ATENE - Anelli di fuoco. Il bulgaro Jovtchev non si presenta in sala stampa per protesta, il greco Tampakos ringrazia «Dio, che mi ha fatto vivere questo momento unico». Poi, puntualizza: «Ho vinto io, ma Chechi rimane il vero signore degli anelli. La gara è stata bellissima e difficile, proprio perché c’era lui». Jury ringrazia, come impone la circostanza, facendo i complimenti al 28enne di Salonicco «per la sua vittoria in Grecia», ma non era stato tenero poco prima, quando aveva parlato di «vergogna», perché «è chiaro che la classifica non è quella reale: primo doveva essere il bulgaro (Jovtchev, n.d.r .), secondo io, terzo il giapponese Tomita».
«Questa è una bella Olimpiade - dice ancora Chechi - in cui si stanno facendo belle cose non solo dal punto di vista agonistico. Parlo a esempio della lotta al doping. Ora bisognerebbe fare qualcosa in fatto di giurie, anzi qualcosa si sta già facendo. Comunque ci sta anche il fatto che qui dovesse vincere Tampakos, però il suo non era stato suo l’esercizio migliore».
E il suo com’è stato? «Nella prima parte buono - spiega Chechi - poi ho forzato e ho risentito del dolore al bicipite che mi porto dietro da tanto tempo. Mi ha condizionato, ma sono stato più forte anche di questo».
Rimane, fatta la tara delle polemiche, una gioia che pesa, come «un bronzo che per me vale un oro. Questa per me è un’Olimpiade indimenticabile - aggiunge Chechi - : prima ho fatto il portabandiera, ora porto a casa, a mio figlio Dimitri, questa medaglia che per me vuol dire tanto: è stato più difficile che ad Atlanta. Lì ero il favorito, stavolta invece, e fino a ieri, ho avuto tanta paura di non farcela. La dedico a me stesso, a chi ha sempre creduto in questo mio rientro, e anche a tutti quelli che parlavano di patetico tentativo da parte di un vecchietto che non riusciva a smettere».
L’addio adesso però è davvero vicino. «Questa è la fine della mia carriera agonistica - dice - anche se continuo per tutto il 2004. In questo momento spero di essere d’esempio agli atleti che gareggeranno nei prossimi giorni. La spedizione italiana sta facendo forse anche meglio di quanto sperassimo, e nel bilancio complessivo ci sta bene anche la mia medaglia di bronzo: anche stavolta ho dato il mio contributo. Credo di aver saldato il conto con le Olimpiadi, dopo la delusione di non aver potuto gareggiare a Sydney, e ho vinto la mia sfida personale».
di Riccardo Romani
(Dal Corriere della sera di lunedi' 23 agosto 2004)