Abbiamo raggiunto in mixed zone le cinque azzurre protagoniste di un risultato che possiamo definire storico. Da quando esiste, infatti, il Concorso IV e la conseguente gara di ammissione olimpica, mai, prima d'ora, la Squadra Femminile aveva raggiunto l'obiettivo della finale ad otto. Un successo che nella ginnastica moderna, dal dopoguerra ad oggi, si affianca a quello di Alberto Busnari, unico finalista al cavallo con maniglie. Altri primati, tanti, per un'avventura che dopo i riscontri della Maschile ieri prosegue davvero a gonfie vele. Basti pensare che dei 10 atleti dell'Artistica il solo Matteo Angioletti rimarrà nei prossimi giorni sugli spalti a fare il tifo per gli altri, tutti impegnati in almeno una finale olimpica. Vanessa Ferrari, ne farà addirittura tre!


 


VANESSA FERRARI


“Diciamo che oggi abbiamo messo una bella pietra sopra Pechino. Nel 2008 non stavo bene e sono felice di essere riuscita a dimostrarlo, quattro anni dopo. Questa notte ho dormito pochissimo, avevo molta ansia. Poi mi sono obbligata a pensare che fosse una gara come le altre e mi sono tranquillizzata. Alle parallele avevo le mani gelate, non sentivo lo staggio. Anche le mie compagne erano agitate, forse più di me. Si saranno sentite come noi in Cina. Però hanno reagito, sono state brave. Mi dispiace che Erika non sia entrata nella finale All-around, l’avrebbe meritato, ma d’altra parte una di noi tre doveva star fuori (l’altra generalista è Carlotta Ferlito, ndr.). Comunque la vita a volte è buffa: ai Campionati del Mondo di Tokyo eravamo state perfette e restammo escluse dalla finale a squadre. Oggi, malgrado qualche errore, siamo dentro. Quando si dice chiusa una porta si apre un portone. Chissà che non mi accada la stessa cosa al corpo libero, cui dovetti rinunciare in Giappone per una leggera distorsione nelle fasi di riscaldamento”.     

 

ELISABETTA PREZIOSA

“Ieri sera piangevo dalla tensione, e anche le mie compagne non scherzavano. Ci hanno consolato le ragazze del Judo, non dico altro. Peccato per il mio errore nell’uscita alla trave. Ero storta, con le spalle troppo basse. Al corpo libero, invece, Enrico (Casella, ndr.) mi aveva consigliato di tenere le gambe dure, ma io ho esagerato, finendo fuori pedana. Ho faticato a contenere l’emozione. E’ vero che ero già stata qui ai Mondiali del 2009, chiudendo 5ª alla trave, ma l’Olimpiade è tutta un’altra storia. Ci tengo comunque a fare i complimenti a tutti i medagliati italiani di ieri. L’Italia è partita alla grande, speriamo di continuare così e soprattutto che la Ginnastica riesca a dare il suo contributo”.

 

CARLOTTA FERLITO

“Prima di entrare ero letteralmente terrorizzata. Una crisi passeggera che ho impiegato un po’ a superare. Mi dispiace per la parallela. Avevo lavorato tanto per migliorarla, inserendo per giunta un’uscita nuova, 180° con doppio avanti. Alla trave ho pagato uno sbilanciamento, ma ormai mi sono abituata a steccare in qualifica. Sarà sfortuna, non lo so, però poi guarda caso mi viene sempre meglio. Scommettiamo che sarà così nella finale all-around e con la squadra? Poi faremo il tifo per Vanessa. Deve conquistare una medaglia per tutte noi”.    

 

GIORGIA CAMPANA

“Il palazzetto pieno, i cerchi olimpici sulle pareti, mi sembrava il Colosseo con dentro i leoni. L’impatto, pur avendo provato giovedì scorso, è stato molto diverso. E poi il mio esercizio era proprio all’inizio, ho avuto quindi poco tempo per abituarmi. Mi facevano male le gambe e così nel doppio salto teso finale, quando mi sono sentita scivolare, non ho tenuto. La qualificazione della squadra alla fine mi ha tolto due pesi, quello di aver compromesso il risultato delle mie compagne e quello di lasciare un brutto ricordo ai Giochi Olimpici. Vedrete, infatti, che mi farò valere in finale, quando la mia parallela sarà più importante”.

 

ERIKA FASANA

“Sono molto dispiaciuta, non posso negarlo. Con quell’errore stupido alla trave mi sono preclusa la finale All-around e potevo danneggiare il cammino della squadra. Inutile dire che l’Olimpiade sia una gara come le altre. Non è vero. Vuol dire che farò come Vanessa, lavorerò con tenacia per avere un’altra chance. Ho 16 anni, posso arrivare a Rio de Janeiro. Davanti, d’altra parte ho l’esempio di Monica Bergamelli che esordì a Sydney alla mia età e arrivò fino a Pechino”.