Questa mattina è venuta a mancare la prof.ssa Elisabetta Mastrostefano. Vinta da un male incurabile la Direttrice Tecnica Nazionale della Ginnastica per Tutti si è spenta in coincidenza con la fine della Festa della Ginnastica, come se avesse voluto attendere il completamento della sua creatura più amata, come se avesse desiderato non rovinare l’atmosfera gioiosa della rassegna pesarese che aveva, fino all’ultimo, contribuito a realizzare. Il presidente della Federazione, il prof. Riccardo Agabio, insieme al Segretario Generale Michele Maffei e a tutto il Consiglio Direttivo Federale si unisce al cordoglio della famiglia Cuomo. Alla soglia dei 55 anni – avrebbe festeggiato il compleanno il prossimo 25 giugno – Elisabetta non solo lascia il marito Giancarlo e due figlioli ma un popolo intero, quello della GpT, che vedeva in lei un punto di riferimento costante e professionale. I funerali si svolgeranno mercoledì, alle ore 15:30, presso il Duomo di Prato. Nel numero 4/2010 de Il Ginnasta la giornalista Ilaria Leccardi aveva fatto una bellissima intervista nella quale la Mastrostefano si raccontava con la limpidezza e la disponibilità proprie del suo carattere. Non trovando altre parole per descrivere la tristezza di questo momento pubblichiamo di nuovo quell’articolo. 


 




 

ELISABETTA MASTROSTEFANO: LA SIGNORA IN GpT

di Ilaria Leccardi

 

Che potesse ritrovarsi un giorno a vestire i colori azzurri per guidare un movimento italiano tutto fantasia e promozione, essere tra i capofila di eventi coma la Ginnastica in Festa, organizzare le delegazioni per le Gymnaestrada e altri eventi internazionali di ampio respiro, la giovane Elisabetta Mastrostefano, a 15 anni appena compiuti, a bordo di un aereo diretto a L'Avana e piena di entusiasmo, proprio non se lo poteva aspettare. E a ripensare a quei momenti, oggi che è Direttrice Tecnica Nazionale della sezione Ginnastica per Tutti della Federazione Ginnastica d'Italia, le compare nella voce un'allegria fresca, quasi da ragazzina. “Povera signora Rosato, tenerci a bada non era semplice... Chissà cos'ha pensato quando io e Marina Odorici, di appena un anno più grande di me, siamo scomparse alla sua vista e siamo finite nella cabina di pilotaggio per goderci l'atterraggio in prima fila. Mia mamma si era raccomandata: 'Le affido mia figlia, me la riporti a casa sana e salva!'. Ma noi eravamo così felici di quel viaggio dall'altra parte del mondo...”. È il novembre del 1971 ed Elisabetta Mastrostefano sta volando verso Cuba, con le sue compagne di squadra, per i Campionati del Mondo di Ginnastica Ritmica. La 5ª edizione della storia; la terza per la Nazionale italiana e l'allenatrice Maria Rosa Rosato, ma anche la terza in cui viene ammessa la gara di squadra; la prima per la giovane azzurra... romana? torinese? toscana? “Be' in realtà non saprei... Sono nata a Roma, ma mio padre lavorava in banca e ad ogni passo avanti che faceva in carriera veniva trasferito. A 10 anni ero già a Torino e mia mamma decise di portarmi in palestra, alla Reale Società Ginnastica Torino, dove la signora Serena Sensi mi prese nei suoi corsi di ritmica. Una specialità che ho avuto modo di praticare anche alle scuole medie, perché fortuna ha voluto che la mia insegnante di educazione fisica fosse proprio Maria Rosa Rosato, l'allenatrice della squadra Nazionale”. Elisabetta è alta, ha un fisico slanciato e adatto alla ginnastica ritmica, impossibile non notarla. E così, nel 1970, ad appena 14 anni, viene convocata al primo collegiale nazionale, a Montecatini. “Fu il primo di una serie di incontri in preparazione per i Campionati del Mondo del 1971, dove avremmo eseguito un esercizio con 3 cerchi e 3 palle. Io e Marina Odorici eravamo le più piccoline di età, le altre ragazze erano tutte maggiorenni. E poi a novembre siamo partite e là abbiamo vinto uno storico bronzo, la prima medaglia internazionale per la ritmica italiana. È stata un'emozione splendida, anche perché all'epoca gli esercizi si eseguivano ancora con la musica suonata dal vivo. Così come splendida è stata l'esperienza umana di incontrare le persone di Cuba, gioiose, entusiaste, piene di vita”. Quella di L'Avana rimane per Elisabetta un'esperienza unica, perché la vita chiama e presto la sua famiglia si deve nuovamente trasferire, questa volta in Toscana, a Prato, sempre per via del lavoro del padre. “Per un po' ho provato a fare su e giù, ma era dura proseguire gli allenamenti con costanza. Così ho lasciato l'attività agonistica e ho iniziato a insegnare ritmica a un gruppo di giovani e poi, quando di nuovo ci siamo trasferiti a Roma, mi sono iscritta all'Isef”. Un periodo come allenatrice delle squadre giovanili di ritmica, l'esperienza come giudice nazionale e internazionale (“Sono stata un po' dappertutto, da Vilnius a Mosca”), quindi, nel 1980, il matrimonio, il ritorno a Prato, la famiglia. “Per qualche tempo mi sono dedicata molto ai miei affetti, anche se non ho mai lasciato lo sport. Ho lavorato per il Coni provinciale, sono rimasta vicina all'ambiente”. Fino al 1997, quando il Comitato regionale Toscana della Federazione la chiama a dirigere la sezione regionale della Ginnastica Generale (così si chiamava allora quella che oggi è conosciuta come GpT). “Quando poi Riccardo Agabio ha lasciato il suo incarico di Direttore Tecnico Nazionale di questa sezione per diventare Presidente federale non volevo credere che mi proponesse di prendere il suo posto... E invece così è stato. Nel 2001 sono diventata DTN della Ginnastica Generale italiana”. Un paio di anni addietro si era svolta la prima Festa della Ginnastica nazionale, ma allora si trattava solo di un weekend. Il movimento che conosciamo oggi, protagonista delle ultime partecipatissime edizioni, sta muovendo in quegli anni i suoi primi passi. “Poco per volta ci siamo resi conto che un fine settimana non sarebbe più bastato e così la Festa della Ginnastica ha iniziato ad assumere una dimensione sempre più importante, crescendo a Fiuggi per diversi anni fino all’edizione 2010 di Pesaro che ha fatto registrare numeri da record”. E poi ci sono gli eventi internazionali, i momenti che lasciano addosso la sensazione che quella della ginnastica sia una grande famiglia con un'anima che abbraccia tutto il mondo. “Una delle esperienze più belle della mia carriera è stata senza dubbio la prima Gymnaestrada a cui ho partecipato, nel 2003 a Lisbona”. Un evento storico la Gymnaestrada, che prende il via nel 1953, e che si svolge ogni quattro anni, come una sorta di Olimpiade della Ginnastica per Tutti, dove però non esistono punteggi e gare. Solo emozione, voglia di stupire e grande preparazione tecnica e coreografica di gruppi a volte numerosissimi. “In quell'occasione la delegazione azzurra era composta da circa mille persone e non è stato semplice gestirle tutte, ma l'entusiasmo ci ha aiutato. Come, quattro anni dopo, a Dornbirn, quando oltre 650 ginnasti sono stati protagonisti della serata italiana. Uno spettacolo straordinario! Ora ci stiamo preparando per la prossima edizione, che si terrà a luglio a Losanna. Purtroppo il nostro gruppo sarà un po' più esiguo rispetto agli anni passati, soprattutto per via della crisi economica e della forza del Franco svizzero sull'Euro, che rende tutto più caro. Ma daremo comunque il meglio e stiamo già lavorando per la serata italiana in programma il 12 luglio”. Nell'ultimo decennio Elisabetta è stata però la guida azzurra anche per tutta un'altra serie di manifestazioni internazionali. Una è l'Eurogym, destinata a giovani europei in età scolastica e universitaria. “Come Italia abbiamo partecipato alle edizioni di Gent 2006, Albi 2008 e Odense 2010, portando sempre tra le 250 e le 400 persone”. L'altra è la Golden Age, dedicata ai ginnasti Over 50. “Nel 2008 siamo stati a Maspalomas e nel 2010 a Portimao, sempre con folti gruppi di 'giovani ginnasti maturi'. Il sogno ora è portare la manifestazione in Italia il prossimo anno. Montecatini è una delle candidate più accreditate”. Parlando con Elisabetta si capisce fin da subito che il suo amore per la ginnastica non è fatto solo di attenzione al momento di gara, alla manifestazione, all'importanza storica delle grandi esperienze internazionali. Prima arriva la condivisione. “In primo piano per me c'è il valore umano di ciò che faccio e delle esperienze a cui partecipo. Mi hanno permesso di ritrovare tante persone che hanno fatto parte della mia storia, anche in anni passati, da Maria Rosa Rosato, che ancora allena gruppi in preparazione a questi eventi, a Laura Colombari, mia ex compagna di squadra in Nazionale. E poi c'è lo straordinario staff diffuso per l'Italia, nei vari Comitati Regionali, che mi dà un sostegno senza eguali. Gli allenatori, i direttori tecnici, i giudici. Non si tratta solo di rapporti di lavoro, anzi. È una questione di affetto, amicizia, complicità”. La forza della Ginnastica per Tutti e della sua guida, l'ex ragazzina diventata campionessa dall'altra parte del mondo, Elisabetta Mastrostefano, sta proprio qui. Mettere da parte per un attimo la competizione per concentrarsi sulla partecipazione, la comprensione reciproca, i colori, la gioia che in questo mondo la fanno da padroni. “Per come la vedo io la Ginnastica è prima di tutto vicinanza umana. E quando mi guardo indietro a volte non riesco a credere di aver fatto tutto quello che racconto. Con a fianco sempre qualcuno con cui spartire i momenti più e meno positivi. Ed è questo l'aspetto più bello”.

 



Ciao Elisabetta. Ti vogliamo bene!