È chiaro che un bilancio globale, che possa abbracciare una totalità di riflessioni e basarsi sul palmares completo dell’intero 2019, necessiti ancora di ulteriori sei mesi o poco meno. Eppure, con coscienza e valutazione dei successi e obiettivi fin qui conquistati dalla ginnastica italiana, un giudizio – anche se parziale – lo si può dare senza tema di essere smentiti. Perché se il 2018 è stato l’anno in cui le Farfalle della Ritmica si sono messe in tasca la qualificazione per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020, la nuova stagione agonistica ha iniziato a tracciare un percorso che, si augura la Federazione Ginnastica d’Italia, possa portare il maggior numero possibile di atleti all’Olimpiade nipponica. Le premesse, in termini di crescita delle diverse sezioni – basti pensare alla “rinascita” dell’Artistica maschile, tornata a battagliare con i più forti al mondo, o delle individualiste della Ritmica che lotteranno per andare in Giappone nel Mondiale di settembre a Baku – ci sono tutte e la prima metà del 2019 lo ha confermato: gli azzurri della FGI hanno messo in bacheca già la bellezza di 35 medaglie – tra Mondiali, Europei e World Cup – delle quali 26 sono state conquistate dai senior e 9 dai baby (dal conteggio è escluso l’EYOF, in corso in Azerbaijan con l’Italbaby di Artistica maschile e femminile).

A cominciare proprio dai ragazzi dei grandi attrezzi, con la crescita costante di Marco Lodadio. L’aviere dell’Aeronautica Militare, già bronzo agli anelli un anno fa nel Mondiale di Doha, ha scalato pian piano i gradini del podio: prima l’argento al Campionato Europeo di Stettino poi lo splendido oro ai recentissimi European Games di Minsk. Un successo che ha sugellato la carriera del capitano della Squadra maschile – che a ottobre, nella rassegna iridata di Stoccarda, si giocherà la qualificazione per Tokyo 2020 – e lo lancia sulla strada per seguire le orme dei grandi campioni della Federginnastica, gli stessi che sono sempre stati i suoi idoli. Quattro metalli pregiati per la sezione GAM, più il terzo posto dell’Italbaby maschile nel 1° Campionato Mondiale junior di Gyor, quasi il doppio, invece, per la femminile di Artistica. Splendida la medaglia di bronzo festeggiata da Alice D’Amato nella finale di specialità alle parallele asimmetriche al suo primo Europeo da senior, un successo che mancava da tanto alla Federazione e che lancia le Fate – l’ormai iconico nome di quella Squadra che punta all’Olimpiade e lo fa con i talenti puri della genovese e della sorella Asia, Giorgia Villa ed Elisa Iorio – letteralmente sulla Luna, visto che è periodo di anniversari storici. In bacheca, nei primi mesi del 2019, la GAF ha messo ben 9 medaglie delle quali tre sono arrivate alla XXX Universiade estiva di Napoli, da poco conclusa con soddisfazione. Nella rassegna multidisciplinare nostrana sono state le veterane dei grandi attrezzi a confermare la bontà del progetto Italia: le tre caporal maggiori dell’Esercito italiano – Carlotta Ferlito, Lara Mori e Martina Rizzelli – sono salite sul terzo gradino del podio nel concorso a squadre. Non contente, la stella catanese ha riportato a casa l’oro in una finale al corpo libero da applausi e l’atleta di Montevarchi l’argento in quella alla trave.

Sempre nei Giochi Universitari si è presa una bella rivincita Alessia Russo, unica rappresentante azzurra di Ritmica al PalaVesuvio di Ponticelli. La terza potenza italiana agli ultimi Assoluti di Torino, in forza all’Armonia d’Abruzzo, ha commosso l’intero palazzetto sold out con la routine al nastro in finale che le è valsa una storica medaglia d’argento, la prima della FGI in una Universiade. Senza dimenticare la coppia più bella del mondo, quella formata dai talenti dell’Aerobica Michela Castoldi e Davide Donati. La loro interpretazione del Titanic, agli European Games, ha meritato di diritto la medaglia d’oro. E dalle retrovie cominciano a scalpitare gli azzurrini di tutte le sezioni della Ginnastica: dal primo Mondiale junior di Artistica a Gyor all’omologo di Ritmica a Mosca e all’Europeo di Baku (6 metalli per le baby dei piccoli attrezzi nelle due competizioni giovanili), che hanno regalato tante medaglie ma, soprattutto, la consapevolezza che il movimento italiano c’è e sta crescendo benissimo.

Di Giorgia Baldinacci