Gli Stati Uniti d’America si aggiudicano la finale del Concorso a squadre femminile, bissando il successo di Atlanta 1996. Jordyn Wieber, Gabrielle Douglas, Mc Kayla Maroney, Alexandra Raisman e Kyla Ross con il totale di 183.596, riportano così la bandiera stelle e strisce sul gradino più alto del podio olimpico, riuscendo lì dove avevano fallito Carly Patterson ad Atene nel 2004 e Nastia Liukin a Pechino nel 2008 (le altre due edizioni con la finale a 8, introdotta dopo Sydney). Ad oltre 5 punti di distanza la Russia (178.530), trascinata all’argento da Aliya Mustafina, la migliore di oggi sui quattro attrezzi con 60.266 dopo la statunitense Douglas (61.465). Bronzo per la Romania (176.414) che non manca il podio olimpico da Montreal ’76. Le veterane del gruppo, Sandra Izbasa e Catalina Ponor hanno compensato la prestazione in chiaroscuro dell’astro nascente Larissa Iordache, frenata negli ultimi tempi da una fascite plantare. Le campionesse d’Europa hanno pagato soprattutto una parallela non all’altezza del proprio blasone (41.465). Rimane, quindi, clamorosamente a mani vuote la Cina, medaglia di legno con 174.430. “Malgrado l’enorme bacino dal quale possono attingere – spiega Enrico Casella – le Campionesse Olimpiche uscenti si sono ripresentate con quasi la stessa squadra. La Cina ha puntato sull’esperienza che in questi casi può risultare decisiva ma è gli andata male. Ciò non significa però che la loro scelta fosse sbagliata. Noi allenatori diciamo sempre alle ragazze che l’Olimpiade è una competizione come le altre, però non è così e siamo i primi a saperlo nel momento di fare certe scelte. Il fattore emotivo può essere determinante”. L’Italia con il punteggio complessivo di 167.930 (VO 42.366; PA 41.666; TR 41.999; CL 41.899) conferma il 7° posto delle qualifiche, subendo il sorpasso del Canada (addirittura 5ª con 170.804) ma saltando il Giappone (8ª con 166.646). “E’ bello entrare nella storia – ha commentato Carlotta Ferlito riferendosi al miglior piazzamento azzurro da quando esiste il cosiddetto Concorso IV, ossia la finale – Però c’era davvero un frastuono assordante. Il pubblico esultava talmente tanto all’uscita dei parziali USA da non permetterci di trovare la concentrazione. Sono soddisfatta della mia prestazione. Ho aperto entrambe le prove di squadra, domenica in qualifica con la parallela ed oggi al corpo libero. L’altra volta ero stata presa da una crisi di pianto, nel warm up, sentivo la grande  responsabilità dell’esordio sugli staggi, proprio l’attrezzo che mi è meno congeniale. Questa sera invece sono entrata più rilassata, anche perché preferisco gareggiare tardi. I muscoli, rispetto al mattino, sono più svegli, più caldi. Il reality? Sono felice di aver contribuito a dare più notorietà alla Ginnastica. E’ una disciplina che merita, pregna di valori esportabili. Ho tanti fan, che saluto, anche se preferirei averli per i miei successi in pedana, non per un programma in TV. Ma questo dipende soltanto da me. Domani, intanto, mi riposo e poi pensiamo alla finale del Concorso Generale”. Con la 7ª piazza odierna l’Italdonne sale di un gradino rispetto a Londra 1948, dove, dalla semplice sommatoria dei punteggi delle eliminatorie risultò 8ª. Eguagliato, invece, il 7° posto di Melbourne 1956 (ottenuto sempre senza l’attuale final eight). Da quella edizione le azzurre non riusciranno più a entrare nell’ottetto che conta, lasciando l’argento di Amsterdam 1928 come una lontana pagina ingiallita. A Pechino chiusero al 10° posto, come ricorda bene Vanessa Ferrari, l’unica reduce di quella sfortunata spedizione: “Nella palestra di riscaldamento, poco prima di entrare, sono rimbalzata male sul duro, prendendo una forte botta dietro – svela in mixed zone il caporal maggiore dell’Esercito Italiano - Non sono riuscita a recuperare, mi fa ancora male la gamba, se la tiro su. Ma niente di grave e l’errore sulla terza diagonale al corpo libero è solo una conseguenza di quel colpo. Il volteggio l’ho fatto meglio delle qualifiche, peccato l’uscita all’arrivo. Alle parallele, forse non si è visto, mi è riuscito un gran recupero, su un passaggio dove ero stortissima. Alla trave, infine, sono salita tranquilla, tanto non avremmo mai recuperato sulla Gran Bretagna (6ª con 170.495). Certo, il frastuono del pubblico l’ho sentito anch’io. Stavo lì tranquilla a fare le mie parti artistiche, quasi mi ero dimenticata di stare alle Olimpiadi. Poi è arrivato il boato sul  risultato di un’americana e mi sono ricordata dov’ero. Io tifavo per la Russia, però. Credo che gli USA siano troppo avvantaggiati dal volteggio. Con quel 48.132 hanno ammazzato subito la gara. La colpa però non è loro ma del Codice dei Punteggi, forse un po’ sbilanciato sui 4 attrezzi. Non ho visto l’errore della Afanaseva al corpo libero, però ho guardato bene la Izbasa. Lei parte da meno di me, me la posso giocare”. Accanto all’Italia, in mixed zone, grandi feste e ressa di giornalisti per le eroine americane. In testa la Maroney, che malgrado una frattura ad un dito del piede ha completato un volteggio da 16.233! La più festeggiata però è Jordyn Wiebber, l’iridata di Tokyo, grande esclusa dalla finale a 24 di domani l’altro. “Ero delusa, non posso nasconderlo – conferma la 17enne del MichiganSono stata brava però a voltare presto pagina, per dedicarmi alla squadra. Durante le rotazioni non guardavamo mai il punteggio, cercando di dare il massimo in tutte le specialità. Dopo il corpo libero di Alexandra (Raisman, ndr.) abbiamo capito che stava per succede qualcosa di grosso”.  La soddisfazione è comunque grande anche nella Delegazione Italiana. A confermarlo è lo stesso Presidente Agabio, l’unico, insieme al DTN Fulvio Vailati, a non essere stupito dell’exploit della Ginnastica azzurra ai Giochi di Londra: “E’ stato fatto un grande lavoro, credo sia sotto gli occhi di tutti. L’Italia è tra le migliori scuole del pianeta e già essere nella fossa dei leoni, fianco a fianco con ginnaste di livello assoluto, può considerarsi una vittoria. Le ragazze hanno fatto quanto era nelle loro possibilità. Non possiamo rimproverare loro alcunché. Anzi mi complimento con i tecnici e i dirigenti societari, coprotagonisti di questo successo. L’errore di Vanessa? Non mi preoccupa, perche può fare molto meglio. Il Canada è stato perfetto e ha meritato di star la su, il Giappone meno e c’è finito alle spalle. Questo è il bello della Ginnastica!”.


 
























































































 


NOC


VO


PA


TR


CL


TOT.


1


Stati Uniti


48.132


44.799


45.299


45.366


183.596


2


Russia


46.366


46.166


44.399


41.599


178.530


3


Romania


45.000


41.465


45.249


44.700


176.414


4


Cina


44.266


46.399


42.932


40.833


174.430


5


Canada


44.499


42.332


41.199


42.774


170.804


6


Gran Bretagna


43.965


44.599


39.199


42.732


170.495


7


Italia


42.366


41.666


41.999


41.899


167.930


8


Giappone


42.882


42.999


40.599


40.166


166.646



 


LE QUATTRO ROTAZIONI AZZURRE


 


CORPO LIBERO


C. Ferlito 14.100

V. Ferrari 13.566

E. Fasana 14,233

TOTALE 41.899

 

VOLTEGGIO

C. Ferlito 14.300

V. Ferrari 14.333

E. Fasana 13.733 

TOTALE 42.366

 

PARALLELA ASIMMETRICA

E. Fasana 13.600

V. Ferrari 14.166

G. Campana 13.900

TOTALE 41.666

 

TRAVE

E. Preziosa 12.833

V. Ferrari 14.800

C. Ferlito 14.366

TOTALE 41.999

 

7 ª ITALIA 167.930