“60 minuti al giorno di attività fisica di intensità da moderata a vigorosa”: è ciò che raccomanda l’Organizzazione Mondiale della Sanità per bambini e adolescenti. Quasi un’utopia, pensando all’isolamento forzato cui tutti noi, ed in maniera particolare i bambini, siamo stati, e continuiamo ad essere, sottoposti da più di due mesi a questa parte.

Accanto all’emergenza sanitaria potremmo dire che si è venuta a creare una vera ”emergenza motoria e relazionale”, per cui i nostri bambini si sono trovati costretti tra le quattro mura domestiche senza avere più la possibilità di svolgere alcun tipo di attività fisica, lontani non solo dagli spazi all’aperto dove correre e giocare, ma anche dalle palestre e dai centri sportivi nei quali la loro motricità veniva canalizzata verso finalità importanti, con attività codificate volte allo sviluppo integrale delle personalità. L’emergenza, di fatto, ha tolto ai nostri piccoli atleti la possibilità di relazionarsi “fisicamente” con i coetanei e con le figure fondamentali nella crescita motoria: gli insegnati.  

Ci troviamo in un tempo per così dire “sospeso”, un tempo in cui tanti bisogni e tanti sogni sono stati messi lì, in una sorta di limbo, in attesa di un ritorno alla normalità che, al momento sembra lontana.

Come afferma Ernesto Caffo, fondatore e presidente di Telefono Azzurro “i bambini e gli adolescenti stanno pagando un prezzo enorme a causa della pandemia: basta sottovalutare il loro sacrificio, è ora di pensare alla ricostruzione partendo da loro… Serve uno sforzo collettivo per offrire al più presto ai giovani degli spazi in cui potersi incontrare in sicurezza”.

Per la dott.ssa Rita Tucci, psicologa e psicoterapeuta sistemico “La lunga permanenza in casa e la totale assenza delle attività sportive, con la riduzione della dimensione sociale delle attività scolastiche, ci mette dinanzi ad un graduale cambiamento, con il rischio della nascita di un vissuto di chiusura e di regressione dei bisogni di movimento, cooperazione nella competizione, di condivisione. Se cooperare e competere sono due dimensioni essenziali dei processi evolutivi umani entrambe vanno perseguite, nei tempi e nei modi giusti. Lo sport richiede la cooperazione quando si progetta la strategia per la gara, insieme all’allenatore e ai compagni, ed esige la competizione sana e leale nei confronti degli avversari; pertanto la sospensione delle attività con il conseguente ritiro nella vita casalinga o addirittura virtuale crea nei ragazzi un atteggiamento di negazione di tali bisogni, uno spostamento della percezione di se stessi all’interno dei propri spazi di crescita. Inoltre, in questo momento è messa tra parentesi anche la dimensione di gruppo che, invece, è al centro di ogni esperienza relazionale e di confronto. L’assenza di attività sportive continuative e strutturate ha interrotto anche il processo di acquisizione di una disciplina di sé, necessaria ad affrontare in condizioni ottimali gli allenamenti più impegnativi e le competizioni, per condurre una vita sana e regolare. La pratica sportiva rappresenta un elemento fondamentale per la costruzione del carattere e della personalità, educa al valore della fatica e della sofferenza in vista di un traguardo. L’assenza, per un tempo prolungato, delle attività sportive e di tutti i momenti in cui praticare movimento rischia di porre i bambini e i ragazzi all’interno di una esperienza di sospensione della percezione del proprio comportamento coerente con i bisogni evolutivi, di interrompere il processo di acquisizione della capacità di controllo efficace per il riconoscimento del proprio il senso del limite. E’ necessario studiare il modo per riannodare i fili interrotti dalla pandemia, di spingere i ragazzi a riprendere in mano le proprie attività per sostenere i sogni, le passioni e anche, semplicemente. E’ necessario rimettere i giovani all’interno del proprio contesto relazionale, fatto di incontri e scontri, di vittorie e sconfitte, di limiti e slanci”.

Questo periodo di passaggio dall’isolamento alla normalità si delinea come un momento fondamentale. Sarà importante fare in modo che le Associazioni Sportive possano strutturare dei percorsi definiti, finalizzati, seguendo linee guida ben precise. E’ auspicabile anche prevedere dei percorsi pluridisciplinari - perché no? - con i cosiddetti “campi scuola” che dovranno essere gestiti da personale qualificato e competente, da tecnici formati dalle istituzioni sportive che non lascino spazio alcuno all’improvvisazione. Troppi i video sui social in questi ultimi mesi che ci hanno sommerso con pseudo-lezioni tenute da pseudo-istruttori lasciando esterrefatti gli addetti ai lavori.

Sarebbe utile, infine, trovare le adeguate sinergie con i Comuni per poter sovvenzionare e promuovere sul territorio attività svolte all’aperto in aree verdi con il coinvolgimento di tanti sport, attivando collaborazioni tra ASD /SSD di discipline diverse, proprio in virtù della valenza delle attività multidisciplinari nell’età evolutiva. Un errore di programmazione ed attuazione della attività fisica, in questa fase di ripresa, accentuerebbe in modo irreversibile il danno motorio e relazionale che i nostri bambini, figli ed atleti hanno subito.

Diventa fondamentale dunque utilizzare le Associazioni e Società Sportive, pronte, qualificate e disponibili su tutto il territorio nazionale con tecnici specializzati e formati. Ricordiamoci inoltre che le giuste regole e i protocolli di distanziamento sociale per una sicura ripresa dell’attività sportiva nella Fase 2 dell’emergenza Covid-19, limiterà di molto la ricettività delle strutture, escludendo purtroppo grande parte della popolazione sportiva. In questo momento di incertezza bisogna dare certezze ai nostri bambini, con progetti condivisi, chiari e percorribili, esaltando l’attività motoria, qualificata in ogni sua forma, attraverso gli enti professionalmente competenti, in collaborazione con le istituzioni.

L’attività motoria qualificata per i nostri ragazzi e bambini non è più procrastinabile.

di Emiliana Polini (DTN Ginnastica per Tutti) e Roberto Carminucci (DTN Salute e Fitness)