona preparazione fisica, malgrado un problemino ad un dito del piede che le ha fatto perdere altro tempo prezioso. Sofia è un talento straordinario nella sua fase più esplosiva. C’è un mese e mezzo per sciogliere la riserva. Chi starà meglio a luglio partirà per Tokyo. Ho sempre affrontato queste scelte con la squadra, non sarà diverso con le individualiste”.