Come ogni anno, da ventisei edizioni, nella Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, Libera muove la sua carovana civile, per un 21 marzo che e' giorno della riflessione e delle testimonianze, ma anche della denuncia della presenza delle organizzazioni criminali sui territori. "A ricordare e riveder le stelle", lo slogan scelto, nel quale risuona l'ultimo verso dell'Inferno a 700 anni dalla morte di Dante. L'inferno è la pandemia, un anno di isolamento e di distanziamento, di sofferenze e di disagio economico e sociale. L'evento principale si è tenuto a Roma, all'Auditorium Parco della Musica. A fare da sfondo al palco, un pannello con i nomi di tutte le vittime. Un elenco lungo di uomini e donne, tra cui anche 113 bambini e bambine: c’è chi ha combattuto le mafie a viso aperto e non ha ceduto alle minacce e di chi si è ritrovato sulla traiettoria di una pallottola o vittima impotente di una bomba. E ogni anno la lista si allunga, è stato aggiunto anche il nome di Willy Monteiro Duarte. Libera scandisce tutti i loro nomi per far rivivere le loro storie. "Abbiamo il dovere di trasmettere la memoria alle nuove generazioni, a questa meraviglia che sono i nostri ragazzi", dice don Ciotti. Anche il mondo dello sport è sceso in campo in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. CONI e Libera hanno fatto squadra insieme alla Federazione Ginnastica d’Italia, che, in occasione della terza ed ultima prova della regular season del suo campionato di Serie A, al Pala Guerrieri di Fabriano, ha aderito all’iniziativa lanciando il messaggio “LO SPORT NON DIMENTICA, NOI NON VI DIMENTICHIAMO”. Con le giovanissime interpreti salite sul podio della massima categoria nazionale ci hanno messo la faccia, e il cuore, anche i due idoli di casa Milena Baldassarri e Sofia Raffaeli – che il prossimo week end saranno impegnate in Coppa del Mondo in Bulgaria (diretta domenica su La7d a partire dalle 12 e in simulcast su La7.it) e la stessa di Udine Alexandra Agiurgiuculese. "Non dimenticheremo mai le vittime innocenti, i servitori dello Stato, le persone libere che non hanno rinunciato ai loro valori pur sapendo di mettere a rischio la propria vita - ha detto oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - "La memoria è radice di una comunità. Fare memoria è condizione affinché la libertà conquistata continui a essere trasmessa e vissuta come un bene indivisibile. Ecco perché ricordare le donne e gli uomini che le mafie hanno barbaramente strappato alla vita e all’affetto dei loro cari, leggerne i nomi, tutti i nomi, non costituisce soltanto un dovere civico. È di per sé un contributo significativo alla società libera dal giogo oppressivo delle mafie, è affermazione di principi di umanità incompatibili con i ricatti criminali, è fiducia nella legalità che sola può garantire il rispetto dei diritti, l’uguaglianza tra le persone, lo sviluppo solidale".

Foto Pagliaricci/Ferraro FGI