Partite! I caporali dell’Esercito Italiano, entrambi in forza al Centro Sportivo della Cecchignola, Vanessa Ferrari e Lara Mori, hanno preso il volo per l’Australia. Obiettivo la World Cup di Melbourne, seconda tappa del circuito 2020, dopo Cottbus (in realtà disputata nel 2019) e prima di Baku e Doha. Con le due ginnaste azzurre ci sono i loro tecnici - rispettivamente, Enrico Casella e Stefania Bucci - l’ufficiale di gara Carmen Basla e il fisioterapista Alessandro Cervati. In palio i punti utili per la corsa al pass olimpico del corpo libero femminile. Vany e Lara, amiche nella vita, sono dunque rivali in pedana, perché soltanto una delle due potrà proseguire sulla Road to Tokyo 2020. Jade Carey permettendo. L’americana, al momento, guida la classifica speciale del biennio, ma una probabile qualifica al volteggio la toglierebbe di mezzo, lasciando libero il campo a un duello tutto interno alla FGI. La Ferrari, se alla fine dovesse prevalere lei, scriverebbe ancora una volta la storia malgrado i tanti infortuni che l’hanno tenuta bloccata. Nessuna ginnasta italiana ha mai preso parte a quattro edizioni dei giochi olimpici. Al momento Vanessa - presente già a Pechino, Londra e Rio de Janeiro - divide il primato, a quota tre, con Monica Bergamelli e Miranda Cicognani. Ma il cannibale d’Orzinuovi non ha mai nascosto di puntare a ben altro, anche in occasione della consegna del Premio Brescianità, a Palazzo Tosio, con il Sindaco Emilio Del Bono. Per lei il motto decoubertiano non ha senso. Se andrà in Giappone lo farà per vincere, e basta. Sarebbe molto più della classica ciliegina. Dopo i successi ai Mondiali e agli Europei, alla soglia dei trent’anni la stella di Aarhus 2006 cerca ancora la consacrazione del podio a cinque cerchi, sfuggitole di un niente al corpo libero sia nel 2012, quando arrivò terza in ex aequo con la Mustafina e vinse la russa per la migliore esecuzione, sia nel 2016, quando da terza in qualifica si vide soffiare il bronzo dalla britannica Amy Tinkler, beccandosi un altro legno in faccia. Ma se c’è una cosa che non ha mai fermato la Ferrari è il fato avverso, il vento contrario. Insomma, la iella, che pure ce l’ha messa tutta per limitarne il cammino. Accanto a lei c’è un’altra piccola grande campionessa, magari con un palmares più ristretto della sua compagna di viaggio, ma con un trascorso e uno spessore umano non certo inferiore. All’attivo del giglio di Montevarchi brillano i successi ai Giochi del Mediterraneo di Tarragona, alle Universiadi di Napoli, agli Assoluti di Perugia e di Riccione, oltre alle tante finali di prestigio, compresa quella iridata a Montreal nel 2017, la stessa nella quale la Ferrari si infortunò alla caviglia. La Mori diede un forte contributo al gruppo dello scorso quadriennio per la qualificazione in Brasile e alla fine, purtroppo, per scelta tecnica le furono preferite altre atlete. Il suo sogno olimpico, dunque, ha origini lontane ed è tutt’altro che sopito. Vinca la migliore, verrebbe da dire, purché sia un’italiana. La concorrenza, infatti, è sempre alta. La padrona di casa Georgia Godwin, che non dovrà smaltire viaggi e fusi orari, le canadesi Isabella Onyshko ed Emma Spence, le britanniche Claudia Fragapane e Ondine Achampong, le ucraine Anastasia Bachynska e Diana Varinska, la russa Iana Vorona sono pronte ad approfittare di un eventuale passo falso di chi le precede. Non ci saranno le cinesi, a cominciare dalla Qi Qi, per decisione del governo australiano. Il Corona Virus e gli incendi che hanno messo il Paese in ginocchio sono ancora drammaticamente sullo sfondo. La ginnastica cerca il balzo del canguro, per superare i drammi e ritrovare la gioia del confronto sportivo. Per la cronaca c’è ancora una ulteriore card olimpica a disposizione dell’Italia. Si può prendere con il circuito della All-around World Cup. E’ un pass numerico, non nominativo, che la nostra GAF potrebbe strappare tra Milwaukee, Stoccarda, Birmingham e Tokyo, oppure attraverso gli Europei a Parigi. La delegazione della Femminile, per ora conta le quattro della squadra, bronzo mondiale nel 2019, ma se ne potrebbero aggiungere altre due, perfezionando l’en plein dei posti Paese a disposizione. Per la maschile, invece, oltre a Ludovico Edalli e Marco Lodadio ci sarebbe posto per un altro generalista. Non con le Coppe del Mondo dove gli azzurri non andranno ma con la rassegna continentale di Baku. Le speranze sembrano ridotte al lumicino. Chi ha però il coraggio di spegnerlo?