Di sicuro non si aspettava di festeggiarlo così, sotto l’assedio di un’epidemia di manzoniana memoria. Eppure il 150° della Forza e Coraggio di Milano, fondata il 24 marzo del 1870, un anno dopo la nascita della Federazione Ginnastica d’Italia, rappresenta oggi, ai tempi del CoronaVirus, un’epifania di rinascita. Quel motto, che andrà poi nel 1886 a sostituire la denominazione di Società Ginnastica Milanese, scaturito dalla scissione con la Pro Patria, rappresenta per tutto il movimento sportivo ambrosiano, per la regione Lombardia e, come nei moti d’indipendenza, per l’Italia intera, un’esortazione alla resistenza contro il nemico invisibile. Doveva essere una stagione di celebrazioni – e la speranza è che lo sia, anche se in forma ridotta – e invece il centro sportivo di Via Gallura 8, zona Vigentino, inaugurato nell'ottobre del 1930 e dotato di un campo da calcio a 11 e 2 campi da calcio a 7 in erba sintetica di ultima generazione, un palazzetto per basket e ginnastica ritmica, una palestra per ginnastica attrezzistica, tre tensostrutture polivalenti con superfici di gioco omologate per calcio a 5, pallavolo, basket e tennis, due sale per scherma e fitness, è chiuso sino a data da destinarsi a seguito del DPCM del 10 marzo. Nata in una birreria di Corso Magenta, grazie ai ragazzi della palestra di Corso di Porta Romana 108 che si erano entusiasmati dopo aver preso parte ad un Concorso ginnico a Bellinzona, la FeC è arrivata fino ai nostri giorni superando due guerre mondiali e altre due pandemie come la spagnola nel 1918 e l’asiatica nel 1957-58. La società che nel suo statuto originale perseguiva “l’iscopo di generalizzare nei giovani quegli esercizi ginnastici che possono renderli agili e forti,e perciò più utili a loro e alla Patria", conta 1.960 tesserati, 250.000 frequentatori del centro sportivo, 95 tra tecnici, allenatori e istruttori. L’organizzazione, che opera altresì nelle scuole della zona sud di Milano, nei quartieri Barona, Gratosoglio, Vigentino e Chiaravalle, è strutturata in nove sezioni e precisamente: Ginnastica, Atletica, Scherma, Pallavolo, Boxe, Tennis, Calcio, Arti marziali e Attività per portatori di handicap. D’altra parte è fin dagli albori, sotto la presidenza del professor Virgilio Inama (1871-1890), insigne grecista e presidente del Club Alpino Italiano, che la Forza e Coraggio svolse l’importante ruolo di madre dello sport meneghino. Ad esempio, tra i pioniri della Canottieri Milano, fondata nel 1890, figurano diversi esponenti della FeC ed è per merito di quest’ultima che nel 1886 si svolse un’importante prova di nuoto nel Naviglio Grande. Superato il ventennio fascista con uno soffio vitale sempre segretamente ispirato al liberismo di Benedetto Croce, nel secondo dopoguerra trovò un nuovo rilancio fino alla consacrazione nella nascente disciplina della Ginnastica Ritmica, con campionesse del calibro di Marina Odorici e Giulia Staccioli, capaci di vincere in due sette titoli italiani tra il 1972 e il 1986. Come era riuscito a fare anche Giuseppe Paris nella terza edizione del torneo di Artistica maschile del 1927. Auguri dunque, glorioso sodalizio e citando Tucidite quando disse che Atene fu distrutta dalla paura della peste, non dalla peste, ci auguriamo pure - e ci perdonerete la retorica - che Forza e Coraggio diventi il vaccino morale per vincere la gara contro il Covid-19.

Di David Ciaralli