Carissimi,

Nelle ultime settimane, molte atlete, da diverse parti d'Europa e dell'Oceania, hanno condiviso sui social alcune esperienze negative del loro percorso nel mondo della Ginnastica. Hanno parlato di come la loro innata passione per lo sport sia stata frustrata, in varia misura, da umiliazioni, maltrattamenti e dalla paura di venire punite qualora si fossero anche solo lamentate. Come essere umano ciascuna di queste storie mi ha profondamente rattristato. In qualità di presidente della FIG, invece, il coraggio di queste ginnaste mi ha dato speranza. Significa che esiste una volontà profonda di cambiamento. Significa che alcuni vecchi metodi autoritari - per quanto possano essere stati efficaci in passato - non sono più tollerati. Voglio dire alle ginnaste che hanno avuto il coraggio di parlare che le loro voci contano. Voglio dire loro che non è mai troppo tardi per essere coinvolti e spingere per una riforma, a qualsiasi livello. Quando sono diventato presidente della Federazione Internazionale di Ginnastica, nel 2017, pochi mesi dopo lo scandalo di Larry Nassar negli Stati Uniti, ho promesso a me stesso di attuare tutto ciò che sarebbe stato necessario affinché gli abusi sessuali non si potessero ripetere nel nostro sport. Abbiamo appreso, dalle testimonianze di quelle coraggiose giovani donne americane, che fu il clima di paura a creare l’ambiente per la commissione di tali crimini. Sulla scia di questa terribile vicenda, la FIG ha istituito una Fondazione Etica - la Gymnastics Ethics Foundation - per incoraggiare chiunque a denunciare qualsiasi forma di violazione delle regole, abusi e molestie, fornendo un procedimento sicuro e riservato (www.gymnasticsethicsfoundation.org/safeguarding). Il compito non è stato facile, ma oggi la Fondazione è pienamente operativa e sta indagando su diversi casi. Oltre a qualsiasi forma di violenza fisica chiaramente intollerabile, anche gli insulti e le minacce non devono avere spazio in palestra. Qualunque sia la posta in gioco, la ginnastica deve rimanere, soprattutto, uno sport divertente da praticare. Si può fare di più per tracciare una chiara e netta separazione tra ciò che è accettabile e ciò che non lo è, e la FIG sta lavorando in tal senso. Nel nostro sport meraviglioso conosciamo tutti un sacco di storie positive. E questi sono i modelli che vanno condivisi e replicati. Invito tutti voi a considerare cosa potrebbe e dovrebbe essere fatto nel proprio contesto. La FIG può fornire l'impeto; tuttavia, riusciremo a promuovere una cultura del rispetto nello sport solo se faremo tutti insieme gli sforzi necessari.

Morinari Watanabe