Le due Elise nazionali, la Blanchi e la Santoni, hanno preso parte, ieri pomeriggio, alla Conferenza Stampa di presentazione dei Giochi Mondiali Special Olympics, Shanghai 2007, presso la Sala d’Onore del Coni, a Roma. Le ginnaste dell’Aeronautica Militare hanno portato al Presidente del Coni Gianni Petrucci i saluti di tutta la squadra di ritmica, reduce dalla qualificazione olimpica e da tre argenti mondiali. Di contro, lo stesso Presidente del Comitato Olimpico, insieme al Presidente FGI Riccardo Agabio, agli altri autorevoli relatori, dall’On. Giovanna Melandri, a Cesare Romiti, Angelo Moratti e Luca Pancalli, e all’intera platea, composta dagli atleti di Special Olympics, giornalisti e dirigenti del mondo dello Sport, hanno tributato un lungo applauso alle nostre ragazze per i recenti successi di Patrasso. Elisa Blanchi, tra l’altro, era stata unanimemente indicata dal resto gruppo come il simbolo dell’impresa greca. La campionessa di Lariano, infatti, è riuscita ad onorare l’impegno mondiale nonostante fosse stata colpita da un forte attacco virale. Nessuno, dunque, poteva meritare più di lei una tale ovazione, anche se, chi segue la Ginnastica, sa che la squadra è un mosaico unico e inscindibile, composto, al momento, da 14 tasselli. Sull’argomento ritorna l’allenatrice delle farfalle d’argento, quella Manuela Maccarani, che con l’aiuto di Eva D'Amore, Natalie Vancauwenberghe e Valentina Rovetta, è riuscita a plasmare una nazionale elegante ed indistruttibile: “Dopo la gara del completo la nostra attenzione si è dovuta necessariamente spostare sulle condizioni di salute di Elisa Blanchi che sabato sera aveva quasi 40 di febbre. Un virus che ha colpito altri componenti della delegazione azzurra, compresa, in maniera più lieve, Daniela Masseroni. Elisa, nei due esercizi, ha le parti più rischiose e per questo non è sostituibile. Poi, che lei avrebbe gareggiato anche con 42 è un altro discorso. La “Blanche”, come la chiamano le compagne per distinguerla dall’altra Elisa, la Santoni, è una garista nata, però, in quello stato, poteva cadere al suolo stremata. Tra la prova alle funi e quella ai cerchi e clavette abbiamo avuto giusto il tempo di cambiarci il body, in una corsa continua. Ma il gruppo ha saputo compattarsi intorno all’anello debole, dimostrando una forza incredibile, non solo fisica. Le ragazze non hanno sbagliato nulla, seppur tutte debilitate, e questo è segno della bontà della loro preparazione. La squadra ha dimostrato di essere talmente ben allenata da poter superare qualsiasi difficoltà. Più forti della malattia ma a quanto pare non della Russia. Finire staccati di 1 decimo e 75 dalle russe ai cerchi e clavette è un risultato comunque significativo, perché fino a qualche tempo fa non le vedevamo neppure con il binocolo. Il paragone con ginnaste così belle e preparate ci nobilita e arrivare così vicino ci è costato tanti sacrifici. Ore, giorni, mesi trascorsi in palestra per fortificare, oltre al corpo pure la mente. Questi appuntamenti ti consumano soprattutto a livello psicologico. Competere con il malanno e le avversarie, davanti ad un palazzetto pieno e con una giuria che ti valuta significa avere carattere. E su questo continueremo a puntare in futuro. Questo è un gruppo con gli attributi, e la Blanchi in questo Mondiale ne è stato l’esempio eclatante. Superare la Russia appare al momento impossibile. Con questi giudizi l’unica chance di sorpasso l’avremmo in caso di errori evidenti delle nostre avversarie. Abbiamo tutte le carte in regola per finire un lavoro iniziato nel 2002 a New Orleans. Ma non dipende soltanto da noi”.