Ha salutato la terra reggiana, che tante soddisfazioni le aveva donato, sportive e familiari. Marisa Iori, figura di riferimento della pallavolo e, soprattutto, della ginnastica a livello nazionale. Si è spenta per cause naturali, durante il riposo notturno, verso le 23.30 di venerdì, nella sua camera della residenza per la terza età «Luigi Cervi» di Albinea, dove era ospite da qualche tempo. 86 anni, vedova di Fabio Boschi, altro nome di spicco dello sport reggiano, Marisa Iori aveva iniziato la sua carriera sportiva dalla pallacanestro, vera pioniera della palla a spicchi al femminile, a 22 anni, per poi passare al volley di cui diviene giocatrice di spicco della Nazionale, per la quale veste i galloni di capitana dal 1954 al 1957, anno in cui si ritira per dedicarsi alla famiglia. Nel 1968, insieme al marito, fonda la Ginnastica Amatori Reggio ed avvia l'avventura dirigenziale che la occuperà per svariati decenni sino al 2011. E' stata anche giudice di gara e allenatrice per Federginnastica, nonché delegata provinciale per 27 anni. Tantissimi i riconoscimenti ricevuti in carriera, a partire dalla stelle al merito sportivo del Coni, compresa quella d'oro che le fu attribuita nel 2018. Due anni prima il sindaco di Reggio, Luca Vecchi, le aveva conferito il premio «Reggiana per Esempio» nella sezione sport. Nella motivazione, tra l'altro, si legge: «un riconoscimento per la sua carriera sportiva nel basket in tempi in cui l'accesso allo sport per le donne richiedeva il superamento di ostacoli oggettivi e di pregiudizi, per gli importanti risultati ottenuti nella pallavolo, la versatilità con la quale si è dedicata a sport differenti come la ginnastica artistica e ritmica, per aver fatto della propria esperienza sportiva generosa pratica di formazione di migliaia di ginnaste». La curatrice della sua autobiografia, Lia Comici, di lei nel 2017 ha scritto: «...era in carrozzina e nella sua minutezza mi è sembrata fragile. Ma l'apparenza, come dice il proverbio, inganna perché Marisa è stata ed è una donna determinata a fare ciò che ama con passione indipendentemente dai risultati. Ha amato la pallavolo e ancor di più la ginnastica artistica a cui ha dedicato la sua vita. Marisa è una grande donna perché è una persona umile che mette il cuore in quello che fa». Commosso il ricordo della figlia Fulvia: «Per colpa delle restrizioni causate dal coronavirus nelle ultime due settimane non potevamo andarla a trovare, però ci vedevamo e sentivamo tutti i giorni in videochiamata. La sua morte è stata imprevista. Lascia una eredità morale incalcolabile, perché era una persona forte. eticamente e fisicamente. Era inossidabile e anche negli ultimi tempi ci ha sempre consigliato, con affetto e competenza, nell'attività mia e di mia sorella Laura come dirigenti sportive, anche se non riusciva più a venire in palestra. Resta il rammarico di non poterle fare il funerale pubblico. Perché in tanti sarebbero venuti a dirle addio con immenso affetto». Oltre alle figlie Fulvia e Laura, Marisa Iori lascia il figlio Fabio e i nipoti Cristina Vittoria, Tim, Sanne, Lisa, Leonardo e il pronipote Dario.Il Presidente FGI Gherardo Tecchi si stringe al dolore della famiglia in un momento nel quale "il mondo dello sport perde una donna davvero eccezionale, che conoscevo da molto tempo e che ho avuto la fortuna di vedere all'opera sia nell'ambito della pallavolo che della ginnastica. La notizia della sua scomparsa mi rattrista davvero tanto".

Di Gabriele Gallo (QN - Il Resto del Carlino – ed. Reggio Emilia, pag.15)