Scaduti i termini per la presentazione delle candidature alla presidenza della Federazione Ginnastica d’Italia, al di là del nome del suo successore, che conosceremo al termine dell’Assemblea elettiva del 17 dicembre prossimo venturo, ciò che è certo, al momento, è che il prof. Riccardo Agabio, come annunciato, tra 30 giorni lascerà il suo incarico dopo 16 anni alla guida della FGI. Chiunque sarà eletto al suo posto sa già di dover raccogliere un’eredità pesantissima. Agabio, infatti, con cinque medaglie olimpiche (1 O. - 1 A. - 3 B.) saluta dal gradino più basso del podio dei presidenti più vincenti dell’ultracentenaria storia federale. Meglio dell’ex ginnasta cresciuto nella S.G. Amsicora di Cagliari, riserva dello squadrone che nel 1960 si aggiudicò il bronzo olimpico, protagonista poi di una lunga carriera come tecnico, hanno fatto soltanto Guido Ginanni che tra Roma ‘60 e Tokyo ‘64 ottenne 6 medaglie (1 oro, 2 argenti e 3 bronzi) e Giuseppe Corbari che guidò la Federginnastica in qualità di Commissario durante la straordinaria spedizione di Los Angeles 1932 (4 ori, 1 argento e 2 bronzi). Grazie all’oro di Igor Cassina alla sbarra, l’argento e il bronzo della Squadra di Ritmica e i due bronzi agli anelli di Chechi e Matteo Morandi, il professore sardo diplomato ISEF divide il terzo posto nella leggenda della ginnastica azzurra con Giulio Sironi, a capo della FGI dal 1923 al ’29 (2 ori, 2 argenti e 1 bronzo tra Parigi 1924 ed Amsterdam 1928), ma, a differenza dei suoi predecessori, può vantare anche sette quarti posti olimpici (Cassina alla sbarra, Coppolino agli anelli e Busnari al cavallo con maniglie nell’Artistica Maschile, due volte Vanessa Ferrari nella Femminile e due volte le “Farfalle” della Ritmica), che,  per un’ingiustizia o per un piccolo errore tecnico, potevano ulteriormente impreziosire la bacheca di Viale Tiziano. Le cinque medaglie a cinque cerchi rappresentano comunque 1/6 dell’intero medagliere olimpico della Ginnastica Italiana, ferma a quota 30. Ma lo straordinario ruolino di marcia non si ferma certo alla più importante delle manifestazioni sportive, quella del Cio. Sotto la gestione di Agabio oro a squadre ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona 1955, Commendatore delle Repubblica per meriti sportivi, per 10 anni DTN GAF fino al 1983, responsabile negli anni ’90 delle Sezioni di Aerobica e di Ginnastica Generale che contribuisce a lanciare, la Federginnastica ha messo insieme dal 2001 ad oggi, 409 successi, tra Mondiali, Europei e Coppe del Mondo.  

 


















































MEDAGLIE


G.A.M.


G.A.F.


G.R.


T.E.


AER.


TOTALE


ORO


15


38


36


4


32


125


ARGENTO


31


25


52


7


33


148


BRONZO


41


33


27


5


30


136


TOTALE


87


96


115


16


95


409


 

I numeri parlano da soli, ed anche la distribuzione tra le varie sezioni, tra le quali prevale leggermente quella dei piccoli attrezzi (Ritmica 28,1% - Femminile 23,4% - Aerobica 23,2% - Maschile 21,2%) mentre l’ultima arrivata, il Trampolino Elastico, è tuttora in costante crescita (3,9%). Il dettaglio dei piazzamenti olimpici, iridati e continentali è ancora più impressionante. A fronte infatti dei citati 5 allori di Atene e Londra, il Presidente Agabio può vantare 37 podi mondiali (8 O. 19 A. 10 B.) e 60 europei (14 O. 22 A. 24 B.). Considerato poi che le medaglie non vanno solo contate ma anche pesate, vanno ricordati, da un punto di vista qualitativo, gli storici trionfi della Ferrari nell’All-around di Aarhus 2006 e agli Europei di Amsterdam, della squadra femminile a Volos, il triplete dorato delle ragazze di Emanuela Maccarani nel quadriennio 2009/2012, a Miè, Mosca e Montpellier, l’inedita sbarra olimpionica di Cassina nel 2004 (ci andò vicino Romeo Neri nel 1928) che interruppe la regola dei 32 anni tra un oro e l’altro, il bronzo del grande ritorno di Chechi, i meravigliosi volteggi europei di Benolli in Ungheria e Giovannini in Olanda, le due travi di Berlino con Ferlito e Preziosa, la supremazia con la Ferrari e compagne ai Giochi del Mediterraneo di Almeria e in World Cup a Parigi Bercy, i trionfi dell’Aerobica, gli acuti alle prime edizioni dei Giochi Olimpici Giovanili e le 85 medaglie juniores (di cui 20 agli EYOF) che significano sempre pianificazione e investimento per il futuro. Nel bilancio conclusivo vanno poi considerati il filotto di qualificazioni a Pechino e Londra, il quarto posto dell’Italdonne a Stoccarda 2007 e il 7° a Londra 2012 (i migliori piazzamenti dell’era moderna). Come accadde nel 2000, proprio il 17 dicembre (corsi e ricorsi storici), quando Bruno Grandi lasciò il timone con la squadra maschile fuori dai Giochi di Syndey così, adesso, Riccardo Agabio passa il testimone con gli uomini dei grandi attrezzi in fase di transizione generazionale. Questa è una criticità, del tutto fisiologica, che dovrà affrontare il nuovo numero uno. Membro di Giunta Coni dal 19 maggio 2005 (eletto la seconda volta con il maggior numero di voti dopo il Presidente FIGC Giancarlo Abete) poi Vice Presidente Vicario per due mandati, reggente del massimo Ente sportivo italiano per due mesi dopo l’addio di Gianni Petrucci, il prof. Agabio ha ricoperto anche il ruolo delicato a metà di aprile 2007 di Commissario Straordinario della FISI, di fatto traghettando gli Sport Invernali in una nuova era. Dal punto di vista della comunicazione e della promozione sportiva ha il merito di aver reso la Ginnastica ancora più popolare attraverso la docu-fiction “Ginnaste – Vite parallele” in onda su MTV, di aver creato un canale You Tube sul quale gli appassionati oggi possono seguire in diretta le più importanti gare nazionali, di aver ottenuto un grande seguito sui canali Social - a cominciare dalla pagina Facebook che conta 100 mila like -  di aver organizzato due tra le più riuscite edizioni dei Campionati d’Europa di Ritmica a Torino 2008 e di Artistica a Milano nel 2009, nonché la Golden Age a Montecatini Terme, e di aver ottenuto l’assegnazione del Mondiale dei piccoli attrezzi a Pesaro (mai organizzati in passato nel Bel Paese)  e degli Europei di Aerobica ad Ancona, a settembre del 2017. Vanno attribuiti al dirigente sardo anche il rilancio a Torino nel 2005 del Grand Prix della Ginnastica, manifestazione che era rimasta ferma al 1997, e della “Ginnastica in Festa”, il grande meeting del popolo della GpT, a Fiuggi e poi a Pesaro, la posa della prima pietra della nuova Casa delle “Farfalle” a Desio, la cittadina brianzola dove aveva già avviato all’inizio della sua presidenza l’Accademia federale. Protagonista anche nella politica internazionale, non solo con il suo predecessore Bruno Grandi e, lo scorso ottobre, nell’elezione del giapponese Morinari Watanabe, il Presidente uscente ha sostenuto la nomina di Donatella Sacchi a capo del Comitato Tecnico Mondiale della Sezione di Artistica Femminile e la conferma di Daniela Delle Chiaie nel C.T. di Ritmica, nonché l’ascesa di Cristina Casentini, che pose al suo posto alla guida della Direzione tecnica nazionale di Aerobica, come Presidente del C.T. AER dell’Unione Europea di Ginnastica e vice del Comegym, la Mediterranean Gymnastics Confederation che portò a Ragusa sia l’Assemblea Generale sia le competizioni di categoria del 2014. Ad un mese dunque dalle elezioni, sull’ultimo miglio di una lunga e straordinaria avventura comune, la grande Famiglia dello Sport in generale e della Ginnastica in particolare oggi rivolge un grande applauso ad uno dei suoi figli che da dirigente ha avuto l’onore e l’onere di traghettare le nostre discipline nel terzo millennio, con tutte le trasformazioni che conosciamo, sociali e tecnologiche, passando dalla fine del Totocalcio a quella Crisi economica che ha costretto il Governo a rinunciare a due candidature olimpiche. E lo ha fatto con la dignità del ginnasta che alza il braccio e, senza paura di cadere, sale sull’attrezzo. Il punteggio lo darà il Tempo!         

 

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