Gli atleti, si sa, sono piezz' 'e core, perché in quella che, senza falsa retorica, viene definita la grande famiglia della ginnastica azzurra, gli atleti sono i nostri figli. Per loro, per i ginnasti, faremmo tutto. Ok, ma chi è poi che lo fa materialmente, sporcandosi le mani? Sono i volontari, a volte genitori, oppure appassionati o ex atleti, oggi tecnici o dirigenti accompagnatori, che, malgrado tante, ma tantissime difficoltà, investono una fetta importante delle proprie vite per alimentare l’esigenza motoria del prossimo. Se nella società digitalizzata nella quale siamo immersi come pesciolini rossi dentro la propria boccia di vetro, ancora qualcuno si muove, questo lo si deve ad un gruppo di persone che, lavorando nell’ombra, organizza, dirige, giudica, allestisce, accompagna, sostiene. Si diverte, malgrado tutto. E così capita che, nonostante un’emergenza sanitaria globale, qualcuno si prenda la briga di mettere in piedi una kermesse agonistica, applicando alla lettera i protocolli di sicurezza, solo per il piacere di vedere una ragazza sorridere dietro la mascherina, in un selfie con le amiche della palestra, oppure un ragazzo darsi il pugnetto o il gomito con un compagno di squadra dopo essere sceso dall’attrezzo. Questo qualcuno, nel caso della Ginnastica in Festa Special Winter Edition, ha deciso di lasciare casa, i propri cari, l’attività e gli impegni di ogni giorno, e di trasferirsi in una nota località balneare, in pieno inverno, per vivere i cinque giorni del ponte dell’Immacolata rinchiusi tra i padiglioni di una Fiera, tra la polvere di magnesia, gli ordini di lavoro, i tappetoni da spostare e i campi da sanificare, per il gusto, a dir poco doppio, di gustarsi il gusto altrui. E a loro, indistintamente, che va il nostro plauso. Senza i giudici non conterebbe gareggiare, senza i segretari di gara non tornerebbero i conti e senza tecnici conteremmo a vuoto. Scontato invece è l’apporto dei volontari, che in verità non lo è mai. E se l’erba voglio non cresce neppure nel giardino del Re, questo esercito di uomini e donne di buona volontà, sotto sotto, ci arricchisce dentro e nobilita un movimento intero.

Foto Dario Ventre / FGI