E’ morta ieri notte Vera Caslavska, autentica leggenda della ginnastica artistica e dello sport della Repubblica Ceca. Aveva 74 anni e l'anno scorso era stata operata per un tumore al pancreas. In carriera aveva vinto 7 medaglie d'oro e 4 d'argento alle Olimpiadi, da Roma 1960 a Monaco 1972. La Caslavska in patria era considerata una vera e propria leggenda, non solo per le sue qualità di ginnasta ma anche per quelle morali. «Insieme a Emil Zatopek, Vera Caslavska è stata uno dei più grandi atleti della storia del nostro paese, non solo per quanto riguarda i risultati raggiunti ma anche grazie al suo spessore umano», è scritto sul sito internet del Comitato olimpico ceco, che ha dato la notizia della morte dell'ex fuoriclasse. Vera Caslavska è stata anche l'unica ginnasta ad aver conquistato l'oro olimpico in ogni specialità individuale (concorso individuale, trave, volteggio, corpo libero, parallele asimmetriche). Tra il 1964 e il 1968 è stata imbattuta nel concorso individuale ad ogni manifestazione internazionale. Oltre ai 7 ori (3 a Tokyo e 4 in Messico) ai Giochi ha conquistato anche 4 volte medaglia d'argento (la prima a Roma) e ha vinto anche 4 ori mondiali e 11 europei. Dopo l'invasione della Cecoslovacchia nel 1968 da parte delle truppe del Patto di Varsavia, Caslavska, dichiaratamente a favore delle riforme liberali tentate da Alexander Dubcek, firmò il manifesto anticomunista "Duemila Parole" e a Messico 1968 manifestò la propria opinione sul podio distogliendo lo sguardo durante l'inno sovietico suonato durante le premiazioni dei concorsi della trave e del corpo libero. Ciò la rese invisa al nuovo regime, che ne impose l'esclusione dalla nazionale e quindi dalle competizioni sportive costringendola al ritiro e impedendole per molti anni di volare, lavorare o presenziare ad eventi sportivi. Ma la sua popolarità non venne meno: Vera Caslavska è stata una delle icone sportive degli anni '60, al punto da essere nominata "atleta mondiale dell'anno" nel 1968, diventando anche per il suo fascino e il sorriso ammaliante una delle donne più popolari in assoluto di quel periodo.


 

Fonte: QS Sport del 01/09/2016