S’è sentito Farfalla, confessa sorridendo, «... no me capita miga spesso». Giovanni Rana ci scherza su, «...d'altra parte, leggere devono essere loro, le Farfalle, io posso anche essere un po' più pesante...». Lui le sue Olimpiadi le ha vinte. S'è fatto un week end a Casa Italia, gli ultimi giorni, full immersion nel mondo dorato della Ginnastica Ritmica, ma anche di un clima straordinariamente bello, persino emozionante. «Quando sento parlare di spirito olimpico, adesso, capisco che cosa significa, Tutti riuniti, la sera, a Casa Italia, a festeggiare le medaglie del giorno. Con noi e le Farfalle c'erano Cammarelle, medaglia d'argento di pugilato ("...i gà tolto l'oro, podemo dirlo, no?"), poi il volley, il Settebello e il ragazzo della mountain bike, Fontana, che è arrivato anche senza sella». E poi c'era Rana, medaglia d'oro di simpatia. Lui minimizza, ma chi gli era vicino racconta di cori "da stadio", applausi, richieste di foto e di autografi. «Beh, fa piacere, vuol dire che sei entrato nelle case della gente e che qualcosa di buono sappiamo realizzare» confessa. Il resto, da anni, ce l'ha messo lui, la sua faccia, la sua sincerità, la sua semplicità. Uno che buca il video "con leggerezza, come hanno fatto le ‘sue’ Farfalle della Ginnastica Ritmica". Uno spettacolo. «Proprio, uno spettacolo» conferma. «Sono ragazze d'oro, bravissime. Quando decidemmo di intervenire al fianco di questa Federazione, lo facemmo per dare una mano a uno sport bello, ma considerato "minore" e perché vederle all'opera ci dava un senso di grazia e leggerezza. Vederle alle Olimpiadi, sfiorare la medaglia d'argento, esibirsi come hanno fatto, conquistare un bronzo, è stato emozionante». El sior Giovanni, nello sport, c'è sempre stato. Ad altissimo livello. I Mondiali di Ciclismo, lo sponsor del Verona anni '90, tante altre iniziative vissute in prima fila, ma questa sembra comunque diversa. Più coinvolgente, se possibile. «Ci hanno conquistato anche con la passione, l'impegno, la partecipazione che la Santoni e compagne hanno dimostrato in ogni occasione. Da fuori, uno le vede e non si rende conto di quello che c'è dietro, del lavoro che serve, dell'allenamento, della fatica, del sacrificio. Sono ragazzine giovanissime che fanno sei-sette ore di allenamento al giorno, curano i particolari, danno tutto quello che hanno. Vederle applaudite da tutto il mondo, è stata una grande soddisfazione anche per noi. Sul piano sportivo e, perché no, su quello dell'immagine. È stata la conferma di una scelta vincente». Una delle tante che hanno segnato la sua storia di grande imprenditore, sportivo da sempre, fin dai tempi belli della sua gioventù, "... quando diventavo matto per Coppi". E racconta di quella sua bici da corsa ("...usata, naturalmente") sulla quale pedalava cercando di immaginarsi come il grande Fausto. «Ma no gh'era tempo da pensar a tante robe, alora gh'era da laorar», sorride. Ha sempre amato lo sport, ha fatto anche pugilato, «... in quella palestra che un pugile di San Giovanni s'era costruito per allenarsi. Però, a livello amatoriale, niente di ufficiale». Gli è rimasta dentro, questa passione anche se lo sport principale, nel frattempo, è diventato un altro. La sua faccia è entrata comunque nelle case di tutti gli italiani. «Gervaso m’ha fatto un'intervista, di recente e m’ha detto: Giovanni, lei nel gradimento della gente, è al 96%, sopra di lei, al 100%, c'è solo il Papa... Lassemo star, go dito, va ben cosi, che no esageremo...".  Gli è rimasta dentro, soprattutto, la voglia di guardare allo sport dei ragazzi. Di quelli che sanno guardare avanti e coltivare la speranza nel futuro. Ecco perché quella scelta, la Federazione Ginnastica d’Italia, non fu soltanto una scelta d'immagine. «No, fu una scelta calcolata anche su altri presupposti. La voglia di aiutare a crescere una disciplina bella ma non popolarissima. La voglia di guardare ai giovani, di camminare al loro fianco, di dare loro delle speranze. Mi ha fatto piacere, ad esempio, avvertire il calore della gente, a Casa Italia. Degli atleti, ma anche delle famiglie. È stato bello sentire il "grazie" di Petrucci, presidente del Coni, che ha voluto testimoniare la vicinanza del governo dello sport italiano. Un motivo in più per pensare che sia stata una scelta positiva, al di là dei risultati ottenuti, che comunque sono importanti». Forse non lo pensava nemmeno lui, di vivere emozioni come queste. «Mi rendo conto di partecipare con gioia a un'avventura come questa, perché è giusto aiutare i giovani». Usa un’espressione bellissima: «Loro hanno bisogno di sognare e di avere i mezzi, gli spazi, il tempo, per farlo». E mentre lo dice, in fondo, racconta pure il segreto della sua straordinaria avventura, professionale e umana. Fatta di passione, soprattutto di sogni, realizzati o ancora da realizzare. La strada è lunga, avanti il prossimo. Giovanni Rana festeggia la medaglia di bronzo delle Farfalle azzurre della Ginnastica Ritmica, di cui è da tempo lo sponsor di maglia.


 

Di Raffaele Tomelleri (L’Arena)