Vettel, Rossi, Paolini! E le Farfalle? Nell’arcobaleno odierno di questa primavera dello sport italiano mancava purtroppo un colore, che diversi telegiornali e quotidiani (a parte la Gazzetta dello Sport e poche altre eccezioni) hanno dimenticato nella tavolozza dell’informazione giornalistica. Oltre che per la Ferrari vincente a Sepang in Malesia, per Valentino in Qatar (addirittura davanti ad altri due italiani, Dovizioso e Iannone) e per Luca Paolini nella classica di ciclismo sul pavé, tra Gand e Wevelgem, nel week end l’Inno di Mameli ha suonato anche a Lisbona e per ben due volte. Grazie alla Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica, che, malgrado attrezzi ed esercizi nuovi e nuovi ingressi in squadra, all’esordio stagionale, continua a portare il tricolore sui podi di tutto il Mondo.


 

E chi se ne importa che di questo se ne parli poco. Il doppio oro, nel concorso all-around, quello olimpico nell’anno della qualificazione olimpica, e nell’esercizio con 2 cerchi e 6 clavette, è un fatto, non chiacchiere. Certo farebbe piacere ogni tanto vedere i volti sorridenti delle nostre campionesse sulle prime pagine o nei titoli delle all-news televisive, per non sentirsi sempre profeti di una Patria sportivamente ignorante. Deve intervenire lo stesso Presidente del Coni - ai microfoni di Radio Sportiva - per dare il giusto riconoscimento alle discipline meno celebrate e attirare l’attenzione anche “su sport che sono altrettanto importanti. Durante questo fine settimana – ha aggiunto Malagò - c’è stata una strepitosa Flavia Pennetta che ha battuto l'ex numero uno al mondo Azarenka e sta giocando il miglior tennis della sua vita. Anche la Errani è al quarto turno di Miami e non dimentichiamo le tre ragazze che sono arrivate prima, seconda e terza nello skeet - Bacosi, Cainero e Spada - con due di loro che hanno preso la carta olimpica. E ancora – conclude  il numero uno del Foro Italico - i risultati eccezionali della Ritmica".



D’altro canto, come ormai stiamo riscontrando nelle nostre manifestazioni, la Ginnastica, attraverso un’autogestione della comunicazione, sta riuscendo comunque a diventare popolare, emancipata da una nicchia nella quale i grandi network tendevano a relegarla, per ragioni che esulano dal riscontro del campo. E il merito di ciò va altresì a coloro che hanno sempre creduto in noi, a cominciare dai Gruppi Sportivi delle Forze Armate. L’Aeronautica Militare, ad esempio, per quanto riguarda la Ritmica, che, di certo, sarà compiaciuta dei risultati conseguiti dalle sue atlete – Marta Pagnini, Andreea Stefanescu e Camilla Patriarca, solo per citare quelle impegnate sulla pedana lusitana – ma ancor più dalla tempestività della Federazione nel divulgare quei risultati stessi sui propri canali – sul sito web, sui social network e addirittura in diretta, in tempo reale, su You Tube - anche quando impegnata contemporaneamente su più fronti: da Jesolo con tutta la Femminile a Berlino con la Maschile juniores, manco fosse il centro di crisi della Farnesina.

 

Perché la differenza rispetto al passato sta proprio nel ribaltamento dei ruoli dell’informazione, con le fonti - ossia la FGI o le sue società affiliate - che diventano produttrici dirette dei propri contenuti, svincolandosi dalla mediazione dei Media tradizionali, distratti o disinteressati. Lo dimostrano le oltre 31.000 visualizzazioni della diretta streaming dell’VIII Trofeo Città di Jesolo sul canale You Tube della FGI. Numeri degni di Rai Sport, che con la Coppa del Mondo di Pesaro nel 2013 toccò i 37.000 contatti, pari 0,28% di share. Oppure le 21.000 visualizzazioni della differita della terza prova di Seria A di Artistica e Trampolino Elastico, svoltasi a Firenze, o le 9.500 della gara del Forum di Assago, che, sommate ai 7.000 spettatori presenti sugli spalti, confermano il teorema di partenza: la Ginnastica non è più Jazz, improvvisata e per pochi intimi, ma è Pop, programmata per molti.

 

Ne consegue un successo senza precedenti, che ripaga il Consiglio Direttivo Federale di scelte coraggiose e lungimiranti, come quella del 2011 con “Ginnaste-Vite parallele”. Giunta oggi alla IV Stagione, la docu-fiction di MTV è il classico coniglio dal cilindro grazie al quale la FGI è uscita indenne, se non rafforzata, dalla crisi della TV di Stato e di quella concezione pubblicistica del servizio d’informazione cui erano aggrappati gli Sport cosiddetti (a torto!) minori. E’ il vecchio discorso motivazionale dei caratteri cinesi che (sempre a torto) mischierebbero la parola crisi con opportunità, rendendole due facce della stessa medaglia.

 

Ebbene la prova provata di un'opportunità colta al volo sono i 245 mila LIKE sulla pagina Facebook di Ginnaste-vite parallele, contro i 130 mila tesserati della Federazione. Uno spread positivo che va ad intercettare oltre 110 mila appassionati, evidentemente non praticanti delle nostre discipline. Se lo faranno in futuro non lo sappiamo. Di sicuro, qualora ciò accadesse (o se già è accaduto) andrebbe (o è andato) a beneficio delle oltre 1000 società affiliate, attive sul territorio, che lavorano spesso all’ombra dei giornali nazionali e locali, ma sempre sotto i riflettori, autoreferenziali e no, delle piattaforme web federali.

 

Così conquistano le nostre copertine, con titoli a nove colonne, sia le medaglie della Brixia di Brescia con Erika Fasana, del C.S. Esercito Italiano con Carlotta Ferlito e della Forza e Virtù di Novi Ligure con Arianna Rocca, sia il trionfo organizzativo della Gymnasium di Treviso al Pala Arrex di Jesolo Lido, al pari delle vittorie al Complexo Desportivo Municipal Casal Vistoso di Lisbona del G.S. di Vigna di Valle con le sue militari, nonchè della Ginnastica Fabriano con Martina Centofanti, della Sezione di Ritmica brixiana con Sofia Lodi, dell’Estense Putinati Ferrara con Alessia Maurelli e dell’Udinese di Alexandra Agiurgiuculese. Più saranno i nostri lettori, coloro che si registrano al FGI Channel (www.youtube.com/FGIfederginnastica) - attualmente sono soltanto 8.109, troppo pochi! - e mettono il proprio “mi piace” alla pagina Facebook federale (www.facebook.com/federginnastica), aggiungendosi così ai 51.690 che lo hanno già fatto, meno avremo bisogno e nostalgia delle tre righe a pagina 40 di un quotidiano di carta qualunque.

 

David Ciaralli